Mina Fan Club

Nella Terra del Sol Levante, Mina ci andò una prima volta nel maggio del ’61, in occasione del lancio sugli schermi nipponici del film Appuntamento ad Ischia. Oltre ad esibirsi nel roof garden del più importante albergo di Tokio e nei night più esclusivi delle maggiori città dell’Arcipelago, la giovane Tigre lanciò in tre diverse trasmissioni della Nippon Television i suoi successi del momento, da Il cielo in una stanza a Tintarella di luna (destinata a diventare un vero e proprio inno religioso tuttora cantatissimo in ogni pagoda che si rispetti), nonché Anata To Watashi (Tu ed io) del Maestro Bruno Canfora, suo compagno di viaggio insieme all’irrinunciabile patron Elio Gigante. Sull’onda di quella prima trionfale tournée, la Diva italiana avrebbe dovuto tornare in Giappone nell’estate del 1962, per girare da protagonista – al fianco di Jean-Claude Brialy – un film di coproduzione internazionale imperniato sui preparativi delle Olimpiadi giapponesi previste due anni dopo. Quel progetto alla fine sfumò, ma nel settembre ’64, al termine della più lunga e articolata tournée transoceanica della sua carriera (che la portò, povera lei, da Melbourne a Toronto all’Estremo Oriente), Mina fece comunque tappa anche a Tokio, accolta dal pubblico locale con un entusiasmo adorante tale da far apparire robetta – al confronto – l’attuale, inspiegabile fan-isterismo planetario tributato a quella simpatica sbruffona di Lady Gaga. La “nostra” Lady Mìmi presentò in TV la reincisione in lingua di Un buco nella sabbia (Suna Mi Kieda Namika) oltre alla nuovissima Sette mari di Tokai-Sanzanami che in Italia avrebbe visto la luce soltanto nel 1982.

Fu proprio il successo di Un buco nella sabbia (bissato poco tempo dopo con Wakare, alias Un anno d’amore) che valse alla superstar cremonese l’ambito “Disco di perle” come “artista internazionale più venduta dell’anno”, surclassando persino i Beatles. Ciononostante, dopo quell’ultimo exploit, Mina in Giappone non la si vide mai più. Ma i suoi dischi continuarono a essere distribuiti con una certa regolarità in quelle Terre con ottimi riscontri in quelle terre almeno fino ai primi anni Ottanta. E ancora oggi, nonostante di lei si trovi ormai in circolazione solo qualche greatest hits, il nome e il Mito di Mina sono ricordati con immutato affetto e nostalgia dal pubblico nipponico più adulto. Tant’è vero che la TV di Stato Nippon Housou Kyokai sta progettando una puntata speciale di 60 minuti tutta dedicata alla Tigre del programma Amazing Voice (Voci straordinarie). A tale scopo, nelle ultime settimane il regista della trasmissione Kodama Tomohito è giunto appositamente in Italia con la sua troupe per intervistare Massimiliano Pani, Vincenzo Mollica, Mauro Balletti e altri stretti collaboratori di Mina. E nel pomeriggio di domenica prossima, 12 dicembre, sarà ospitato nel Salotto milanese di Madame X, dove si esibiranno per l’occasione due tra le più accreditate tribute band fondate in onore della Signora, i piemontesi Viale Mazzini di Cinzia Bellini e i romani VitaMina di Giorgia Bassano…

Autore:

99 risposte

  1. Nell’attesa di ascoltare la novità di Mina in radio volevo chiedervi se qualcuno di voi sa se oggi è uscito o ancora dovrà uscire il libro di alfondo signorini su mina previsto per oggi…

