Il nostro Stefano Crippa ha riveduto e riadattato appositamente per noi del Minafanblog la sua bella recensione di 12 apparsa su Il manifesto di ieri…
di Stefano Crippa
Mina come diva della canzone? Maestra del belcanto? Fuoriclasse? Iperbole, aggettivazioni, celebrazioni. Quanto inchiostro in questi quasi cintacinque (ahi, corre aria di altri omaggi nel 2013…) si è consumato sulle pagine dei giornali, quante ore in tv per spiegare ilvero significato della «sua presenza assenza» e o (ancor peggio…) del suo «buen ritiro» svizzero. Ah, la Signora allegramente non ci fa più caso. O almeno, nel 2008 per i cinquant’anni ‘in musica’ un pochino la pazienza l’ha persa.
No, signori, alla Tigre piacerà anche cucinare, vedere i film doppiati dalla grande Tina Lattanzi, come scrive nella sua rubrica su Vanity o come faceva negli elzeviri sulla Stampa, ma quando entra in sala di registrazione non c’è tempo o celebrazione che tenga. Mina ama il suo lavoro, da sopraffina artigiana lo distilla ad uso e consumo dei fan mescolando i colori e i sapori nei dischi di inediti, ma ogni tanto si lascia andare ai suoi più arditi gusti personali. Lo conferma lei stessa nelle note di presentazione di questo suo nuovo e folgorante 12, una canzone per ogni mese, come le dodici bellissime copertine – opere di Mauro Balletti e Gianni Ronco che già stanno facendo ammattire i fan che vogliono acquistarle tutte e dodici (ecco dove finisce la tredicesima degli italiani sopravvissuta ai balzelli di Monti & co…). Un disco tutto rigorosamente registrato dal vivo «in studio» con il trio di fedelissimi: Danilo Rea al pianoforte (reduce dalla bella performance con Gino Paoli, e chissà che l’idea del disco piano e voce non abbia messo una pulce nell’orecchio della Tigre…), Massimo Moriconi al contrabbasso, Alfredo Golino alla batteria, con l’aggiunta in quattro pezzi di una spruzzatina di archi ‘griffati’ Gianni Ferrio e diretti da Leandro Piccioni. Niente di divulgativo, tutto cuore e trasporto, con la consapevolezza di maneggiare pezzi entrati nella memoria, e dove Mina ci si infila come un guanto. Un «fil di voce» da fuoriclasse – se non fosse che lei è refrattaria a qualsivoglia polemica, diremmo quasi in contrasto ai tanti concorrenti dei talent show che pensano che cantare sia una gara di salto con l’asta, vince chi urla…
Eccola quindi scivolare languida sotto le ottave in Love me tender, sporcando di nicotina Over the rainbow (e qui il ricordo va più alla splendida versione di una Sarah Vaughan dal perfetto fraseggio piuttosto che a Judy Garland), e assestando il colpo da ko in una commovente I’ll be seiing you (a mio modesto parere il vertice della raccolta). Poi si diverte, Just a gigolo e Banana split for my baby sono lì a testimoniarlo, ci regala un altro assaggio di Natale con Have yourself a merry little christmas (Mina, grazie per non averci lasciati nelle mani di Baglioni & co|) e ci (si) abbandona in Anytime anywhere sulle note del suo grande amore, Sinatra. L’unico – se fosse ancora in vita – per cui non esiterebbe a lasciare il prezioso talamo di casa Quaini. Chapeau, Mina!
Autore: loris
Errata corridge…ha cantato 1500 canzoni non scritto
La sensazione che si prova ascoltando un nuovo lavoro di Mina e’ unica…ed ogni volta diversa…nella sua carriera ha scritto qualcosa come 1500 canzoni e credo che dare 1500 sensazioni non sia da tutti…io spero che continui cosi per almeno altri 20 anni…proprio per regalarci ancora le sue sensazioni che diventano le nostre…ho sentito solo i promo di questo lavoro a tema (lavoro all’estero) e da quello che ho sentito, credo che non rimarro’ deluso dal disco…”12″ nuove sensazioni da annoverare assieme alle altre…vorrei poterla conoscere ma so che e’ impossibile…ciao Mina
Grazie Mario molto bello il tuo scritto stampato e messo insieme alle altre recensioni dei giornali.
