di Massimo Serzio
Mina mette un punto. Tanti artisti lo hanno fatto nel corso della loro carriera: cambio di casa discografica -o cambio di direzione artistica o di look- ed ecco pronta sfornata per la nuova etichetta una compilation con i maggiori successi del periodo appena concluso, magari ricantati con gli stessi identici arrangiamenti delle versioni precedenti (Fiorella Mannoia è maestra in questo) oppure proprio le stesse canzoni raccolte in un unico disco. Un sistema in voga da anni e consolidato dall’avvento del cd, che ha dato modo a molti artisti di raccogliere nel nuovo lussuosissimo supporto il meglio della propria produzione.
Mina no. Mina -in prima persona- non ha mai fatto un’operazione simile.
Le sue ‘compilation’, quelle cioè fatte da Lei, nascevano con altri intenti: i ‘Del Mio Meglio’ erano un’idea geniale quanto inutile, un puro vezzo, un disegno scarabocchiato dietro un dipinto, un vassoio di dolci mignon… e per questo irrinunciabili; i cinque ‘Riassunti D’Amore’, invece, -compilati anch’essi contro ogni logica commerciale- avevano più un sapore straniante che auto-celebrativo; mentre ‘Oggi Ti Amo Di Più’ (unica vera e propria raccolta) era talmente ampia a livello di collocazione temporale da non poterne disegnare i confini e nasceva con l’esigenza di chiudere la serie dei ‘Del Mio Meglio’.
Mina ha sempre sottolineato i passaggi tra un periodo discografico e l’altro con grande fermezza e senza nostalgie: per il passaggio dalla Italdisc alla Ri-Fi, Mina trancia di netto qualsiasi riferimento al periodo precedente sfornando un album internazionale dal lussuosissimo sapore d’Orchestra (‘Mina’ 1964) e poi prosegue senza ripensamenti la serie degli album ‘televisivi’.
Anche per il passaggio dalla Ri-Fi alla PDU-EMI la svolta è stata radicale, il repertorio completamente rinnovato, la voce più matura e duttile, e ‘Dedicato A Mio Padre’ non aveva nulla di nostalgico (pur essendo composto da classici).
Ma uno dei passaggi più radicali è sicuramente rappresentato da ‘Leggera’: avanguardia, con un pizzico di tradizione e tanta voglia di sperimentare e rinnovarsi. ‘Leggera’ irrompe nella discografia di Mina come una scure, tagliando via (per sempre?) il concetto di ‘doppio album’ e approfondendo la sensazione di ricerca e ‘inedito’.
E a riguardare gli album che riempiono questi anni di collaborazione con la Sony si resta davvero a bocca spalancata; tanta ricchezza, intensità, modernità, vigore, idee, varietà, perfezione, sono un patrimonio di rarissima bellezza, incomparabile con il repertorio di qualsiasi altro artista al mondo.
Infine, visto che -probabilmente- il passaggio alla distribuzione Artist First non era stato sottolineato a dovere (in quel periodo di incertezza contrattuale probabilmente ‘Christmas Song Book’ avrebbe potuto anche essere idealmente destinato alla Sony, essendo il fratello-quasi-gemello di ‘American Song Book’) Mina decide di mettere un punto, e raccogliere in un cofanetto-strenna ben undici album. Idea nuova e intellettualmente onestissima, anch’essa contro ogni logica auto-celebrativa e commerciale.
Mina sembrerebbe voler dire: “Ecco. Questi sono i miei ultimi lavori, questo è il mio Greatest Hits, non ce la faccio a togliere né aggiungere nulla. Se vi siete persi qualcosa, se li avete solo scaricati, o ascoltati su Spotify, se avete voglia di fare un bel regalo di Natale a un amico, o a una persona a cui tenete, questo cofanetto è fatto proprio per voi”.
E in questo periodo in cui nessuno compra più un disco (neanche dalle mani dell’artista stesso), in cui in troppe case non c’è neanche più la possibilità di ascoltare un cd (se non ricorrendo alle striminzite casse del portatile -“come si sente bene però!”, sarete costretti a fingere rimpiangendo il vostro amplificatore quando l’amico a cui avete regalato il cd lo fa suonare -con vostro orrore- nel suo pc) questo cofanetto giunge come una lussuosissima idea vagamente retrò; uno scrigno preziosissimo che dovrebbe essere presente in ogni casa; un pozzo di Cultura e Arte a cui attingere a piene mani per essere migliori, per ritrovare e nutrire l’Anima sempre affamata di Bellezza.
La Musica -ha scritto Mina- “è vita, respiro, turbamento, passione, tempesta, meraviglia, sopravvivenza. È lì, a disposizione di chi ha anima” …e noi per fortuna ce l’abbiamo.