  2. E dopo la pausa festiva eccomi qui a darvi il BUONDì :rotfl: e questa mattina suono per voi PORTATI VIA:

    E mentre brucia lenta questa sigaretta
    io sto seduta qui, che non ho fretta,
    ti ascolto, dimmi, tanto è come l’altra volta
    facciamo pace a letto e non dentro la testa,
    chiunque ci sentisse in questa discussione
    direbbe lei cretina ma lui che gran coglione.
    Oh, quante bugie mi hai detto, dove ti ho trovato,
    in quale maledetto giorno t’ho incontrato,
    lo sai che se ti guardo adesso non mi piaci
    ridammi le mie chiavi, dimentica i miei baci,
    non voglio più nemmeno toccare le coperte
    dove ti sei sdraiato, dove ti senti forte.
    Che cosa c’è da dire, cosa c’è da fare.
    Siamo due cuori affetti dallo stesso male.
    Non c’è niente da dire,niente più da fare.
    Portati via le tue valigie, il tuo sedere tondo, i tuoi caffè.
    Portati via i fiori finti, la tua faccia, la tua gelosia,
    vai via, portati lontano da me.
    Portati via tutto questo amore che non è mai amore.
    E mentre brucia lenta questa sigaretta
    sorrido fingo e ti accompagno sulla porta,
    io nei tuoi occhi leggo Scusa un’altra volta
    poi la tua schiena si allontana quanto basta
    così ti vedo andartene su queste scale
    da questo astratto amore, da questo stesso male, che mi fai.
    Che cosa c’è da dire cosa c’è da fare.
    Siamo due cuori affetti dallo stesso male.
    Non c’è niente da dire, niente più da fare.
    Portati via le tue valigie, il tuo sedere tondo, i tuoi caffè.
    Portati via i fiori finti, la tua faccia, la tua gelosia,
    vai via, portati lontano da me.
    Portati via tutto questo amore che non è mai amore.
    portati via
    portati via
    vai via portati lontano da me.
    E mentre brucia lenta questa sigaretta
    io sto seduta qui non ho fretta.

  3. Grazie Pina sei sempre gentilissima Quando vuoi sei la benvenuta sempre INTANTO ha confermato la presenza anche SABRINA COLOMBO percio sarà una domenica STRAMAZZINIANA……………..B giormata a tutti voiiiiii

  4. Bravo, Giacomino. E’ veramente una bella proposta!
    …E poi… non ci scordiamo di “Brava”. Io sceglierei la versione da “Senza Rete ‘68”… E poi “Balada para mi muerte” da “Teatro 10”. E il duetto con Battisti? E poi… ci sarebbe anche “Grande, grande, grande” (l’interpretazione nella prima puntata di “Teatro 10” è bellissima)…
    …E poi quanto più possibile da “Mina in Studio”, anche (importantissimi) gli spezzoni delle preparazioni e prove. E poi…
    Nadia, ma non puoi chiedere ai giapponesi di fare uno special almeno di… tre ore?

  5. Io gli farei vedere il filmato di Anata to Watashi tratto da Studio Uno 61… Sicuramente troveranno buffa la vestizione del kimono, ma per loro sarà un contributo video molto interessante.

  6. Bisognerebbe proporre i video in ordine cronologico per far vedere qual’è l’evoluzione della Voce. Io proporrei anche i video fatti dai prodi del fan club per proporre il legame che Mina ha col suo pubblico attraverso le canzoni più nuove.
    Si può andare da “Questo Settecento” in poi. I live sono imprescindibili (“Someday” soprattutto!) e poi i live in studio.

  7. io aggiungerei THE NEARNESS OF YOU- MA COME HAI FATTO-TU SI NA’COSA GRANDE da MINA IN STUDIO e poi QUESTO 7OO ,…ma come si fa a scegliere tra mille e più capolavori?

  8. Un capolavoro di interpretazione: TU CON ME
    http://www.youtube.com/watch?v=_OTfEw7qnhs&feature=related

    C’è un pugnale nel mio animo
    di nascosto guardi me tu stretto a lei
    e nel mio stomaco sento come un pugno ormai
    stai provocandomi, fissandomi
    è un invito muto il tuo, ma cosa aspetti mai
    “Forza, arrenditi” questo tu mi stai chiedendo ed io
    ho già perso l’equilibrio, sono ipnotizzata ormai
    dagli occhi tuoi e non m’importa se
    se c’è un’altra accanto a te. Seguo ogni gesto tuo,
    lo sguardo tuo, la promessa acerba e poi
    l’intesa tra di noi, l’impossibile
    ed invece sto pensando a quando…

    Tu con me, ma che battaglie pazze ci farei
    ma cosa ti direi e mi tremano le mani
    e non so attendere, voglio vivere
    le avventure che s’inventano ma
    tu con me, e dentro ad ogni cosa ci sei tu
    mi lascio andare e poi come due calamite
    che si attirano ci abbracciamo noi
    e davvero non mi sento in colpa.