Il piano di Danilo REA..fà dà sprndida cornice..
alla Voce capolavORO di MINA. :-* .nel nuovo Album
AMERICAN BOOK SONG
grazie è troppo poco!
SPLENDORE NELL’ERBA
Uno dei miei film preferiti , film che mi è rimasto dentro , perché pieno di struggente malinconia , quasi un’elegia della giovinezza perduta , ‘ Splendore nell’erba ‘ , è una delle pellicole più riuscite di Elia Kazan . Essa trae lo spunto da alcuni versi della decima strofa della poesia ‘ Ode on intimations of immortality ‘ di William Wordsworth .
Questo film del 1961 , oltre che essere , forse , il melodramma più coinvolgente sul primo amore che sia mai stato fatto al cinema , è anche un intenso studio psicologico da cui traspare un atto di accusa verso la morale sessuale ipocrita e conformista .
Nel Kansas del 1928 l’amore tra i due protagonisti viene rovinato dalla intrusione delle rispettive famiglie . Passeranno poi gli anni … lei finirà in clinica , lui vedrà la rovina della propria famiglia : tutto ormai sarà diverso .
E traducendo i versi del poeta :
… niente peraltro può restituire l’attimo dello splendore nell’erba , della magnificenza del fiore ; noi non ci rattristeremo , troveremo piuttosto la forza in ciò che ci rimane alle spalle …
si capisce come il loro significato sia stato trasposto sottilmente ed intensamente nel film , i cui strazianti ultimi cinque minuti rimangono uno dei culmini creativi del cinema .
Ma che c’entra tutto questo con l’ultimo preziosissimo lavoro di Mina contenente dodici perle racchiuse in altrettante splendide conchiglie – copertine ?
Ho una dolce nostalgia dei tempi della giovinezza di quelle sensazioni violente che non torneranno più e penso che si possa avere anche nostalgia di un remoto dolore come di una gioia passata , perché la nostalgia non esprime altro che il ricordo potente di un’emozione forte e il rimpianto di non ritrovare più sensazioni del genere nella vita .
Il pensiero degli anni trascorsi non mi procura però alcun dolore , anzi mi sembra quasi come una benedizione perpetua per le cose che mi sono state regalate dal destino e anche per quelle che hanno soltanto indugiato nell’infinito universo dei sogni .
Le emozioni provate nel sentire una nuova canzone di Mina indubbiamente una volta erano più forti , ma parafrasando il poeta , mi accontento di quello che è rimasto , non la si rivedrà più dal vivo , ma ancora la sua voce riesce a darmi brividi come una volta , anche se la mia emotività si è un po’ assopita . E questi motivi americani , uno dei generi di canzoni che amo di più e che , anche se non tutti i giovani lo sanno , rappresentano le radici di tutta la musica di oggi , riusciranno a farmi riaccendere nella mia sensibilità di attento e sensibile ascoltatore ?
La prima canzone è già un colpo al cuore : la bellissima ‘ September song ‘ di Kurt Weill , nella quale Mina descrive in modo sublime come la dolce malinconia autunnale , sottolineata splendidamente dagli archi diretti da Gianni Ferrio , che creano un’atmosfera di sogno , ci permette finalmente di assaporare i frutti e le gioie della vita nei giorni che ancora ci rimangono , centellinandoli giorno per giorno , ora per ora , momento per momento , dopo che le giovanili schermaglie amorose che ci hanno accompagnato nella trepida primavera e nella calda estate della vita sono stati ormai lasciati alle spalle .
Oh , it’s a long , long while from May to December
but the days grow short when you reach September
when the autumn weather turns the leaves to flame
one hasn’t got time for the waiting game …
Anche per me l’autunno della vita sarà in questo modo più lieve come erano più profumate le mie primavere quando Mina , costante compagna di viaggio , colorava come un caleidoscopio la colonna sonora della prima gioventù e che , maturando assieme a me , si è evoluta nel tempo , rimanendo però sempre completamente fedele se stessa .
