Ultimaora del 14 settembre: Abbiamo aggiornato il post precedente Certo certissimo, anzi probabile con l’immagine di copertina dell’edizione americana di Sulla tua bocca lo dirò e con la data precisa – il 25 settembre – dell’uscita dei tre annunciati LP della Sony…
E’ stata per tutta l’estate la regina degli ascolti nell’access prime time di Raiuno (“Non passa sera senza che una sua canzone, una sua apparizione, non sia presente nella scaletta di Supervarietà – ha scritto la nostra Platinette nella sua rubrica sul settimanale Di Più – e, sebbene lei non abbia bisogno di alcuna ulteriore celebrazione, questa è un’occasione oltremodo piacevole per apprezzarne ancora una volta il talento, la simpatia, la grande presenza scenica”); un recentissimo sondaggio effettuato su un campione di oltre mille frequentatori tra i 18 e i 60 anni del sito di incontri Meetic la vede al quarto posto tra i cantanti più ascoltati dagli innamorati dopo Ramazzotti, Baglioni e Vasco; le ristampe dei suoi CD del catalogo EMI uscite nelle edicole col Corriere e con Sorrisi sono andate a gonfie vele, contribuendo certamente ad allargare il suo target abituale a nuove fasce di acquirenti. Insomma, con questi incoraggianti presupposti che confermano l’indistruttibilità del mito-Mina nell’immaginario collettivo degli Italiani, il successo di vendita del prossimo album di inediti parrebbe assicurato. Eppure, tra i fans più scatenati – quelli che Mina la vorrebbero prima in Hit Parade in ogni mese dell’anno, foss’anche con la più trita delle raccolte di successi Italdisc – già dilaga l’apprensione: “Dovremo sopportare di vedere Mina scavalcata in classifica da quella specie di Marco Masini in gonnella con la faccia da badante ucraina?“, si chiede con angoscia un nostro socio fiorentino davvero un po’ ingeneroso nei confronti della povera e innocua Alessandra di Amici (e delle rispettabilissime badanti ucraine). Ma le sue preoccupazioni sono, in fondo, più o meno le stesse che uno dei più autorevoli osservatori del mondo discografico, Mario De Luigi, ha espresso – ovviamente con molta più eleganza – in un suo recente editoriale su M&D: “Si rassegnino gli artisti grandi e piccoli che da mesi stanno lavorando agli album da proporre nel periodo autunnale (l’unico in cui si vendano ancora dischi, per questo tutti si affannano a uscire nell’ultimo trimestre dell’anno, sperando di rosicchiare spazi alla concorrenza): perché nei prossimi mesi non saranno loro a dominare le classifiche, bensì una pattuglia di nomi nuovi finora sconosciuti, che si batteranno nell’arena dei due talent show finora collaudati – Amici e X Factor – e di altri in fase di preparazione come Italy’s Got Talent (…). Insomma, il pacchetto di giovani leve è pronto a decollare: purché sia un pacchetto, e non un pacco”.
P.S. Ma se sul regno di Mina, nuvole passeggere a parte, in Italia non tramonta mai il sole, non può che farci piacere la notizia dell’immutato successo della Tigre anche in terra tedesca: nei giorni dell’ultimo Sanremo, i video delle sue antiche partecipazioni ai Festival ’60 e ’61 postati su Youtube dal sito Blogosfere hanno registrato un numero record di visualizzazioni, con oltre 9000 contatti dalla sola Germania. A tale proposito vi segnaliamo, grazie al nostro Sider Zanellati, due gradite emissioni in DVD da poco apparse nel mercato teutonico: la prima è l’antologia di videoclip Als Die Schlager Laufen Lernten (Delta Entertainment, N 48021) con successi anni Sessanta di artisti come Gus Backus, Sandie Shaw, Connie Francis e, naturalmente, Mina che appare in un bellissimo filmato in bianco e nero del 1962 con la sua indimenticata Heisser Sand; il secondo DVD è invece quello del film Das Haben Die Madchen Gern (pellicola del ’62 cui lei prese parte come guest-star cantando Fiesta Brasiliana), al momento non ancora pubblicato singolarmente e reperibile solo nel cofanetto di sei DVD Peter Kraus Edition (su etichetta Kinowelt), comprendente altrettanti film del noto cantante-attore-conduttore bavarese.