    Sono solo un pò impacciata io
    poi mi sciolgo quando tu mi chiami amore mio
    e fai il cinico per giocare un pò con me
    innamorata io, finalmente anch’io
    ci vediamo ancora vuoi, stropiccio gli occhi miei
    per svegliarmi, ma io non sono mai stata tanto sveglia
    tu sei con me stasera
    tu con me.

  9. Ciao, Nadia.
    Prenderei il volo per essere anche io lì, ma non è possibile.
    In verità non si saprebbe da dove cominciare e che scegliere prima, senza accorgersi che è un peccato tralasciare qualcos’altro.
    Penso a “Someday” dal vivo Bussola ’72, “Bugiardo e incosciente” da “Senza Rete ‘70”, “Io vivrò senza te” e “La pioggia di marzo” da “Milleluci”, “Una donna, una storia” da “Teatro 10”, “E poi verrà l’autunno” e “La voce del silenzio” da “Canzonissima”. E poi, anche se non ci sono filmati, più recenti “May Way”, “Magnificat”, “Mi chiamano Mimì”, “Con o senza te”, “Amoreunicoamore”, e poi… e poi.. e poi…

  10. DATEMI UNA MANO Quali video e spezzoni possiamo far vedere per la tv GIAPPONESE? GRAZIE

  11. Buondì mazziniani in questa giornata pre-festiva augurandovi che domani passiate una buona giornata voglio suonare LA CASA DEL SERPENTE:

    Tu lo chiami amore
    e non lo vedi
    eppure lo chiedi
    col falso pudore che ha
    chi provoca l’amore e non ne dà.

    Tu che dici amore
    in quale amore credi?
    Tu in punta di piedi
    che vegli la tua libertà
    se c’è amore,
    non è te che prenderà

    Io so soltanto che con te ho aspettato
    qualche cosa che non è arrivata
    ma stare a corto di pazzia
    mi toglie l’allegria, la voglia
    di mandare sangue al cuore,
    di mandare sangue al cuore.
    So soltanto che con te ho aspettato
    e che il tempo mio non è bastato.

    Ma la casa del serpente
    ha i suoi colori
    e il sole ne sta fuori
    non sfiora la fragilità
    di chi fa della paura
    una sua serenità.

    Io so soltanto che con te ho aspettato
    qualche cosa che non è arrivata
    ma stare a corto di pazzia
    mi toglie l’allegria, la voglia
    di mandare sangue al cuore,
    di mandare sangue al cuore.
    So soltanto che con te ho aspettato
    e che il tempo mio non è bastato.

  12. ma perchè quando fanno queste raccolte, le fotografie non sono mai relative al periodo preso in considerazione? questo vale anche per il cofanetto italdisc-carosello. e pensare che ci vorrebbe poco per realizzare dei prodotti …decenti!

  13. Ho avuto da poco l’antologia “Mina – “Italian Style”.
    http://thumbsnap.com/s0qWUxqK
    http://thumbsnap.com/H1ZQF84o
    Una compilation periodo Ri-fi in doppio cd. Bella la foto di copertina. La veste è digipak a tre ante, ben curata (anche se mi sarei aspettata… un po’ di più dalla grafica). Come spesso accade in questo genere di pubblicazione, scarseggiano note descrittive delle interpretazioni e notizie storiche. Sarebbe stato opportuno e molto gradito un libretto interno, ma a stento sono riportate le date di incisione (di cui – una “bella” percentuale – sei, errate).
    Purtroppo nessuna different take da segnalare. E’ la motivazione che più mi spinge a ricercare questo tipo di pubblicazione. In tante occasioni è capitato di ben incappare in queste “sorprese”. Qualcuno di noi, tempo addietro, ha chiesto di segnalare tutte le different take riscontrate da ognuno. Io ho postato qualche titolo, ma poi mi sono arenata. Certo è un “lavoraccio”… ma sarebbe veramente una bella soddisfazione poterle evidenziare e catalogare.
    Che ne dite? Capisco che non è il periodo più adatto, impegnati come siamo in queste belle novità, ma più avanti ci potremmo fare su un pensierino.