Posso ancora mangiare dai frutti della prima giovinezza , anche se non posso essere del tutto immerso nel loro sapore . Le forti sensazioni vitali che si sono perdute in compenso sono state sostituite in parte dalla mia capacità di contemplare le esperienze vissute con la mente serena che l’età matura mi ha elargito , mettendomi in condizione di apprezzare di più tutto ciò che ora mi circonda , come le gioie che l’ascolto del disco ancora mi procura con l’atmosfera swing e piena di verve di ‘ Banana split for my baby ‘ , con una Mina con una voce giocosa , effervescente e vorticosamente briosa come da giovane , e quella elegantemente rallentata di ‘ Just a gigolo ‘ di Luis Prima , che mi fanno godere anche adesso di quella spensieratezza giovanile che tuttora alberga nel fondo del mio cuore .
Louis Prima , musicista statunitense di origini italiane ( è cugino di Michele Guardì ) , autore ed interprete di canzoni famose come ‘ Buona Sera ‘ , già cantata da Mina , nasce a New Orleans da una famiglia di origine siciliana : il padre , Anthony Di Prima , era nato anch’egli a New Orleans , ma era figlio di un emigrato di Salaparuta , mentre la madre , Angelina Caravella , era arrivata ancora in fasce da Ustica . L’epitaffio sulla sua tomba è una citazione da ‘ Just a gigolo ‘ :
When the end comes
I know
they’ll say
just a gigolo
as life goes on
without me …
Quando arriverà la fine ,
lo so ,
diranno è solo un gigolò ,
mentre la vita va avanti
senza di me …
Caro Louis , la tua vita continua grazie anche al contributo di questa grande cantante , ‘ italiana ‘ come te !
La voce di Mina ha il potere prodigioso di risvegliare in me sensazioni perdute e la consapevolezza dei doni che il percorso del tempo mi ha regalato . E’ vero , la sua voce arabescata mi è entrata nella pelle e ‘ I’ve got you under my skin ‘ del grande Cole Porter , già cantata da Mina sia alla radio che in televisione , me lo conferma . Mina , ti sento profondamente nella pelle e nel cuore !
I miei precedenti ricordi allora mi sollevano , mi accarezzano ed hanno il potere di rendere i miei anni risonanti momenti dell’essere . E se ho bisogno di sperimentare quelle sensazioni quasi di eternità che mi provenivano quando ero bambino , posso ancora gioire poiché la mia anima conserva ancora questo legame e allora rievoco , anche se solo per un attimo , quella prospettica visione che mi accompagnava quando ero ancora un adolescente .
Anch’io , come tutti , vivo nel tempo , che mi forgia e mi contiene , e le mie emozioni vivono fluidificandosi anch’esse nel tempo , mentre ascolto quella bellissima e commuovente invocazione di salvezza , quella preghiera in musica che è ‘ Fire and rain ‘ , che mi fa ritornare in mente e nel cuore le stesse sensazioni da brivido che provavo quando Mina cantava in italiano il suo amato James Taylor .
Won’t you look down on me , Jesus
you’ve got to help me make a stand
you’ve just got to see me through another day
my body’s aching and my time is at hand
and I won’t make it any other way …
Man mano che gli anni sono passati mi sono reso conto di come la realtà da me percepita si è evoluta pur restando sempre oggettivamente eguale a se stessa ed ora rifletto se rimpiangere i giorni che mi sono scivolati addosso oppure se essere contento delle passate esperienze che ho vissuto .
Continuo ad ascoltare il disco e riascolto canzoni già incise da Mina come ‘ Everything happens to me ‘ , che assieme a ‘ Il cielo in una stanza ‘ detiene i record delle tre incisioni da parte di Mina , che qui canta delle vicende sfortunate che capitano ogni giorno alla protagonista della canzone . Al contrario di Mina che ha la fortuna di avere uno straordinario talento nel trasformare in oro tutto quello che canta e se quello che canta è già in partenza oro ha il dono di trasportarci nell’empireo . L’interpretazione di Mina , arricchita da un accompagnamento musicale bellissimo nella sua fusione magica tra archi e strumenti solisti , contiene quella espressività intensa e un po’ dolente , quasi volesse esprimere il senso di sofferenza della protagonista di questo splendido motivo .