Autore: loris
Nadia, hai visto che succede a frequentare un Flamingo come me?! Tutta la discrezione di Big Mario in un attimo ha fatto PLUF e ora buonanotte al secchio! L’irreparabile è già fatto e mo non si può più tornare indietro.
La canzone per te è già pronta da un bel pezzo, ma aspettavamo il momento giusto per pubblicarla. Soprattutto aspettavamo che tu fossi rientrata, specialmente dopo che le notizie su un tuo presunto avvistamento a Massabielle erano state categoricamente smentite: lo dicevo io, che ci farà mai la Nadia in una grotta?! Ti avviso già da ora che, essendo assolutamente vietata ai minori di 18 lustri, dovrai aspettare che il sole sia calato per vedere divulgata la CANZONE PER TE.
Pascalina era stata convocata dal Congresso Internazionale di Roccasecca sull’amoxicillina e non è mai più ritornata, Eno mi manca da morire e vorrei proprio saperlo quand’è che ritornerà…
Ed ora non posso neanche finire di scrivere il mio commento in risposta a quello – splendido – di Mauro (Dalla Bussola è stato anche per me il primo “forziere” acquistato!) ma non posso continuarlo più adesso, devo scappare, devo andare ad una festa hawiana e devo farlo pure di corsaaa!
da il VENERDI’ di Repubblica
di oggi:
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bula bula, mario r.
errata corrige
è..per PINA
stamattina perdo i tasti!
per Piana
la tua MAGIA di MINA
mi ha toccato il cuore
Piera
errata corrige
madamex
ciao Madax
sto’ leggendo la vita del geranio..è molto istruttivo!
QUANDO ci vediamo ti faro’ il RACCONTO
Piera
Ma Mario… un uomo così’ discreto,per bene tranquillo…. serio…E all’improvviso eccoti li truccato……Nun se po fidarsi più di nessuno…
Poi da quando sei diventato compositore ufficiale del MFC,chi ti trattiene più..Ma me la vuoi dedicare una canzone o no? Okkio topone che ti curooo.
Scusate non vedo più i commenti straordinari di ENO se qualcuno sa qulcosa? e nemmeno Pascalina..forse lei sarà andata a impastarepizze per il suo Maragià.ma mi mancano.
Che caldo ragazzi …al pincio tutti al Pincio vado al Pincio ci vediamo lì (ma dove cazzarola è stò Pincio?)ciao Piera bella gioia
Ma che bello questo messaggio.
Mauro, mi hai fatto rivivere tanti ricordi che la memoria aveva momentaneamente accantonato.
L’attesa, l’arrivo, l’ascolto e la sorpresa per ogni nuovo 33 di Mina. Un’emozione autunnale praticamente fissa, irripetibile.
La consapevolezza di avere appena acquistato un capolavoro (ero tra quelli che facevano la fila davanti ai negozi la mattina dell’uscita del disco) e la sensazione che la puntina, leggera, facesse rivivere QUELLA VOCE solo per me, tra le pareti della mia stanza, in assoluta esclusiva.
Grazie per aver condiviso questo bel ricordo.
Oggi apro una (parente) personale e
subito la chiudo la (parente).
bula bula, mario r.
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Ciao Claudio,
Ricevuto invito su fb?
Scusa Loris se ho usato questo spazio per motivi non MINOSI!.
Posso unirmi anch’io al vostro BUONDI’. BUONDI’ a tutti amici!.
grazie caroooo Mario r
è proprio una magnifica giorna, perchè oggi c’è
‘0 SOLE MIO
se poi lo canta MINA è piu’ bella ancora
Piera
prendi anche il mio BUONFI’ cara MadamX
te lo cantiamo INSIEME a MINA
Piera
neanche io??? ma Madame, ma dove le hai viste?
chissà che combini con quel nuovo copmuter…
Carissimi amici, sarà un caso ma sento molti fans di Mina citare tra gli album preferiti 5043 e Altro: anche per me è così, anzi, se devo dire, la mia predilezione assoluta va al doppio 1+1.
