MINA NON SI PERDE: È LEI CHE CONFONDE LE MAPPE
di Cristiano B.
Lo dico: Mina in Gassa d’amante è al massimo del suo splendore. La sua voce trasforma tutto. Parlare di un suo disco senza lasciarsi travolgere dall’affetto è un po’ come tentare di mangiare un gelato al sole senza sporcarsi: improbabile. Ma ci provo. Questo album mi ha conquistato. Molto, molto di più del precedente. Ascoltarlo in cuffia a a mezzanotte e un minuto mi ha strappato sorrisi increduli, grazie a intuizioni vocali talmente brillanti da sembrare immuni all’anagrafe.
E poi c’è lui, Massimiliano Pani. Da quarant’anni è il genio della lampada che esaudisce i desideri musicali di Mina, ma con il suo stile: suoni, tempi, strumenti, mood. Stavolta, poi, con Dispersa, è tornato a scrivere per lei e ci ricorda perché è il suo partner musicale ideale. Questo pezzo è come il costume di Catwoman su Michelle Pfeiffer: su misura, letale, irresistibile. Non si toglie più dalla testa. Mi ricorda come struttura l’indimenticabile Proprio come sei di Rane supreme. Elegantissima.
I musicisti scelti? Eccellenti, tra i migliori d’Italia. Insomma, il top del paniere di Pani (scusate il gioco di parole). Mina, invece, fa quello che le riesce meglio: stravolge, eleva, piega e ricompone. Fa aeroplanini di carta con i capolavori, li mastica e li trasforma in arte. E quando ti sorprende, è un pugno nello stomaco – ma di quelli che ringrazi di aver ricevuto. In Per dirti t’amo, poi, si supera. C’è una fioritura nella sua voce che non avevamo mai sentito. Un piccolo gioiello di sperimentazione, che ci fa chiedere: ma come diavolo fa? Amami e basta è un colpo basso. Arrangiamento impeccabile (il più contemporaneo dell’album), melodia che spiazza, un inciso cupo e sorprendente. È il brano che ti fa ricordare perché Mina è una leggenda. È una canzone che non lascia scampo. Ascoltarla è un “bel morire”. La mia preferita. (…) E Buttalo via? Questa canzone fa piazza pulita di tre quarti delle hit che girano in classifica. È come un tornado musicale: parole positive, melodia forte e un messaggio che ti inchioda. Mina ci regala un jolly da calare quando la vita non ce ne darà altri, qui non si limita a cantare, no. Lei definisce. Quanto a L’amore vero, non si scriveva una canzone così da decenni. Non si arrangiava così una canzone da decenni. E non si cantava così una canzone da… ah, già, Luna Diamante. Sempre Mina, chiaro. Questo pezzo ha quel qualcosa di folgorante, che ti ricorda gioielli come Ballata d’autunno, l’Uomo dell’autunno o Secondo me. (…)
NON SMETTO DI ASCOLTARTI
di Gianni Bonetti
Avremmo potuto ascoltare questo disco dieci o vent’anni fa così come lo stiamo facendo oggi e restare comunque inebetiti davanti alle inarrivabili interpretazioni di Mina e alla sua classe senza tempo in grado di risultare attuale e contemporanea ad ogni lavoro. Non si tratta solo di produzione, arrangiamenti o autori – che comunque sono sempre di prim’ordine – ma di stile e personalità. Quella di un’Interprete che nek corso della sua memorabile carriera è riuscita ad elaborare e perfezionare il suo genere che ora le appartiene totalmente ed unicamente.
Lo ha chiamato Gassa d’amante, ovvero il nodo marinaio che lega ma non strozza, che stringe ma non soffoca. Si chiarisca però che la caratteristica principale della legatura in questione è la sicurezza. È infatti il nodo che “non slitta mai”, esattamente come Mina in tutta la monumentale storia.
I testi, seppure non siano suoi, acquistano molto più significato e credibilità perché è lei a pronunciarli, tanto da sembrare riportati dal suo diario privato, dove appunta tutto di sé. In apertura del disco e soprattutto al primo ascolto, c’è un potente avviso al navigante che vuole soggiornare sull’indomito veliero di copertina.
È come se la rilettura che ne fa di Non smetto di aspettarti – seppur dolcissima – ti mettesse la faccia al muro e che Lei, tenendoti per i polsi da dietro, ti sussurrasse in un orecchio: “Sei sicuro che ti vuoi imbarcare nell’ascolto di questo disco? Qui c’è roba buona da sentire, roba che non trovi in giro. Potresti non scendere più. A tuo rischio e pericolo!”
Mette le cose in chiaro Mina, da subito.
Ed in effetti il brano d’apertura è un gioiello sonoro assoluto… e ora chi scende più?
Dispersa scorre come velluto, il mood è di quelli che entrano subito sotto pelle. La “relazione” che intercorre tra Cerri e Pani quando compongono per Lei, diventa “pericolosa” per le nostre gittate sistoliche. Un ammaliante classico!
Per dirti t’amo è un vagone delicato di sensazioni. Una carezza. Amami e basta è un ulteriore segno del grande lavoro di scouting che Mina porta avanti da anni. Ottima! Senza farmi male è un orgasmo multiplo continuo e mi fermo qui!
I Serafini con Il cuore non sbaglia sono una splendida riconferma. Tra le migliori dell’intero disco.
Ma anche È così che funziona è un pezzo che “spacca”. In Buttalo via Mina ci consiglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo, ed io, quando si fa prodiera – stile polena- la ammiro anche di più!
Notevole struttura melodica per l’Amore vero dove Mina ci accompagna nei suoi luoghi più avvolgenti, dove tutto (voce, testo, orchestra, cuore, intenzioni) coesiste nel più magico dei connubi. Regale!
Non ti lascerò chiude degnamente l’album. Non lo fa nella maniera eclatante come fu per Povero Amore (degli stessi autori) ma è comunque un pezzo che sta benissimoi dove sta.
Dieci tracce intrise di colori musicali, dei labirinti in cui muoversi cercando un’uscita che non è quasi mai dove ti aspetti che sia, tutte superlative, che sottolineano come sempre una bravura da vera e propria Regina.
Per questo e molto altro ancora, che qui non posso dire, non smetto di ascoltarla!