E ora ascolto ‘ Love me tender ‘ , e mi sembra quasi di sentirla per la prima volta , perché , è vero , Mina ogni volta che ricanta un suo brano lo reinventa di nuovo e questa versione è suprema .
La canzone di Elvis Presley , cantante molto amato da Mina e anche da tutti noi , fu un adattatamento della melodia del brano tradizionale ‘ Aura Lee ‘ , una ballata sentimentale dell’epoca della Guerra di Secessione scritta da George R. Poulton e W. W. Fosdick . ‘ Aura Lee ‘ era stata pubblicata nel 1861 proprio l’anno di inizio di questa guerra ( ricordiamo che le vicende di ‘ Via col vento ‘ cominciano nell’aprile dello stesso anno ) ed era diventata in seguito molto popolare . ‘ The King ‘ eseguì ‘ Love me tender ‘ il 9 settembre 1956 durante l’ ’ Ed Sullivan Show ‘ , poco tempo prima della pubblicazione del singolo e circa un mese prima dell’uscita
dell’omonimo film , per il quale la canzone era stata appositamente registrata . Il giorno seguente la RCA ricevette un milione di prenotazioni per il singolo , facendolo diventare disco d’oro ancor prima che uscisse . Mina nel ricantarla ne dà una versione elegantissima e con una voce soffice e contenuta sussurra …
Love me tender
love me true
all my dreams fulfilled .
For my darlin’ I love you
and I always will …
… parole che anche la mia anima sospira per lei , che in questo disco canta veramente con l’anima ed il cuore .
Mi piace tantissimo poi anche l’altra canzone che fa parte della terna delle nuove versioni di brani già incisi , ‘ I’m glad there is you ‘ di Jimmy Dorsey , che fu appunto incisa da una giovane Mina nel 1966 , in uno dei suoi dischi più belli , Mina 2 , che assieme al gemello del 1964 , fu quasi un manifesto programmatico di quella che sarebbe stata una raffinata sezione del suo repertorio . Mina a più di 45 anni di distanza conserva ancora miracolosamente una voce straordinariamente morbida e flessuosa
In this world of ordinary people …
sono felice che ci sia tu , Mina !
Ancora una volta Mina in questo disco continua a rendere omaggio , ma in modo diverso , a Frank Sinatra , con le due gemme , la fascinosa ‘ I’ll be seeing you ‘ e la languida ‘ Anytime , anywhere ‘ , rese ancora più che uniche la prima dagli archi di Gianni Ferrio e dalla voce lacerata di Mina , quasi a rendere un commuovente omaggio a Billie Holiday , e la seconda dall’intervento sapiente della chitarra Luca Meneghello e dalla voce umbratile e sinuosamente sensuale di una Mina dolcissima , ma è soprattutto con uno struggente brano di Judy Garland , ripreso anche dalla ‘ Voice ‘ ( e ‘ regolarmente ‘ rovinato da quell’ingordo megalomane di Claudio Baglioni nel suo ultimo cd come sempre ‘ sfacciatamente commerciale ‘ ) , che la nostra ‘ Voce ‘ mi incanta , ‘ Have yourself a Merry Little Christmas ‘ , brano che renderà sicuramente il mio Natale meraviglioso come quello incantato della mia infanzia . Il testo è infatti un invito a trascorrere un Natale gioioso , dimenticando le tristezze e le difficoltà , con la speranza di poter trascorrere molte altre festività accanto ai propri cari .
Ho finito di ascoltare l’album , le nuvole ora si raccolgono intorno al sole che tramonta , in trasparenza come i raggi dell’arcobaleno , ed è venuto il momento di parlare appunto della canzone che , assieme a ‘ September song ‘ , mi è piaciuta di più ( ma in effetti mi sono piaciuti tutti i brani dell’album ) , ‘ Over the rainbow ‘ , canzone bella e ‘ semplice come i grandi pezzi del passato ‘ , canzone che era da tempo che sognavo fosse cantata da Mina e , come si sa , i sogni son desideri che ogni tanto si avverano .