  14. Ciao, Francesco.
    Purtroppo non abbiamo a Cefalù “La Feltrinelli”. Mi riferivo a quella del nostro capoluogo.
    Il libro in questione non era disponibile in negozio e l’ho ordinato da quella sede. Spero di ritirarlo fra qualche giorno.
    Bacionissimi e te e Santina. Vi immagino indaffarati (un occhio ai fornelli e l’orecchio alla Diva che, come scrivi tu, “… cantò e… incantò”), perché lo so che la canzone che preferite aver cantata dai vostri clienti è… “Ma che bontà”.

  15. Per il 9 dicembre su radio DJ
    si potrebbe sapere più o meno la fascia oraria ?

  16. Ciao Giuseppe!
    Siccome io sono un grande rompipalle, specialmente per quanto riguarda i testi delle canzoni che adoro, mi permetto di fare qualche correzione ai primi versi…
    In maniera affettuosa, però, e solo per rendere perfetto il giradischi! :-)

    CERTO SU DI ME

    Certo a molti sembra un’idiozia,
    se mi sentono parlare,
    che ti possa ancora amare.
    Certo per chiunque non sia io
    è impossibile capire
    e non so che cosa dire.

    Farei meglio a concentrarmi su di me
    ad uscire un pò di più
    forse non dimenticarti
    ma pensare alla mia vita
    forse senza mai odiarti
    ma capire che è finita.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non aver paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova a addormentarti
    su di me.

    Certo se io fossi amica mia
    mi direi cosa ti aspetti
    da un uomo come lui,
    guarda solo il tempo che è passato
    non illuderti di nuovo
    quante volte ti ha fregato

    Quante volte, quanta mia malinconia
    quanto sole andato via
    dovrei dire colpa tua
    dovrei fartela pagare
    dovrei farmi i fatti miei
    come faccio a non capire.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non aver paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova a addormentarti
    su di me, su di me, su di me.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non aver paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova ad addormentarti
    su di me.

  17. Caro antonio,
    HU ..che fortunato che sei stato, ne VORREI una copia anche io qui a Milano CHE FATICA faccio a trovarlo!

  18. Salve a tutti:
    io il libro Gran grande…… della Zoppi l’ho appena comprato online su ibs….. ciao.

  19. Ciao Pina!
    Quando ci siamo visti ho dimenticato di chiederti: quando parli di Feltrinelli ti riferisci a quella palermitana oppure ce n’è una in quel di Cefalù?
    Un affettuosissimo abbraccio a tutti Voi anche da parte di Santina!

  20. Piccolo appunto! Ma non sarebbe stato giusto mettere in punta la ns. “Stella”! Ma quanto sei bravo, io a stenti scrivo qualcosa qui sul blog! Devo proprio fare un piccolo corso!

  21. grazie caro Mario r,
    PIU’ DI COSI’ bell’Albero non potevi fare
    lo stampo e me lo metto qui vicino al compiuter
    COSI’ avro’ un Albero Speciale..con tutti Voi cari Amici Fans
    di MINA :beauty: vicino alla
    Piera
    nazionale

  22. cara Pina bella,
    io alla Media Word dove sono andata, una periferia di Milano, Novate Milanese, c’era una libreria Feltrinelli, ho fatto vedere la copertina del libro che ho stampato della Zoppi..
    la commessa ha guardato sul compiuter perchè li’ non c’era e mi ha detto che due copie c’erano in centro a Milano.
    Ho subito chiesto a un caro amico tassista di farmi il piacere di andarmi a cercare il libro..in quanto lui con il Taxi puo’ andare nel caos di Milano.
    Ho mandato una email all’autrice del libro,
    ma non ho avuto risposta. Mah!
    Ricambio il tuo saluto con un BUONDI’
    Piera

  23. Buongiorno che bello leggere questi post così belli :rotfl:
    Per augurarvi un buon inizio settimana oggi il giradischi suona…CERTO SU DI ME:

    Certo amor, ti sembra un’idiozia,
    se mi sento non parlare,
    che ti possa ancora amare.
    Certo per chiunque non sia io
    è impossibile capire
    e non so che cosa dire.

