di Mauro Pennazio
Il 28 agosto scorso ci ha lasciati Virgilio Savona, un poliedrico uomo di cultura: autore di testi satirici e di impegno civile, compositore e arrangiatore nel campo della musica ambient, ricercatore etnico-musicale e storico della canzone popolare, autore per bambini (ha collaborato in diverse occasioni con Gianni Rodari) e, recentemente, al centro di un doveroso omaggio da parte del Club Tenco. Ma, per tutti, è soprattutto ricordato quale componente del Quartetto Cetra fin dalla sua originaria fondazione, nel 1941. Insieme alla moglie, la splendida Lucia Mannucci, era rimasto il testimone di una lunga e felice stagione artistica, dopo la prematura scomparsa di Tata Giacobetti e Felice Chiusano. Protagonisti di uno stile nel fare spettacolo che fu anche stile di vita, oggi purtroppo quasi del tutto estinto, i Cetra hanno caratterizzato 50 anni di musica italiana, alla radio (la mitica Eiar), nei teatri e in TV. Con garbo, ironia, altissima professionalità, immensa simpatia, grande rispetto del pubblico. Come non ricordare, in questo spazio, la gradevolissima parodia della Tribuna Elettorale, interpretata insieme a Mina in una puntata di Studio Uno del 1961, nonché le altre occasioni di incontro nei programmi televisivi: Non cantare, spara! del 1968, Jolly del 1970, la prima puntata di Milleluci dedicata alla radio, nel ’74… Ma permettetemi di segnalare anche un momento televisivo poco conosciuto che vede i Cetra con Mina: nel corso di una puntata di Al Paradise del 1985 fu riproposto il filmato tratto da Milleluci in cui Mina cantava La pioggia di marzo con lo sfondo delle sue precedenti apparizioni in TV; dopo le prime battute, l’inquadratura si allargò a comprendere i Cetra, ormai con qualche anno sulle spalle ma sempre scintillanti di swing, che si univano alla voce di Mina con il loro prestigioso impasto di voci… da brivido! Altri incontri musicali di questi tipo sono avvenuti sul versante discografico, ad esempio con la bellissima canzone di Pino Spotti Le tue mani, magistralmente interpretata dalla Mannucci negli anni ’50 e ripresa nel decennio successivo da Mina con altrettanto splendore. E quando i Cetra incisero un album rievocativo della loro carriera, non persero occasione di citare con affetto la collega nella canzone Studio Uno (“…C’era Mina che ti conquistava con le sue canzoni, passando con disinvoltura dalla melodia allo swing!”). Qualche anno dopo fu lei a restituire l’omaggio ai Cetra incidendo la loro celeberrima I ricordi della sera nel doppio Sorelle Lumière del 1992. A proposito di questa canzone, gli stessi Lucia e Virgilio, che ho avuto la fortuna e l’onore di incontrare più volte negli ultimi dieci anni, mi raccontarono che Mina, dopo averla incisa, volle unire alla copia del disco che inviò loro in omaggio un affettuoso biglietto che li rese felicissimi. Sempre in quel periodo, a un giornalista che li stava intervistando e che a un certo punto si era permesso di esprimere un giudizio negativo sugli ultimi dischi di Mina, bollandoli come “prodotti di routine“, Cia rispose: “Ma lei li ha davvero mai ascoltati i dischi di Mina? Canta ogni tipo di repertorio, e ha una voce che esprime tutti gli stati d’animo… se questa me la chiama routine…”. C’è sempre stato un feeling tra Mina e i Cetra, se non altro li ha contraddistinti la stessa concezione di arte e di vita: rigore stilistico, discrezione, riservatezza. In questi ultimi anni, rimasti soli, Lucia e Virgilio preferirono non mostrarsi più in pubblico ed eclissarsi da un ambiente nel quale non si riconoscevano più. Penso che Mina al loro posto avrebbe agito alla stessa maniera. Anzi, l’ha già fatto.
Grazie Virgilio, e un affettuoso abbraccio a Lucia.