Non dico che sia il disco “più bello” fra i tanti di Mina, precedenti e seguenti, ma è senz’altro l’album cui sono più affezionato e che sceglierei se ne dovessi salvare soltanto uno (orrore)dal diluvio.
Permettetemi di entrare nel privato per dirvi il perchè.
Non è stato il primo 33 acquistato, quel record spetta “alla scimmia” (poi vennero il primo del mio meglio e 5043)ma è quello che mi ha svelato completamente la predilezione verso Mina, aprendomi la mente al perchè amavo Lei e non le altre interpreti di musica che in quel periodo (avevo 15 anni nel 1972) pur mi piacevano…
In particolare a svelarsi a me furono le due dimensioni dell’arte canora di Mina comprese in quell’album.
Conoscevo la Mina televisiva, tutto era partito da lì nel 1967, ma ora ascoltavo ipnotizzato le interpretazioni estremamente carnali e fisiche del live alla Bussola (non esisteva ancora il supporto video per poterla ammirare con gli occhi): sudavo, tremavo e “trattenevo il fiato” per tutta la durata delle due facciate del disco, liberando una gioia infinita con Someday e il finale…
Ma più di tutto ero rapito dalle atmosfere inconsuete e cangianti delle canzoni contenute in Altro.
La voce di Mina in quelle canzoni sapeva essere soave, sofferta, giocosa, tagliente…
Ero sempre concentrato col pensiero su quelle canzoni e ne ripetevo come un mantra i titoli: Non ti riconosco più, I giorni dei falò, Ballata d’autunno, L’amore forse, Volendo si può. Fate piano, Rudy, L’abitudine, Amore mio, Ossessione 70.
E la confezione del disco poi…tutto quel bianco fuori e dentro, il contrasto del nero dei due vinili che uscivano verso l’interno protetti dal nylon, i due libretti così importanti, così diversi.
Le foto di Gianbarberis sgranate e pronte a prendere vita, del concerto: sfogliandole cercavo di abbinare ogni scatto a una canzone; e i disegni di Ronco, schizzi di una Mina “altra”, privata, onirica.
Così, dopo la scoperta del pianeta Mina avvenuta discograficamente parlando con l’ellepì della scimmia, ecco per me la rivelazione di una filosofia: l’idea del doppio nella vita, che mi avrebbe accompagnato da lì in poi, l’essere uno ma anche il suo contrario, il dover coabitare con un se stesso altro…sembrerà strano ma l’ho percepito la prima volta con quel disco tra le mani e le canzoni di quei due vinili uguali e diversi, sul giradischi.
L’anno dopo arrivò la conferma: Frutta e verdura/Amanti di valore ancora come una sorta di Yin e Yang…
Ecco, mi sono dilungato un po’ troppo e mi scuso, ma concludo ringraziando ancora Mina per aver saputo toccarmi così nel profondo.
Baci, mauro.
(ciao Francesco)
ma dove? non le trovo… :(
Buon Giorno TiGrotti..Questa attina ho strabuzzato gli occhi aprendo e vedendo quelle locandine Giapponesi.Cazzarola che belle.Grazie Claudio sei ok.Anche Mario Rossi ha fatto un bellissimo collage come sempre con tutta la fantasia..
Vassalino Amore mio che bella canzone come sempre “E dimmi di no,che non ho ritegno che tanto lo pensi,con quel tuo sorriso stretto tra i demti,aria da insolente come non cé ne.
Dal Manzanarre al Reno,
con Loris e Remo,
da Ischia a Tokyo,
in un batter d’occhio,
dalla sera alla mattina,
sempre con la nostra Mina!
;)
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P.S.: Sapete cosa significa la parola “Mina” in giapponese?
Ma sì, è facilissimo: significa più o meno la stessa cosa anche in mazziniano, in minesco e in tigrese…!
Buondì ai miei cari mazziniani….questa mattina sul giradischi….NO(1981)….:
No
perché non mi sembra
di averti tradito,
perché non ragioni
e ti siedi un minuto,
perché non ti calmi
e ascolti anche me.