    Farei meglio concentrarmi su di me
    ad uscire un pò di più
    forse non dimenticarti
    a pensare alla mia vita
    forse senza mai odiarti
    ma capire che è finita.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non avere paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova ad addormentarti
    su di me.

    Certo se io fossi amica mia
    mi direi cosa ti aspetti
    da un uomo come lui,
    guarda solo il tempo che è passato
    non illuderti di nuovo
    quante volte ti ha fregato

    Quante volte, quanta mia malinconia
    quanto sole andato via
    dovrei dire colpa tua
    dovrei fartela pagare
    dovrei farmi i fatti miei
    come faccio a non capire.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non avere paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova ad addormentarti
    su di me, su di me, su di me.

    E invece sono ancora io
    che vorrei dirti
    di non avere paura
    di non tormentarti
    appoggia qui la testa
    e prova ad addormentarti
    su di me.

  24. Persiste ancora il problema della identificazione del titolo nel nuovo libro di Isabella Maria Zoppi su Mina, uscito da pochi giorni.
    Con tanto di copertina stampata dal titolo “Grande grande grande…“ , non so negli altri centri vendita, ma da Feltrinelli non è così identificato e non si sarebbe trovato, se non mi fossi ricordata del titolo pubblicizzato inizialmente, e saremmo ancora lì a cercare. Infatti, indicandolo con il titolo “Parole parole – Mina e il suo grande successo televisivo” è stato trovato. Non capisco come mai questa archiviazione , ma se lo richiedete presso questa catena, almeno sapete come cercarlo.
    Un saluto per tutti.

  25. Il verso cantato da Mina dovrebbe essere:
    “Who could ever deny the way that he treats you overnight?
    And you know”

  26. Loris, una domanda da girare a Samuele Cerri.

    Io ho ricostruito per conto mio il testo di “WALKING THE TOWN” e mi sembra che vi si descriva la vita di una prostituta. Gradirei conferma.
    In questa canzone abbiamo una donna che passeggia per le strade notte dopo notte.
    La mia supposizione nasce principalmente dal verso “Who could deny the “excellent” way that she treats him?”, dove mi pare evidente l’ “one-night stand”

    Ammetto che potrei sbagliarmi, ma sarei sorpreso se avessi torto, Nonostante la musica allegra questa è anche una canzone triste. Mina canta la canzone di una donna la cui esistenza è legata alle strade.
    Bisognerebbe vedere in che punto del film si colloca e se il commento musicale è stato scritto a ragion veduta o è stata inserita una canzone che non ha nulla a che vedere con quanto viene rappresentato sullo schermo.
    Grazie!

    http://www.youtube.com/watch?v=y8DmitKdCS8

  27. grazie madaneX dei complimenti,
    mi fai diventare il viso ROSSO
    portero’ il 45gg un’ANNO D’AMORE giapponese
    per Lp..pesa troppo..ha! hs!
    Piera
    p.s.
    se accendi la spina vengo con quella a mano
    VERDE LUNA..questa la devi spingere..ha! ha!

  28. la Repubblica – Venerdì, 19 novembre 1999 – pagina 33
    di GIUSEPPE VIDETTI

    Il ‘900 di Repubblica/ GLI OSCAR DEL SECOLO LA CANTANTE
    MINA LA VOCE CHE INCANTA LA BUSSOLA DEL CUORE

    La più grande di tutti per vent’ anni ha tenuto l’ Italia fra le sue dita per altri venti l’ ha imprigionata nel ricordo Per il suo ultimo concerto alla Bussola di Viareggio nel 1978 ci furono charter dal Cairo per trasportare i fans