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Una Magnifica Giornata con M I N A
Un grazie a Mauro Pennazio. Carlo.
da Gente – Platinette : ” I Miei Voti : MINA : TALENTO UNUCO, 10 e lode.. ” E’ l’unica ad avermi fatto tanto piangere quanto ridere; il pianto ininterotto di quando in Versilia cantava “Ancora, ancora, ancora” E il ridere di gioia nei tanti duetti rivisti più volte cone Totò, Sordi, Tognazzi, Walter Chiari e mille altri. Non amarla è impossibile. Normale che ci manchi : il suo talento e la sua personalità sono pienamente appaganti e, ahinoi, rarissimi “. (1° parte) Carlo.
Caro Pietro,
hai fatto una analisi molto attenta della scena che vede Mina protagonista, uno spaccato la cui descrizione abbiamo seguito con tanto interesse.
Al di là di ogni cosa, semplicemente, io credo che lei come donna, come artista, come scrittrice, qualunque sia la sua espressione, ci prende per mano e ci trasporta lontano per “tanto” non possiamo che amarla.
Chiedo scusa. Ho scritto Sergio al posto di Pietro.
Caro Gil,
il mio messaggio di replica al tuo è andato sotto a quello di Sergio.
Caro Gil,
grazie per avere replicato al mio messaggio, e non ti nascondo che non mi sarebbe dispiaciuto che avessi scritto di più anche su questo o qualche altro argomento.
Col “piglio” prezioso che ti ritrovi, ci appassioniamo alla lettura di quei magici righi che componi.
Ciao, A presto.
Prendo volentieri spunto dal sondaggio del sito riguardo i dischi monotematici più votati della Tigre dell’ultimo decennio – laddove “Sulla tua bocca lo dirò” sembra agguantare un onorevole secondo posto – per pubblicare un mio scritto all’indomani dell’uscita di quest’ultimo. Se volete, è una sorta di recensione alla recensione-stroncatura che il quotidiano “La Repubblica” riservò al disco in questione una settimana dopo la sua pubblicazione. Era tanta la rabbia e l’inconsistenza delle argomentazioni addotte, per stroncare l’opera, che allora mi immedesimai nelle vesti di un critico musicale per tentare di stroncarne l’ingiusta stroncatura (giro di parole, ma è così), con gli scarsi mezzi che un non-giornalista-critico dispone, quali i miei, per intenderci. Ma poco importa. Mi importava invece mettere nero su bianco una serie di riflessioni e di pensieri al riguardo con il preciso intento di smontare l’architettura di un giudizio, oltre che assolutamente parziale, quanto mai ingiusto e penalizzante. Non foss’altro che a cantare è Lei, Mina. Ancora e sempre palcoscenico ideale del nostro imaginario. Musicale e non.
Leggo la recensione/stroncatura su “la Repubblica” di oggi e mi dico “c’era da aspettarselo”. Perché? Tento, provo ad azzardare qualche congettura, un pensiero. Il video/sigla di Mina al Festival di Sanremo deve aver imbestialito non pochi, coloro che pur reputando Mina una illustre “desaparecida” non riescono ancora a capacitarsi il perché di una scelta che ormai perdura da oltre trent’anni, quella cioè nota anche al più disattento degli italiani (e non) di non apparire, di non mostrarsi, della negazione dell’assenza insomma, eccettuato che costoro o coloro forse ancora ignorano che l’”Assente” sforna dischi con regolare puntualità e non da ultimo fa ”sentire” la propria voce/pensiero anche sulla carta stampata. So di dire delle ovvietà, beninteso, ma l’incipit mi serve per arrivare al dunque. Presto detto. C’era quasi da immaginarselo che la scelta di non apparire in una gara canora – laddove tutti sono in carne ed ossa ad esibiscono oltre che loro stessi anche il loro prodotto (più o meno valido… Sic!) per il mezzo televisivo, la “sigla non-essenza” ha finito con lo scatenare le più arbitrarie e/o insensate congetture. Ma stavolta, più che in passato, la Nostra pare abbia finito con l’innervosire vieppiù la fitta schiera di coloro che pretendono (ancora) la Sua viva presenza su di un palco. Come a voler dire: l’hai incisa su disco, comodamente in sala di registrazione, vediamo allora se sei in grado di cantarla anche dal vivo? Critici (?) in primis. Dal più anonimo spettatore al più severo critico musicale, la sensazione che provo è proprio quella di sentirli tuonare “tu continui a non mostrarti e noi, in cambio, noi ti stroncheremo”. E non basta sapere che la Tigre, correndo un rischio grosso, grossissimo con questo disco, si sia invece messa ancora una volta in discussione. Non basta sapere che il parto non sia stato cosa facile proprio per l’ardua prova che la Nostra si è andata a cercare. Non basta sapere che davvero mai tanta scelta – quella per l’appunto di addentrarsi in territori “a rischio” – sia stata quanto mai ardua e coraggiosa. E a dispetto delle stroncature e delle polemiche salottiere, ad ogni ripetuto ascolto del disco sono stordito da tanta bellezza. Capolavoro? Senza meno! Buona parte del cosiddetto pubblico nell’imaginare MINA una entità fuori dal mondo (tele-visivo), ha finito con l’identificarla come “cosa” passata o peggio ancora, “fuori moda”. E risulta pertanto vano qualunque tentativo di redimere coloro che poco sanno di Lei, con l’immane tentativo di spiegare che invece la Grande Assente, oggi più che mai, pubblica dischi molto diversi tra di loro (a dispetto del ventennio dei “doppi” abbastanza ripetitivi nella formula se pur con autentiche perle/gemme al suo interno), e come tali anche abbastanza difficili da paragonare. Tutto questo, ahinoi, sembra sfuggire ancora all’occhio poco attento sempre di costoro che invece molto beatamente vorrebbero coniugare il motto “ci sei, dal vivo” e quindi “ti ascolto, ti compro”. E’ curioso, per usare un eufemismo, come la gente riesca così facilmente a dis-abituarsi e quindi a mal-digerire certe (definitive?) scelte. E’ in questa accezione che Mina finisce (o inizia) col diventare una “cantante” di nicchia. Che poi vero non è. Perché di questi tempi pubblicare un disco come questo e stazionare (solo oggi) per un mese tra quelli più venduti – alla buona faccia dei partecipanti di un Festival che a fatica, e ne contiamo davvero pochi, pochissimi, che nemmeno sanno cosa significhi una dignitosa posizione in classifica – mi dico che nemmeno un buon Bocelli o altri artisti “visibili” avrebbero potuto fare di più, fatto salvo il massiccio apporto mediatico e promozionale di cui continuano a beneficiare. Ma come detto, loro si esibiscono. Mina canta. Per davvero. Tutto il resto sembra interessarla poco, almeno credo.
Non sono un accanito delle classifiche, tuttavia è d’obbligo rimarcare che vedere ancora (e sempre) Mina in una sorta di indice di gradimento non può che rendermi felice. Diatribe di qualche tempo fa: Mina canta per sé e/o per gli altri? Sulla tua bocca lo dirò credo rappresenti invece uno spartiacque significativo nella sua storia musicale. In questo disco senti davvero concretizzarsi un sogno che Mina accarezzava da sempre. Lo senti, lo avverti dai solchi del disco. Questa Sua assoluta padronanza delle note e di certi passaggi musicali. Un piacere, il Suo, di cantare dal vivo quello che il suo cuore le detta(va). Mina noncurante dei gusti del pubblico? Non direi proprio, semmai il contrario, alla luce del repertorio affrontato. Mia piace, la incido mi sembra quasi di sentirla. Perché un disco come questo non deve e non dovrebbe passare inosservato, casomai “materia di insegnamento” obbligatoria negli istituti musicali di ogni ordine e grado! E’ allora in questa accezione che rivendico in toto il concetto di “Unica” e dunque per pochi. Lo sappiamo bene, però, che la Sua classe ha il potere di sovvertire ogni pronostico e porsi sempre, oggi come allora, al di là del bene e del male. Intendiamoci, allora: Mina per pochi, Mina per tanti o tutti, Mina astratta, Mina entità?! Mina, sei davvero tutto e il suo contrario, di queste quattro cazzate che da tempo vanno dicendo sul tuo conto. Ho finito col perdere la voce nelle ore piccole per gridare, urlare, che la Tigre è UNICA e RARA. Per questo ed altri motivi. Mina di certo non hai bisogno delle mie difese, basti tu con la tua Voce. Esclamativo!
La chiusa: una Mina così evocativa possiamo trovarla, in tempi recenti, solo nei suoi “gioielli monotematici”, dal precedente “Sconcerto” e poco prima, nell’immaginifico “Dalla terra”, a mio parere album giustamente stra-votato dagli abitatori del blog.