No, no
perché tu sai tutto
e sei troppo sicuro,
perché la tua testa
è più dura di un muro,
perché sei uno sciocco
a fidarti di me.
E dimmi di no
che non ho ritegno,
che tanto lo pensi
con quel tuo sorriso
che resta tra i denti,
aria da insolente
come non ce n’é.
No, no,
io che un altro uomo
non l’ho mai sfiorato,
io non ti perdono
di aver dubitato
cosa devo fare
con uno così.
E dimmi di no
che non ho ritegno
che tanto lo pensi
con quel tuo sorriso
che resta tra i denti
aria da insolente
come non ce n’é.
No, no,
per un imbecille
c he ha visto un sorriso
e ne fa un romanzo
di scandalo rosa,
chiudi la partita
e la chiudi così.
Ti dico di no
tu l’intelligente
che va via di mente,
del tuo grande genio
non resta più niente
l’aria da insolente
forse tutto qui
no, no.
Kiss!!!
Buon Giorno con M I N A
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Intervista a Benedetta Mazzini
Prima parte
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=382979&START=0&2col=
seconda parte
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=382979&START=1&2col=
Sul sito di MINA le elaborazini di FABIO BIASSUTI….GRANDE FABIO te l’ho meriti.
Per Loris.
Volevo solo spontaneamente manifestare la mia soddisfazione per un dibattito , credo interessante.
Non intendevo “quantificare”. Semmai “qualificare”.
Mi dispiace per te, che tu mi abbia risposto in questo modo.
non so se sia un caso ma dopo il nessun dorma di MINA su you tube si sono moltiplicate la versioni presenti….specie rivisitate da donne…
Ma siamo arrivati nuovamente al punto di quantificare i codazzi come avveniva con taluni ai tempi della Bacheca Mazziniana? La cosa mi sconcerta un pochino. “Un record!”, “Ancora un record!”, “Ma che primato!”. Pare di sentire Bruno Vespa col Berlusca l’altra sera. Aiuto!
Ciao Gil, posso chiederti do cosa ti occupi nella vita..Sei un grande…Mina si innamora se ti conosce.Ciao.
Ciao Sergio,
premesso che l’unicità di Mina sia una delle poche verità indiscutibili di questo povero pianeta – almeno questo è quello che pensiamo noi mazziniani! – trovo che sia altrettanto inconfutabile il fatto che il mondo intero, e non da oggi, si regga sui termini di paragone.
Come avremmo mai potuto affermare la tangibilità dell’incommensurabile “statura” di Artista di Mina se non confrontandola con la “piccolezza”, altrettanto palapabile, di tante altre?!
Quindi i paragoni ben vengano, perché…
:) QUESTO IL MONDO FA GIRAR :)
Dest sinist, dest sinist,
qui e lì, notte e dì…
questo il mondo fa girar.
Bianco e ner, falso e ver,
questo il mondo fa girar…
Per ogni qua c’è sempre un là…
per ogni se c’è sempre un ma…
per ogni su c’è sempre un giù…
per ogni men c’è sempre un più.
Più o men, vuoto o pien…
questo il mondo fa girar…
Qua e là , va’ e sta’…
Sempre in alto mira e va…
esci dalla mediocrità !
Non star solo ad aspettar
ciò che per caso puoi trovar.
Se metti buona volontà
il mondo tutto ti darà.
Però se tu non rischierai…
Nulla mai rosicherai.
Per ogni men c’è sempre un più…
per ogni giù c’è sempre un su
e questo il mondo fa girar.
http://www.youtube.com/watch?v=0TWNyYSAHgA
P.S.: Ciao Nadia, ben tornata!
Bravo Gil,
dieci repliche più una in quota! (E quale! in quota…).
Ma non è finita qui!
Ah, già! C’è quest’altra mia (e ti pare niente).
E quindi (puntini… puntini…) undici repliche più una in quota.