    PER vent’ anni ha tenuto l’ Italia stretta tra le sue lunghe dita. Per altri venti l’ ha imprigionata nel ricordo di quella stretta. La voce? Il più prezioso accessorio della sua personalità. Complessa, magnetica, intrigante, carismatica. Perché diversamente non si diventa Mina. Si resta Anna Maria Mazzini. Con quella voce potrebbe cantare di tutto, immobile davanti a un microfono, singhiozzando parole d’ amore. Regalerebbe emozioni comunque, con quel dono di cui madre natura l’ ha dotata. Lei aveva di più (parliamo al passato per una scelta che l’ ha trasformata in assenza), aveva anche la maschera. Come la Callas. Il viso, il taglio del naso, gli occhi grandi, immensi per quel vezzo di cancellarsi le sopracciglia. E le mani: mobilissime, generose, carezzevoli, da grande madre, come la vedeva Fellini. Nel 1968, quando l’ Europa era sottosopra, gli studenti sfilavano in strada e le donne lanciavano la loro sfida ai mariti e alla chiesa, lei riaffermava in ogni canzone un morboso attaccamento all’ amore borghese. Ma nella vita era più anticonformista di tutte. Aveva 28 anni, da cinque anni era la signora incontrastata della musica italiana. Aveva combattuto e vinto grandi battaglie. Come donna e come artista. Da ragazza madre che, dopo l’ ostracismo della tv, era stata riabbracciata e trasformata in vedette di Canzonissima, il più acclamato varietà di tutti i tempi. Da ondivaga della musica che, con la stessa disinvoltura, vagava tra un bolero e una canzone messicana, tra una bossa nova e un tango, tra un Morricone e un Gershwin. Mai una canzone era stata così felice di essere interpretata come quando lei le “rubava” ai colleghi che si affannavano sul palco di Sanremo. A volte sembravano banali, anonime, persino grigie. Lei le rendeva nobili, fiere, maestose. Le inventava di nuovo. “E se domani”, “Che vale per me”, “L’ immensità”, persino “Che freddo fa” erano tutte piccole rivincite che si prendeva sul festival dei fiori che all’ epoca delle “Mille bolle blu” l’ aveva umiliata eliminandola in prima serata. Quei “furti” volevano dire: adesso sono qui, sono la Mina, non mi avrete più, sono una voce al servizio della canzone non del festival di Sanremo. Non sarebbe mai più scesa nell’ arena per farsi votare. Questa è Mina, prendere o lasciare. La Mina post- sessantottina non lasciò più che nessuno le guastasse la festa della vita. Che era sua e solo sua: e nessuno poteva obbligarla a volare, a tentare la carta americana, a volare in alto accanto alla Streisand e a Sinatra. Qualche volta faceva uno sforzo, e si concedeva all’ industria. Come quella volta che cantò con l’ orchestra del maestro Martelli (dal vivo certamente) all’ edizione del ‘ 68 della Mostra della Musica Leggera di Venezia: una versione da urlo di “Un colpo al cuore”, stretta in un abito a disegni folk che le lasciava scoperti i fianchi abbondanti che tutti adoravano. Si gonfiavano e si sgonfiavano con una dieta speciale di stress e mal d’ amore. Quando era giunonica si castigava con austeri abiti da sera che lasciavano libere solo le braccia, che in televisione sembravano smisurate come i suoi acuti. Quando era magra, azzardava minigonne mozzafiato, come in quella tournée in cui si spartiva la serata con Giorgio Gaber e cantava quella straziante, indimenticabile “Non credere”, protagonisti lei-lui-l’ altra, un testo in cui quasi tutti in quegli anni (i primi Settanta) s’ immedesimarono. A un certo punto smise di apparire, ma non di osare. Se s’ innamorava di una canzone non c’ era scampo, doveva cantarla. Fosse stata idiota come “Sacumdì sacumdà” o immensamente poetica come “Bugiardo e incosciente” o “Ballata d’ autunno” del cantautore catalano Juan Manuel Serrat (alla cui arte era stata introdotta da Paolo Limiti e Gino Paoli, che le sarà eternamente riconoscente per quel “Cielo in una stanza”). Quando nel 1978 cantò alla Bussoladomani (a due passi dalla “vera” Bussola, forse l’ unico posto dove riusciva a cantare in pubblico senza terrore), dopo anni di assenza, sembrò un rientro in grande stile. Era l’ addio definitivo. Portò in scena i suoi amori, le canzoni. Qualcuna tenera, qualcuna sguaiata, qualcun’ altra surreale: una selezione imprevedibile, come il suo carattere. Ci furono voli charter dal Cairo per trasportare fans ai suoi concerti, perché Mina è sempre stata un’ icona, oltre che una cantante. Lì vennero a venerare la dea che già si nascondeva dietro i veli che la costumista Pia Rame le aveva sapientemente cucito addosso. Fu la prova generale della definitiva assenza. Non ci sarebbe riuscita senza quel pieno d’ amore.