Ma dimmi, Minona mia e nostra, come si fa a non volerti ancora e sempre più bene???!!!
Cara Pina,
non affannarti a cercare i tuoi scritti per dimostrare la veridicità di quanto affermi…
Che le prostitute non siano mai state invise a Mina lo dice Lei stessa non solo a Fratarcangeli per Play Boy ma anche in un’intervista rilasciata a Bolero-Teletutto, nel 70-71, nella quale Mina stessa racconta come in una sera fredda fu riconosciuta da alcune prostitute che la chiamarono e Lei si avvicinò a loro e parlarono per un bel po’…
Io ho risolto in due righi solo per conferma, ma Lei dice molto di più nell’intervista di cui ti ho fatto cenno e che, se del caso, te la mostrerò.
Caro Mauro, spero vivamente che oltre a leggere, tu scriva ancora qui sul nostro Mina fan club. Penso che vogliamo tutti leggerti.
Un caro saluto
Cara Piera, anch’io come te voglio la nostra Madame x qui. Le vogliamo bene.
Caro Leone,
come tutti sappiamo, quello che si evidenzia è che Mina “sente” molto quello che canta. Per le motivazioni di questa “partecipazione” oltre a quello che scrivi tu, volevo ricordare che Mina ha cercato di comprendere la figura della prostituta. Non si è allontanata quando qualcuna di loro l’ha avvvicinata, per cercare di parlarle e lei si è accostata cercando di concedere, a lei ed alle altre, qualche momento di divagazione.
Di questo ne parla lei stessa nella ormai storica intervista di “Play Boy”, di fine ’72, riportata anche da Fratarcangeli nel “Mina Talk”.
Ricorda che, ai tempi di “Canzonissima”, a Roma, la fermavano per parlare con lei… le chiedevano di tutto e lei rispondeva. Diceva che non era vero che fossero volgari, che erano persone che avevano tanto sofferto ed era contenta di vederle sorridere, mentre discutevano con lei.
Adesso non ho il tempo di andare a rispolverare questo scritto, ma questo è quello che mi ricordo, ciò che mi è rimasto impresso nella mente.
Mina ha sempre cercato di comprendere e risollevare le persone che soffrono e vivono del disagio.
Allora capisco che Mina non poteva cantare in nessun altro modo “Bella vita”.
Su Vanity Fair un lettore chiede a Mina perché, in un articolo per La Stampa ( vedere 19 luglio 2009), ha definito “divino” Giulio Andreotti. E’ talmente indignato che minaccia di fare un falò di tutti i suoi dischi.
Ecco la risposta:
”Dolcissimo Gabriele, prima di tutto grazie per aver messo il tuo nome e cognome.
Questa sera fa’ senz’altro un bel falò dei miei dischi e, al calduccio di quella fiamma così pregna di significato per il tuo altissimo senso morale civico, prova a rileggere e riconsiderare il pezzo de LA STAMPA. Potresti scoprire un mondo nuovo…Sveglia, Gabriele!”
Sublime!
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questa la copertina del brano inciso da Ombretta Colli nel 1972
E’ semplicemnte bello aprire il blog e vedere e leggere con passione ciò che gli altri sanno e hanno visto della storia della musica italiana… Sinceramente del Quartetto Cetra ne avevo sentito parlare vagamente ma non sapevo altro… bhè meno male che gli amici di questo blog ti sorprendono ogni giorno con notizie e curiosità…
Un ringraziamento particolare a Mauro
Francesco
Cara Pina,
condivido appieno le tue parole.
L’interpretazione è sublime e Mina non si vergogna affatto della veste che incarna in quel pezzo (e perchè dovrebbe? E’ il mestiere più antico del mondo, in un certo qualmodo provo una sorta di malinconica ammirazione per chi vende il proprio corpo)e pare di vedrla andare avanti e indietro in una stradina periferica volteggiando una sgargiante borsetta e cantare a squarciagola la sua amara verità sorridendo.
Penso che Mina sia così profonda dal riuscire ad entrare in sè stessa ed estrapolare , in quel frangente, quella parte di ogniuno di noi che cede alla tentazione, che accetta un compromesso per andare avanti, per rendere felice qualcuno o perchè senplicemente pensa che non ci sia più altra via da percorrere. Attingendo da questa emozione si cala in passeggiatrice e la vive cantandola.