Bello Gil….apprezzo molto ciò che hai scritto…perchè davvero Mina è Mina…e il resto è….forse nulla…ciao ciao
Gil,
un po’ in ritardo replico al tuo scritto di oggi, che reputo un vero e proprio “pezzo” giornalistico, a livello di eccellente critica, sia per la motivazione da cui nasce, che per il modo in cui si svolge la descrizione.
Per quanto riguarda la “lungaggine”, considerando quello che dovevi dire, credo che si ponesse la necessità di svolgersi e “muoversi” in un certo “spazio”.
Per il contenuto, Gil, che dire? Hanno già risposto vivamente in tanti. Io, un breve commento. Trovo queste tue considerazioni interessanti e stimolanti. Un modo intelligente di fruire.
Qualche volta, spaziando, mi ritrovo a soffermarmi su qualche raffronto, evidenziando ed analizzando le prerogative di ogni artista. Ma, infine, come te, felicemente concludo che … Mina… è Mina! E non perchè “socchiudiamo” gli occhi e sentiamo solo lei. E’ che lei ha qualcosa in più. Lei, che emoziona!
cari Amici,
Vi voglio dare la buona sera a tutti VOI
a MINA un grazie!
Piera
Aiuto!!! C’è una strega in camera mia!
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Lo so che i veri collezionisti rideranno, ma per me è una grande conquista!
Buona serata a tutti… W Mauro che non fa altro che scrivere momenti, episodi e curiosità che fanno crescere in me (e in noi) una gioia immensa… quindi grazie di cuore…
Francesco
carissimo luigi, mi dispiace contraddirti ma di IN THE MOOD esistevano già le registrazioni cantate dalle ANDREW SISTERS & GLENN MILLER ORCH. tratte dall’album THE CHESTERFIELD BROADCASTS dic.1939-marzo 1940 e tra le altre versioni quella di JOHNNY MADDOX del 1950. certo che la versione di MINA non ha paragoni con nessuna di queste esecuzioni.
http://www.youtube.com/watch?v=f5QGwWoMUpM
Gil il tuo scritto è bello, ma permettimi di dirti che il brano In the mood a quanto mi ricordi, e se non sbaglio è stata proprio la nostra Mina a cantarlo per prima e l’ha cantanto assolutamente come nessun altra riuscerebbe a fare, andando anche sulle note degli strumenti con degli acuti strepitosi e bellissimi. Dopo di lei sempre se non erro , c’è stata Bette Midler che ha inciso lo stesso brano nel suo disco del 1973, che seppur molto brava è lontana e di molto, dalla versione grandiosa che ne ha fatto Mina nel 1968. Per il brano Someday mi pare di averlo già detto più volte, la versione di Mina non ha paragoni con nessuno e non perchè lo dica io che sono un semplice fan di Mina, ma l’ha detto anche un giornalista di cui non ricordo il nome scrivendo; “non è stata forse Mina la più grande interprete di Someday? In conclusione di quando dici, certo che Mina non canta per far vedere che è brava ,ma canta perchè le piace cantare e cioè le viene naturale e d’istinto a cantare non come altri che hanno dovuto imparare a cantare, e come ha detto Mina per Judy Garland, e cioè che è nata pronta per cantare, lo stesso dovremmo dire noi di Mina.
Ecco un’altro aspetto di Mina dove viene fuori tutta la sensualità e la carnalità della donna,grande interpretazione gran bel testo forte e diretto…
Caro Gil, spieghi benissimo il tuo pensiero e lo condivido…L’originalità con cui Mina “autentica” ogni sua interpretazione, e che per me è l’elemento principale della grandezza di questa artista, è l’aspetto che spesso i critici utilizzano invece per banalizzare la trasparenza del canto di Mina.
Molti critici confrontano la “semplicità” con cui Mina canta ogni testo e ogni melodia, con l'”artificiosità” di altre voci, anche notevoli, anche di successo…e inevitabilmente ne traggono motivi perimputare a Lei valutazioni negative.
