E SENTIRE IL TUO CUORE…
di Beppe Liuzzo
Per descrivere l’impatto positivo che Gassa d’amante ha avuto su di me comincio dai primi 25 secondi: introduzione da ballad jazz, momento di sospensione, battuta del tempo e dal silenzio viene fuori quel MI MANCHI che scioglie tutta la tensione che accompagna ogni inizio di ascolto.
È insieme una carezza, un bacio che schiocca e una sventola di drammatica verità. Così si apre così un’altra meravigliosa cover inserita nel repertorio di Mina: con lei il senso di fare cover diventa arte sublime che continua a impreziosire brani più o meno noti, regalando loro dignità, espressività, partecipazione. In un momento in cui gli autori devono riunirsi in gruppo per sfornare un motivetto che funzioni, e in cui la serata cover di Sanremo diventa una becera occasione di autocelebrazione, Mina persegue imperterrita la strada dell’omaggio rispettoso e generoso a un collega (anche lo scorso anno Tutto quello che un uomo fu un momento altissimo).
Superato il primo “shock” emotivo, il mio ascolto di Gassa d’amante è stato fin da subito massiccio (“in loop continuo”): lo trovo un progetto coerente, le cui canzoni sono intimamente unite dalla splendida voce (in forma smagliante) dell’interprete e dal filo conduttore dell’amore. E il confronto con Ti amo come un pazzo è quasi d’obbligo vista la tematica comune: trovo però che la visione e l’impatto più triste dello scorso anno abbiano lasciato spazio a colori dalle più varie sfumature e tonalità.
Ancora una volta è possibile incontrare tutta la Mina classica, quella che tutti vogliono sentire, c’è la sperimentatrice, c’è la Mina che si affida alle collaborazioni più collaudate. Ma come sempre, ciò che lega tutte questa Mine è l’elemento sorpresa: c’è sempre qualcosa che non ti aspetti, che ti stupisce e che te la fa amare ogni volta in modo nuovo.
Mi limito a citare tre episodi per me significativi a riprova di questa varietà e continua sorpresa.
Buttalo via è lo specchio dell’album: un singolo azzeccato, perfetto, arioso, contemporaneo ma con le potenzialità di un classico. Per di più è ben scritto e conferma lo stato di grazia e l’eccezionale scrittura al femminile di Francesco Gabbani.
La canzone di Lumi rappresenta il nuovo e la sperimentazione: una canzone bella, breve ed intensa, a cui bastano poco più di 3 minuti per colpire nel segno. La delicatezza dei toni iniziali lasciano spazio, nella voce e nell’arrangiamento musicale, alla perentorietà di quel “tu amami e basta” e colpiscono subito nel centro.
È così che funziona è una di quelle canzoni dal sapore e intenzione rock che oramai pochi sanno fare. Nel mondo del cantautorato e interpretariato femminile oramai è introvabile un approccio simile: per tante sue colleghe più giovani e meno giovani (quelle a cui la voce è rimasta), l’attenzione per l’intonazione e la ricerca di perfezione tecnica, fa dimenticare la convinzione, l’interpretazione, la commozione intesa nel senso più strettamente etimologico del termine, cioè di condivisione di un sentimento. Qui lei è pazzesca e per me questa canzone è da annoverare tra le più belle e riuscite degli ultimi anni.
Ogni canzone brilla a suo modo per musica e testi, sia che si tratti di una nuova collaborazione o di nomi che siamo abituati a leggere nei credit degli album di Mina: ogni canzone dà valore aggiunto a un discorso fatto sempre con competenza, onestà, professionalità e con grande rispetto per noi.
Grazie MINA!