Sempre unica e commuovente la nostra Mina, quanto siamo fortunati a conoscerla!
Ciao a tutti…e grazie per i generosi commenti al mio scritto su Virgilio Savona.
La sensibilità di Loris ha permesso che al mio modesto ma sentito ricordo venisse riservata una collocazione privilegiata, ma sottolineo che questo è dovuto alla grandezza della persona che si andava a celebrare e non certo all’autore del testo.
Visto che in questo spazio dedicato alla nostra grande Mina, non mancano gli estimatori dell’altrettanto grande Quartetto Cetra, mi permetto di indicare il mio indirizzo email e invito quanti volessero approfondire l’argomento a scrivermi: mauro.pennazio@regione.piemonte.it
Grazie ancora a Loris per l’alta considerazione che ha nei miei confronti, non sono che uno fra i tanti fan di Mina, e se non ho più scritto è perchè in fondo spesso ritrovavo le mie opinioni già espresse da altri.
Ma vi assicuro che sono un assiduo lettore di ogni messaggio, anzi, sono grato al blog per avermi consentito di fare la conoscenza di due giovani, giovanissimi fan siciliani, Christian e Francesco, che saluto affettuosamente.
Concludo sperando che fra i lettori del mio messaggio vi sia anche un giovane di Torino o dintorni desideroso di intraprendere la gratificante avventura di “collezionare Mina”: ho la vocazione del tutor e l’accompagnerei volentieri su questa entusiasmante strada.
A risentirci presto, il nuovo cd non è poi così lontano…
Baci, mauro.
Caro Leone,
ho replicato al tuo messaggio delle 13,42 per “Bella vita”.
Non vorrei che ti sfuggisse… mi farebbe piacere che lo leggessi. Grazie.
E bravo per averne parlato.
Ciao
Leone,
mi ha fatto piacere che tu abbia “tirato fuori” questa stupenda interpretazione di Mina. Anche io ne sono rimasta subito colpita e credo che, il modo in cui canta Mina la “mala” è da far venire i brividi. A parte la bellezza della composizione, la sua partecipazione è veramente eccezionale. E’ amara e dolce, nello stesso tempo, quando, nella parte iniziale del brano, avviene la descrizione. Man mano, quando la protagonista si racconta al suo ritorno a casa, la grande tristezza per la consapevolezza di quella condizione e la parte finale, incalzante, disperata, per questa vita che non cambierà.
Credo che sia una perla, non solo per la rarità dell’avvenimento, ma soprattutto per la sublime interpretazione di Mina.
mi unisco anche io all’addio definitivo al Quartetto Cetra.
hai ragione Loris, quella versione di La pioggia di marzo è veramente bella! l’ho ritrovata per caso su una vecchia vhs…
:-)
beh la mitica BELLA VITA!
che bello sarebbe averne una registrazione ‘seria’, pur nella sgranata rudezza di una registrazione ‘manuale’ questa canzone mi arriva al cuore in modo diretto e vigoroso.
MINA… dai metti fuori un po’ di roba che qui aspettiamo!!!
Leone è un brano inedito BELLA VITA che Giorgio Gaber aveva scritto per lei e che Mina cantò durante il loro recital…..questo brano doveva far parte di un album UN CERTO NUMERO DI DONNE che gaber aveva scritto per lei….quest’album poi non fu registrato e ci rimane solo quella versione live pirata!!!!
Ragazzi se sbaglio o dimentico qualcosa dite pure ;-)
P.S.Cmq il brano fu inciso in un secondo momento dalla moglio di Gaber…..Ombretta Colli!!!
Buongiorno a tutti!
Ho una piccola questione a cui molti sapranno rispondere.
in un’incisione live fantastica che il grande Franco di Jesolo mi ha fatto avere registrata al Lirico di Milano Mina canta un pezzo che non avevo mai sentito. Riguarda la vita di una prostitua che narra il suo lavoro ma anche i suoi sentimenti. Stupendo pezzo a gusto mio.
Non l’ho trovato in nessun album..
Grazie per l’aiuto e un abbraccio a tutti.