  29. Ben detto NADIA, concordo in pieno con te sulla nostra Piera Nazionale!.

    Purtroppo io NON potrò esser presente nel SALOTTO per ovvi motivi, ma la mia vicinanza a tutti voi e a MINA la sentirete anche se sarò a tante DISTANZE da voi!

    Un caloroso saluto ai nipponici d’adozione!

  30. Piera ti adoro Con la sedia elettrica Sei unica sei grande Piera la tua forza è meravigliosa…Donne come te sono UNICHE..Sei sempre il prima fila Tu porta la dedia ed io accenso la spinaaaaaaaaaaaaaa TVBENE

  31. cara madameX,
    questa volta verro’ con la ..”sedia” elettrica.. per farmi vedere MEGLIOOOOOO saro’..esplosiva come una :drool: MINA..ha! ha!
    Piera
    nazionale

  32. Certo Loris hai perfettamente ragione..Ho regalato al sciur Kodama anche un LP che tu sai…..Una persona di grande gentilezza sia lui che l’interprete.
    Mi hanno chiesto si fare un piccolo buffè..e che saranno loro ad offrirlo Ma non mi sembra giusto e sarete tutti miei ospiti….(GHE PENSI MI) ctedo sia il minimo che posso fare grazie ancora ancora ancora
    Mario fra una settimana parleremo tutti in Giapponese almeno avremo la scusa di non capirciiiiiiiiiiiiiiiii ahh ahhh bacio

  33. Ci sono voluti anni per imparare Anata To Watashi…. ho appena imparato Mele Kalikimaca (ho dovuto scriverlo sulla mano) e ora Kodama Tomohito, ma dove finirò con tutti questi giri di lingua punto di domanda

  34. Ok, Loris, però ritengo che Mina non abbia presentato “Un anno d’amore” in giapponese nel settembre 1964, dal momento che la prima incisione in italiano è della fine dello stesso anno.
    Mina incide il 45 giri “Un anno d’amore/E se domani” poco prima di “Se piangi se ridi/Più di te”.

  35. Nadia, io invece spero vivamente che questo special di un’ora proponga – soprattutto a vantaggio del pubblico giapponese più giovane che sa poco o nulla di Mina – quanti più filmati e canzoni originali possibili della nostra Amata e un po’ meno voci all’infuori della Sua. Oggi stesso contatterò il regista ringraziandolo per l’invito a Milano (al quale né io né Remo potremo purtroppo intervenire) e chiedendogli un recapito presso cui inviargli in dono altre copie delle nostre riviste oltre a quelle che gli hai gentilmente regalato tu: le fanzine, che il signor Kodama ha molto apprezzato, ci sembra bastino e avanzino come testimonianza concreta dell’impegno del Club.

    p.s. Pardon per le sviste – prontamente corrette – sull’anno dell’ultimo viaggio giapponese di Mina. Il mio solito viziaccio di pubblicare i post scritti in fretta e furia (specialmente oggi, con gli ultimi venti superpacchi natalizi da preparare) senza prima rileggerli…

  36. Grazie LORIS credo sia importante essere in tanti per domostrare lamore che abbiamo.verso la Sciura….
    Anche se il Salotto non è grandissimo invito tutti i fan a partecipare e dare il loro calore.
    Vivoglio caldi anche se è Dicembre: Che il Giappone si interessi a Lei trovo la cosa strardinaria percio in Kimono o no fan vi aspettiamo numerosi..Sara una domenica prenatalizia e questa sarà una Piccola Strenna per noi Grazie Loris Grazie AL MFC sempre………..ore 14

  37. Loris, credo ci sia un refuso. Se parliamo del 1962, Mina non può aver cantato né “Wakare” né “Suna Mi Kieda Namika”. “Wakare” è la traduzione di “Un anno d’amore” che esce da noi due anni dopo – fine 1964 e “Suna Mi Kieda Namika” è la versione giapponese di “Un buco nella sabbia” disco di Mina per l’estate 1964.
    Per “Settemari” discorso analogo. E’ del 1964. Sono tutti brani Ri-Fi.
    Nel 1962 Mina era ancora sotto contratto con la Italdisc.
    Controlla, ma mi sembra ci sia una svista.