Approccio sbagliato, secondo me, che al contrario mi lascio semplicemente attraversare dalla voce del Suo canto, e vengo tutte le volte folgorato da un’emozione che commuove e rende felice insieme.
mauro
Gil come al solito sei bravissimo nel raccontare la voce di Mina e con la voce tutto quello che esprime con un gesto ,uno sguardo ,una nota ,una frase detta con amarezza ( e poi non fare quel sorriso che è cosi triste sul tuo viso) in una sola frase c’è tutta una storia …
Mina dalla voce prodigiosa …ha tante voci la Mina…
Mina che s’avvicina al jazz già all’inizio della sua carriera affrontando brani come Summertime e imponendo nelle fantasie televisive omaggi a grandi compositori da Gershwin a Cole Porter ai Beatles.
Mina che ti fà scoprire la musica brasiliana ,Mina che ti fà amare le canzoni napoletane,Mina che ti avvicina alla musica sacra,Mina che omaggia il melodramma.
Tutto questo ti avvicina almeno per me per
voler sentire anche gli originali proprio per vedere come la Signora si è avvicinata
a queste cose.Per sentire come le ha fatte sue.
Non mi sarei mai sognato di ascoltare musica sacra,grazie alla sua voce invece ho potuto avvicinarmi anche in questo genere di musica.
Quindi hai ragione nel dire che Mina ci insegna ad amare la musica…
la Repubblica – Giovedì, 12 ottobre 1989 – pagina 27
di GINO CASTALDO
Si intitola “Uiallalla” il nuovo doppio album della cantante
RITORNA MINA SECONDO COPIONE
Grande voce, solite canzoni Un disco di “remake” ed uno di brani inediti: una produzione di gran classe dietro alla quale però non si avverte alcuna progettazione Ed è da una decina d’ anni che Mina sceglie questa formula, come un vezzoso snobismo
Ogni volta che si ascolta un nuovo disco di Mina, sembra di entrare in un mondo irreale, senza tempo e senza spazio, un soffice e melodioso Iperuranio che galleggia impalpabile sul mercato discografico. Questa sensazione è certamente dovuta al fatto che Mina per prima sembra ormai vivere in un mondo tutto suo. Ogni altro disco italiano che viene pubblicato porta con sé i segni del tempo, anche involontariamente, ma non i suoi. E non è solo questione di esilio. I dischi di Battisti, ad esempio, che con Mina condivide questa sorta di rigido Aventino, sono modernissimi, avanzati, comunque basati su un progetto di canzone, cosa che non avviene per lei. I suoi dischi potrebbero essere datati indifferentemente a quando si vuole. Solo la progressiva raffinatezza delle tecniche di incisione rivela il passare del tempo. Non fa eccezione questo Uiallalla (ed.Pdu). Il copione viene rispettato con esasperante puntualità. Anche questo come l’ ultima decina di album che l’ hanno preceduto a scadenza annuale, è un disco doppio, di cui una parte è dedicata a brani già editi, e la seconda a brani inediti. A curarlo è stato come sempre il figlio Massimiliano Pani. Una produzione impeccabile, di grande classe, anche se come si diceva non si avverte dietro questo nuovo lavoro alcun tipo di progettazione. Casomai solo la vezzosa possibilità di scelta di una cantante per la quale qualsiasi autore vorrebbe un giorno scrivere. E Mina ha scelto col consueto snobismo una serie di remake presi dall’ illimitato scibile canzonettistico. Si comincia con La pelle nera di Nino Ferrer che fa da cornice ad un paio di classici black, ovvero Johnny B.Goode, per la verità riproposta con scarsa originalità, e la più rara Black Betty del mitico bluesman Leadbetter. Un passaggio attraverso Angeli negri (dando quasi l’ impressione, del tutto fuori luogo, di un accenno di sviluppo tematico) e poi la vera prima grande interpretazione di questo album, ovvero il bel pezzo di Paoli Una lunga storia d’ amore tratto dal suo repertorio recente. Altro passaggio fuggevole con Les cornichons di Nino Ferrer e approdiamo alla classica When your lover has gone, che tutti i grandi hanno interpretato prima di lei, e la sua voce certo non