Lion
grazie caro Vassalino,
per questa bella notizia, riferici
che io VORREI vedere MadamX con tutti i COLORI che danno ALLEGRIA
io l’aiutero’ a metterli INSIEME
Piera
lo spera tanto
Da parte di madame x a tutti voi:
http://www.youtube.com/watch?v=CAqxS8JZ8j0
Non temete la nostra regina tornerà presto!!! :-)
Si mia dolce Piera lo sapevo…..io trovo Paolo Limiti uno dei più grandi autori italiani…..Chissà magari prima o poi la nostra Mina tornerà a cantare qualcosa di lui!!!!!
P.S.Loris perchè non fare una bella intervista a Paolo Limiti per la nostra fanzine…sempre che già in passato non sia stato fatto ;-)
grazie, caro Mario r
bella MINA
SE NON CI FOSSI TU..
come sarebbe la mia giornata,
basinn da
Piera
caro Vasssssalino,
sapevi che P.Limiri ha scritto queste parole,
dopo che la mama le ha detto cosa gli mancava del marito?
Piera
Bellissime parole per una delle “colonne” della nostra musica e della nostra storia. Grazie Mauro e grazie al Minafanclub
Buondì popolo mazziniano….questa mattina sul giradischi…..LA VOCE DEL SILENZIO….. :
Volevo stare un pò da sola
per pensare e tu lo sai
ed ho sentito nel silenzio
una voce dentro me
e tornan vive troppe cose
che credevo morte ormai
e chi ho tanto amato
dal mare del silenzio
ritorna come un’onda nei miei occhi
e quello che mi manca
nel mare del silenzio
mi manca sai, molto di più.
Ci sono cose in un silenzio
che non m’aspettavo mai,
vorrei una voce
ed improvvisamente
ti accorgi che il silenzio
ha il volto delle cose che hai perduto
ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai,
che non avevi perso mai,
che non avevi perso mai.
E quello che mi manca
nel mare del silenzio
mi manca sai,
molto di più,
ci sono cose in un silenzio
che non m’aspettavo mai,
vorrei una voce
e improvvisamente
ti accorgi che il silenzio
ha il volto delle cose che hai perduto
ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai
non avevi perso mai
non avevi perso mai.
Kiss!!!!
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Una Magnifica Giornata con M I N A
A quanto pare sono l’unico che non ha il piacere di conoscere Mauro. Ma davvero, faccio i miei compliemti a lui per questo suo ricordo emozionante su Virgilio Savona.
ah….mi dimenticavo
anke se non ho un cd dei Quartetto Cetra(di cui mi dispiace molto, ma devo pensare a comprarmi i cd di MINA… :-)), Indimenticabile Nella vecchia fattoria,come tutti sanno la canzone originale è appunto Old McDonald Had a Farm (canzone popolare americana ), peccati che molti miei coetanei, anke se la cantano in continuazione nn sanno chi sn stati a rendere così Divina ‘sta canzona in Italia… vABBè nOTTe MINA!!!JE T’AIME
bellissime parole, sincere e toccanti!Ha…se al mondo ce ne fossero di piu’ di persone cosi.
Grazie di tutto
Francesca
Il Quartetto Cetra li ho conosciuti tramite Mina, guardando vari sketch di programmi televisivi della vecchia Rai, così come sempre Grazie a Mina ho conosciuto Gaber, Sordi, Totò, Magnani, Mastroianni e tanti altri,,,sempre Grazie a Lei li ho cominciati ad amarli, guardando vari film di ogni di qst attori e attrici… Bacioni Mazziniani !!!!!! voi qui 4ever —-> <3
Ricordo l’orgoglio quando mi sono comprato un cd del Quartetto Cetra anni fa, di fronte a una commessa punk che, a dispetto della sua faccia poco allegra, a un certo punto ha sbottato “Forti i Cetra!”.
Io di fronte queste perdite nn riesco a dire nulla…
Savona è stato anche l’autore dei testi di uno dei più bei dischi di Giorgio Gaber prima della svolta del Teatro-Canzone: Sexus et politica, dove il cantautore trasportava in musica alcune composizioni di autori latini vissuti tra le guerre contro Cartagine e il 180 d.C.