‘ Over the rainbow ‘ fu inserita come colonna sonora anche nell’elegante film horror , ma di matrice camp , dal titolo ‘ L’abominevole Dottor Phibes ‘ , molto apprezzato da Mina , malgrado ella si fosse professata non amante dei film del terrore , come mi confermò qualche tempo fa rispondendo ad una mia lettera su ‘ Vanity Fair ‘ .
Lei da tempo credo la volesse incidere ; la prima volta la cantò in uno dei famosi Caroselli della Birra , ormai quasi tutti desaparecidos , nei quali vestiva gli abiti di grandi interpreti e nel 1962 indossò le vesti di Judy Garland , interpretando appunto , da par suo , la versione italiana , ‘ Arcobaleno ‘ , di questa song ; un’altra volta ebbe modo di cantarla nella prima puntata di Studio Uno del 1965 come ultimo motivo della fantasia finale quiz dello show , assieme a tutto il cast dello spettacolo : le Gemelle Kessler , Lelio Luttazzi , Milly , Luciano Salce , Paolo Panelli …
Questa canzone , come le altre , non è una cover , anche se tale è definita , perché una canzone interpretata da Mina non lo è mai : la sua voce somiglia a un distillato di liquore e , a dispetto dell’andamento lento del motivo , che ricorda , non a caso , quello della sublime versione live di Sarah Vaughan contenuta nel quarantaduesimo volume della collana ‘ Verve Jazz Master ‘ che contiene tra l’altro anche la strepitosa ‘ Doodlin‘ ‘ , e nonostante l’atmosfera raffinatamente rarefatta , la sua versione è calda , tenera e appassionata allo stesso tempo ed emozionante come poche e mi regala un concentrato di emozioni in una magica atmosfera di aerea sofficità che si dondola nell’aria quasi sospesa tra morbide nuvole che mi trasportano al di là del tempo e dello spazio tra antichi ricordi .
Vivo ora come allora lo stupore provato quando vidi per la prima volta quel fantastico film che fece conoscere per primo questo motivo , ‘ Il mago di Oz ‘ , e questo fu lo stesso stupore provato dalla mia bambina , quando si mise quasi a piangere appena apparve la parola ‘ fine ‘ quella volta in cui questo medesimo film fu trasmesso in televisione .
Ritorno allora ancora una volta bambino , cullato da una dolce ninna nanna …
Somewhere over the rainbow
way up high ,
there’s a land that I heard of
once in a lullaby …
Le sensazioni provate a questo punto vanno a fondersi con quelle stratificate nel tempo , ritornano a galla antichi ricordi che non ho trascritto in alcun diario e ora penso che la nostra storia consiste in quella certezza che prende spessore là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione e di fatto queste mie parole non possono veramente esprimere tutta la felicità ancora una volta provata ascoltando questo disco ; forse solo i versi di William Wordsworth possono esprimere quello che è il mio stato d’animo in questo momento :
… though nothing can bring back the hour of splendour in the grass , of glory in the flower ; we will grieve not , rather find strength in what remains behind …
Con stupore infantile sapevo entusiasmarmi alla vista dei colori di un arcobaleno , alla trasparenza iridescente delle bolle di sapone , al fuoco delle luminarie , allo scorrere di un fiume , ai riflessi sognanti dei cristalli , al canto degli uccelli , alle bianche fiabe della cara mamma , ma ora , invecchiando , devo sapere andare oltre , devo cercare realtà oggettive più complesse che possano allietare la mia anima ed è a questo punto che la filosofia , la spiritualità , la scienza , l’arte , la poesia , la musica entrano in gioco .
E questi sono i frutti dell’età , frutti che mi possono ancora fare entusiasmare alla vita e allora ascolto ancora una volta questa voce divina che vagherà per sempre nei flutti del tempo perduto e , per un eterno istante , ritrovato …
… I colori tenui e sfumati dell’alba si sono fusi adesso con i colori caldi e accecanti del tramonto .