sfigura. Discutibile anche il repechage dei Beatles Oh Darling, pochissimo motivato, prima di un altro straordinario momento, di gran lunga più adatto alle corde della cantante, ovvero Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi di Mogol-Battisti. Poi ancora Are you lonesome tonight, subito dopo una vera sorpresa: Sarà per te, il pezzo che Francesco Nuti portò l’ anno scorso a Sanremo. E la sorpresa sta nel fatto che cantata da Mina diventa improvvisamente una splendida canzone, con tutto il rispetto per Nuti che, come è noto, fa un altro mestiere. Magia di una grande interprete, si potrebbe dire, ma anche un’ antica snobistica vocazione di Mina che spesso ci ha costretto a pensare che qualsiasi cosa, trattata dalla sua voce, può diventare un capolavoro. Questa prima parte chiude con Chitarra suona più piano di Nicola Di Bari e la sfruttatissima As time goes by. Girando pagina arriviamo alle canzoni nuove. Qui, ancora più che nei remake, si avverte questa aurea, imperturbabile immobilità stilistica. La Mina di sempre si diverte a portare alla ribalta autori esordienti e collaudati veterani. Il primo pezzo La montagna, è firmato da Piergiorgio Benda, giovane veronese di professione stuccatore, ma subito dopo tocca al duo Limiti-Donati comporre una di quella morbide, eleganti bossanove che sono una delle specialità di Mina. E dopo, in piena atmosfera soft jazz, propiziata da jazzmen di rango come Danilo Rea, Tullio De Piscopo e Toots Thielemans (vecchia conoscenza di Mina), è il turno nientedimeno che di Francesco Salvi, sì proprio lui, autore di una bella ballata intitolata Bachelite. Ma nelle altre canzoni c’ è posto anche per autori come Panceri, Calabrese, Morris Albert, e infine per Giorgio Conte, fratello del più famoso Paolo, che si è prodotto in un paio di notevoli composizioni. La prima, Il plaid, risveglia antichi fascini di melodie anni Quaranta con cori suadenti e vellutati, e la seconda, T.I.R., che chiude il disco, è forse il momento più originale ed emozionante del disco con Mina improvvisamente calata nella parte di un guidatore di camion, avvolto da una lugubre, notturna, sofferenza da viaggio. In tutto questo lei appare discontinua e svagata, troppo intenta a porsi al di sopra di tutto e tutti, senza contatti apparenti col mondo reale. Come al solito ci sono alcuni momenti di grandissima intensità, altri di gustosissimo divertimento musicale, ma continua a mancare da troppi anni una proposta più autorevole, una poetica di fondo che non sembri così colpevolmente neutrale. Trionfano i sentimenti, ma dominati da questo clima di perfezione che li rende lontani, irraggiungibili, in fondo non necessari. Ed è un peccato perché come sappiamo bene Mina con quella voce potrebbe fare quello che vuole. Il fatto è che non vuole.
-dal Po a Lugano-
la Repubblica – Martedì, 7 novembre 1989 – pagina 29
Vive a Lugano dal ‘ 66
DA IERI MINA E’ DIVENTATA CITTADINA SVIZZERA
GINEVRA Anna Maria Mazzini Crocco, in arte Mina, è in possesso del passaporto elvetico. Il consiglio comunale di Lugano ha accordato ieri sera alla celebre cantante e alla figlia Benedetta l’ attinenza luganese da cui deriva automaticamente la cittadinanza elvetica. Mina vive a Lugano dal 1966, con grande discrezione e senza pubblicità. La cantante paga alla Svizzera circa 250.000 franchi all’ anno di tasse. In Svizzera ha sede anche la sua casa discografica, la Pdu, che procura lavoro a 25 persone. Il 17 luglio scorso l’ esecutivo municipale aveva già espresso la convinzione che la signora Crocco adempia alle condizioni prescritte e sia meritevole di essere ammessa alla cittadinanza luganese e aveva quindi proposto al consiglio di accettare l’ istanza della cantante e della figlia Benedetta. Il passaporto elvetico costerà a Mina 2.000 franchi (circa un milione e 650 mila lire) secondo la tassa di concessione calcolata in base al reddito della cantante.