Le rielaborazioni dei testi erano appunto opera di Virgilio Savona, che ne fece dei veri capolavori. Oggi la musica italiana è più triste e più povera.
Grazie a Mauro Pennazio per questo scritto, e a Loris per aver dato spazio a un omaggio secondo me doveroso.
Io lo dico sempre, sono nato tardi… ma conosco abbastanza dei Cetra per poterli apprezzare.
Mi unisco volentieri a chi li ricorda, con affetto e stima.
Complimenti Mauro! Il tuo pezzo è raffinato, elegante e signorile, discreto e piacevole, musicale e intonato… proprio come loro, i Cetra!
Mi scuso per “E’ scesa malinconica la sera” senza l’accento del messaggio precedente.
Purtroppo questi errori di battuta mi capitano sempre nei momenti più sublimi.
Oggi, non appena aperta la posta in arrivo, la prima mail: “MinaFanClub” “E scesa malinconica la sera”.
Ho provato molta emozione che, man mano che i miei occhi andavano scorrendo tra i righi, aumentava.
Grazie a Mauro Pennazio per avere descritto con tanta bravura e partecipazione le sequenze di questi meravigliosi momenti musicali.
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Anni ’40 I CETRA senza LUCIA.
bula bula, mario r.
Come quelli con i Cetra, di questi incontri meravigliosi, sia nella componente umana che in quella artistica, se ne trovano spesso lungo il sentiero della carriera di Mina, naturalmente grazie a lei, al suo modo di essere e grazie anche al grande telento e simpatia dei partners che si sono avvicendati, alla “complicità” che si è instaurata, fino a raggiungere i traguardi prestigiosi che ancora oggi ammiriamo.
Leggo con tanta attenzione e passione, quando Mina ne racconta i “momenti”, quelle rare volte che si sente di farlo, nei sui scritti.
Credo che potrebbe, per le meravigliose esperienze che ha vissuto, assieme a questi grandi artisti (non solo del mondo musicale), con l’intelligenza e la sensibilità che la contraddistinguono, pensare di scriverne i momenti più significativi in un libro.
Sono sicura che lei troverebbe il modo giusto di rancontarceli questi “momenti”.
Grazie Loris, non avevo letto il tuo intervento.
Conosciamo Mauro, effettivamente è da un bel po’ che non scrive; mi auguro anch’io che ritorni da queste parti più spesso.
L’ho appena scritto: sono stato io a chiedere a Mauro un suo personale ricordo di Savona per il nostro blog. E lui mi ha risposto nel giro di poche ore.
“…Un mattone, due mattoni…”
Quando si parla del Quartetto Cetra la prima cosa che mi vien in mente è questa loro canzone degli anni ’70 che ascoltavo da piccolo…Li adoravo, erano come dei vecchi e rassicuranti zii della tv.
E dal bell’articolo di Mauro Pennazio ho rispolverato dai ricordi anche il duetto virtuale con Mina ad ‘Al Paradise’: erano perfetti! (Se non sbaglio, in quell’occasione ci fu anche una loro mini-riedizione di ‘Biblioteca di Studio Uno’ con I Promessi Sposi interpretati da AL Bano e Romina Power, ma questa è un’altra storia…)
Loris, questo articolo di Pennazio è stato pubblicato da qualche quotidiano o è stato scritto apposta per il nostro blog?
No, è Mauro che dobbiamo ringraziare. Oltre ad essere, pur con grande modestia, una delle firme più brillanti del nostro blog – ahinoi ultimamente latitante – ha avuto la fortuna di conoscere Virgilio e Lucia, legandosi a loro da un intenso rapporto di amicizia e di collaborazione. Proprio per questo ho chiesto a Mauro di uscire per una volta dal suo guscio (di solito mi guardo bene dal forzare chicchessia a intervenire nel blog: ognuno deve sentirsi libero di scrivere solo quando ne ha voglia e soprattutto quando sente di avere qualcosa di utile e interessante da dire) e a ricordare per noi il grande Virgilio. Inutile dire che la risposta – bellissima – di Mauro al mio invito è arrivata nel giro di poche ore. Grazie davvero, e auguriamoci davvero che egli torni presto, magari in circostanze più liete, a nobilitare queste colonne con qualche suo nuovo scritto.
Bellissimo e toccante post…grazie Loris e Remo!!!!