A questo punto , dopo aver già ascoltato tre volte il disco , mi vien voglia di ascoltarlo e riascoltarlo ancora una volta ed immergermi di nuovo nella sua atmosfera calda ed emozionante , godendo della perfetta sintonia tra la divina voce di Mina e il tocco magico del piano di Danilo Rea , il sapiente contrabbasso di Massimo Moriconi , l’essenziale accompagnamento della batteria di Alfredo Golino , la delicata chitarra di Luca Meneghello e l’affascinante tappeto di archi ideato da Gianni Ferrio e diretto dal maestro Alvaro Piccioni .
Ogni nuovo ascolto si impreziosisce così di un’ulteriore rivelazione , di un passaggio che prima non avevo ascoltato con sufficiente attenzione , di una nuova sfumatura che prima non avevo colta .
Ascolto terapeutico che alleggerisce la pesantezza di questo nostro faticoso quotidiano !
Continua Mina , tu nostra felice araba fenice , tu nostro cigno dell’amore , tu vero genio della musica , continua a divertirti a cantare , continua a regalarci album come questo ( sono felice nel sapere che in cantiere c’è una succulente serie di progetti a tema ) , continua ancora ad accendere scintille nei nostri cuori , continua a farci venire la pelle d’oca ad ogni nuovo ascolto di un tuo nuovo disco .
Noi vogliamo continuare a gioire , a godere della tua Voce che il tempo non ha intaccato , continua Mina , vogliamo averti sempre così come sei : una donna libera che ama e che ci fa amare ciò che ama cantare senza i vincoli del businnes alla moda che ha corrotto l’arte dei nostri tempi e che ci ha sempre regalato momenti di pura estasi facendoci amare tutti i generi di musica che durante la sua strepitosa carriera , che dura ormai da più di mezzo secolo , ha affrontato . E così sia !
P . S . : ‘ Splendore nell’erba ‘ è anche il titolo di una canzone di Ornella Vanoni ( retro di ‘ Io ti darò di più ‘ che partecipò al lontano Festival di Sanremo del 1966 ) della quale sarebbe dovuto uscire , quasi contemporaneamente a quello di Mina , un bellissimo lavoro : ‘ Meticci ‘ . Uscirà un po’ in ritardo , credo nell’aprile del 2013 , per via di problemi di distribuzione , che sono stati risolti facendo ricorso ad un’auto-distribuzione , me lo ha confermato Lorenzo Vizzini , che è un giovane e bravo cantautore ragusano che ha collaborato a questo album .
Credo che valga la pena di ascoltare e di acquistare anche questo disco !
Leggendo e rileggendo le cose belle scritte in questi giorni su 12 dagli amici del Minafanblog (a comnciare dal post di Simone Molinari che ha avuto l’onore di fare da imput emotivo alle note ufficiali sul disco redatte da Franco Zanetti) mi sono tornati in mente i tempi in cui – a mesi di distanza dall’uscita di un nuovo album – raccoglievo sulle pagine della fanzine i commenti più interessanti inviati dai fans per lettera cartacea. Credo che varrà la pena di riproporre qualcosa di simile anche nel numero che uscirà a primavera. Dal canto mio, da brava e attempata formichina, comincio già a “ritagliare” e mettere da parte gli interventi migliori…
Mina che duetta con gli strumenti, rapita, emozionata, felice come nel 1972 quando cantava Someday dal vivo alla Bussola. Un sogno per me, che nel 1972 nascevo, cogliere di nuovo quel trasporto nella voce, quell’abbandono, a 40 anni di distanza.
Che dire? Ho sempre desiderato che Mina facesse un disco come questo: un disco di voce e musica, senza orpelli, sovrastrutture, arrangiato in modo superbo.
Certamente un disco per pochi, ma rinuncerei volentieri ad altri 12 best seller come Mina-Celentano, per avere anche solo un altro brano pensato, cantato, suonato, vissuto, come ciascuno di questi meravigliosi 12.