Cerca un altro argomento...

I soci del Club, essendo non solo i lettori ma anche gli "editori" della fanzine, contribuiscono non poco, con i loro suggerimenti e le loro precise richieste (nonché con qualche sana osservazione critica, quando necessario), alla scelta dei contenuti di ogni nuovo numero della rivista. L'alto gradimento riscosso, ad esempio, dalle recenti interviste ai grandi collaboratori di Mina - da Pino Presti a Stefano Anselmo, passando per i vari Gianni Ronco, Leo Chiosso, Luciano Tallarini, Augusto Martelli, Gianni Ferrio, Stefano Anselmo - ci ha indotto a proseguire su questa strada, programmando un'ulteriore serie di incontri ravvicinati con protagonisti dell'entourage mazziniano di ieri e di oggi: nel prossimo numero, tanto per dire, toccherà quasi certamente a Stefano Rianda - compagno di vita e stretto collaboratore del grande costumista Corrado Colabucci - raccontarci curiosità e retroscena degli anni d'oro della Mina televisiva. Poi, nel 2007, festeggeremo il quarantesimo anniversario della fondazione della PDU ripercorrendone la storia gloriosa prima con Vittorio Buffoli (direttore artistico dell'etichetta fino al 1986), poi con Mario De Luigi di Musica & Dischi e infine, naturalmente, con Massimiliano Pani. Ma nel nostro taccuino futuro sono previste altre interviste-bomba con personaggi del calibro di Giorgio Calabrese e Celso Valli, solo per citare i primi nomi in ballo. E poi, naturalmente, abbiamo in cantiere nuovi ghiotti dossier sui più svariati aspetti del mondo mazziniano, a cominciare dall'imminente inchiesta sull'eros nel repertorio di Mina che renderà a dir poco incandescenti le pagine del prossimo numero. Contiamo inoltre di riprendere al più presto la serie di monografie sulla discografia a 33 giri (l'ultimo dossier, su Bugiardo più che mai..., risale ormai a due anni fa). Come vedete, la carne al fuoco è abbondantissima e non basterebbe una fanzine al mese per realizzare tutti i progetti che ci frullano nella testa. Del resto, non potrebbe essere che così, con quasi mezzo secolo di splendida carriera a cui attingere...
|

Perfido Alessio

Ferma restando l'importanza del nostro blog come luogo di incontro tra i soci, è comunque vero che la maggioranza degli iscritti al Club è ancora priva di computer e quindi poco o nulla sa dell'attività del sito. Aggiungiamo poi che, tra coloro che navigano in Rete con regolarità, i fedelissimi del nostro "salottino" virtuale costituiscono una esigua minoranza. Per molta gente, va detto, l'adesione al Club non viene vissuta come una dichiarazione di appartenenza ad una community ma più semplicemente come l'abbonamento ad una bellissima rivista (e relative Ultimissime inviate per posta elettronica) senza bisogno di ulteriori contatti. Ci sono, infine, i "tradizionalisti" che mai e poi mai ci scriveranno via e-mail, preferendo di gran lunga i vecchi, cari mezzi di comunicazione come il telefono e la carta da lettere. A quest'ultima categoria appartiene, irriducibilmente, il grande Alessio Musumeci di Firenze, da ormai vent'anni una delle firme più frizzanti della nostra congrega: le sue fluviali epistole battute a macchina con la sua Olivetti antidiluviana sono quanto di più piacevole ed appassionante giunga periodicamente nella buca delle lettere del Club. La sua missiva più recente ci è arrivata proprio pochi giorni fa: quattro pagine A4, fitte fitte, senza Interlinea, in buona parte dedicate ai commenti sull'ultima fanzine ma ricche di molte altre spigolature minose di cui, per una volta, vogliamo rendervi tutti partecipi proponendovene alcuni stralci...

"... Il numero 64 è davvero un numero esemplare: mi ricorda quasi uno speciale storico de Le Ore-Mese, con tutte quelle foto glamour tipo quelle a pagina 7, ma soprattutto la più erotica di sempre, quella a pagina 13, con quelle mammelle che sfidano la legge di gravità, eppoi quello stacco di coscia a pagina 17 e la avvolgente matronalità della foto insieme a Stefano Anselmo. Mi ha entusiasmato l'intervista allo Stefano e mi ha incuriosito molto quella Mina-Cremona nello specchio tondo insieme a lui: avevo sempre pensato che l'abito di Versace non fosse stato indossato da lei ma da Benedetta e che la testa di Mina fosse stata applicata poi. Deliziosa anche la Minetta-Rana Suprema che addenta un frutto dalla cassetta profferta da Anselmo. Di grande impatto emotivo il montaggio con Sinatra che la sta applaudendo mentre lei ringrazia. Bello bello bello. La copertina, poi, è a mio parere una delle più belle della storia della rivista se non la più bella: quel taglio sapiente, quella sapiente colorazione (opera di Gianni Ronco, n.d.r.), hanno reienventato il soggetto che sarebbe stato assai bene anche come copertina di un 33 giri. Fondamentali come al solito le dotte ricerche dell'inarrivabile Antonio Bianchi e come sempre entusiasmante la foto-archivio Merkel con autografo di pagina 6. Insomma, un numero 64 iconograficamente ineccepibile e dal contenuto prezioso pari ad un bauletto di monete d'oro e pietre preziose. Il vostro lavoro è nella rosa di elementi che rendono più bella la nostra vita. Sfogliare quelle pagine patinate, voluttuose e golose è un piacere fisico e.  se non fosse banale dirlo, quasi erotico. Gli alberi sacrificati per donarci la preziosa cellulosa sono immolati per una giusta e nobile finalità..."
"L'onnipresente fantasma di Lugano in tivù: su Raitre a Cominciamo bene di Pino Strabioli, Sergio Rubini sceglie di rivedere Non gioco più; ad Amici della De Filippi si canta la inarrivabile Ancora ancora ancora; a Verissimo, per commentare le lacrime di un disgraziato dell'ultima inconcepibile edizione de Il grande fratello, una redattrice sicuramente un po' frocia sceglie Piangere un po'; a Che tempo che fa, la Littizzetto per sfottere Fazio in cerca di scoop implora Mina di non accettare l'invito in trasmissione; la Banda Osiris nel programma della Dandini per introdurre un argomento politico intona a cappella Parole Parole; Piero Chiambretti a Markette per parlare con Natalia Aspesi fa scendere dal soffitto una gigantografia della Tigre anni 70. Insomma, è proprio vero che la sua presenza è indicibilmente più viva della sua assenza. E per ultimo volevo citare il capolavoro assoluto concepito da Lucia Ocone a Music Farm: trovo che questa interpretazione di Mina in sala d'incisione sia da Oscar, con quel vezzo magistrale di tirarsi il golf nero sotto il mento, di muovere le mani e di incidere Mina canta in bagno, Mina canta in macchina, Mina canta mentre spolvera e il cd single pasquale Mina canta mentre mangia un pezzo di colomba. Brava Lucia Ocone, spero che non degeneri in una inutile parodia sopra le righe: quasi migliore delle Mine di Goggi e Biagini perché più attinente alla vera Mina in studio...
|