Bravo GIL hai fatto una descrizione perfetta. Dovremo essere noi a scrivere le critiche.noi che sappiamo amarla talmente tanto da riuscire a capire anche il suio respiro..A volte invece ci sono critici che si staccano le penne dal fondoschiena intingono l’inchiostro nelle pozzanghere e si mettono a scrivere…..
Ciao Domenico salutami la bellaNapoli…..
Ciao Gil
Capisco il tuo punto di vista e per certi versi lo condivido, però ha ragione Piera MINA è unica e non ha paragoni…Per favore, non mi toccate Mina…
La Martini, la Callas, Dalida sono anch’esse fra le mie preferite, MA MINA ha quella marcia in, quel “qualcosa” in più che t’arriva direttamente al cuore, all’anima, che ti fa venire i brividi…Quindi, faccio tanto di cappello alle altre, però NON facciamo i paragoni con Mina…E poi, la Callas faceva un repertorio, prettamente lirico, e perciò non si può paragonare ad un’artista sublime come Mina che fa musica per lo più pop.
Gil, mamma ma come scrivi bene!
Hai fatto un’analisi da sbattere in faccia ai migliori critici musicali! La sintesi è quanto mai più che giusta: Mina è Mina.
C’è un valore aggiunto da non sottovalutare: Prima di essere “un’operaria della musica”
è principalmente una persona umana, una donna che ha anteposto la propria vita, i suoi affetti ,il suo “proprio”, a qualsiasi successo o interesse economico, fischiandosene altamente di tutte le conseguenze.Hai proprio ragione:Mina è Mina.
Approfitto:
Contessa, ciao!
complimebti caro Gil,
hai descritto bene cosa e’ la “grande voce” di MINA
hai talmente scritto TUTTO in modo capillare e certosino!
IO non la parogono a NESSUNO..perche’ MINA è “unica”
Chi non comprende quanto MINA sà dare lasciamolo nell’INDIFERENZA
Il tuo scritto và letto-riletto piu’ volte, a chi ANCORA ha da ridire su MINA
Piera
Meravigliosa canzone… come del resto tutto l’album… Grande Peppe!!! Ottima scelta!
..è una delle mie preferite, questa MAGICA FOLLIA
bellisima canzone piena d’AMORE
Piera
Gil sei forte ma dovresti essere più sintetico.
Ti voglio bene comunque.
Ciao
Condivido quanto affermato da Gil, soprattutto in merito ad accostamenti e paragoni a volte non corretti … la grandezza di Mina è quella di essere sempre credibile, di non poter mai essere catalogata e “ghettizata” entro schemi che critici più o meno benevoli più o meno consapevoli più o meno onesti si ostinano ancor oggi a voler trovare … la dimensione di Mina è indubbiamente sovranazionale, e questo non vuol dire che sia meno italiana o che noi italiani, vittime di un complesso di inferiorità rispetto alla musica anglosassone, dobbiamo rinnegare le nostre tradizioni e la nostra storia musicale … Tuttavia mi sorge il dubbio che coloro che come me amano Mina possono senz’altro apprezzare qualsiasi altro genere musicale … ma poi ritrovano in lei quelle emozioni che altri non “possono” darti, un ventaglio di emozioni che toccano tutte le corde dei sentimenti dal riso al pianto al sorriso al dramma sempre coerenti, e che ad ogni sentimento t’accorgi che la sua voce è sempre diversa pur essendo inconfondibile … ci manca però la sua presenza fisica e questo non può essere compensato … ma dobbiamo farcene una ragione e prenderne atto e comunque dire alla fine che “Mina … è Mina”
grazie caro Mario r
del tuo BUONDI con la MINA
Piera
Vorrei provare a rispondere ai dubbi esposti da Lillo qualche giorno fa e magari riuscire a spiegare quello che, forse, voleva dire…
Da parte mia ho sempre pensato che Mina insegna ad amare la musica piuttosto che autocelebrarsi. Ha mostrato il suo amore per diversi cantanti ed autori ed espresso il suo parere in termini di ascoltatrice. Eppure sul blog la musica (in senso più ampio) viene spesso mortificata proprio con le espressioni da Lillo citate: “dopo Mina”, “premesso che non esiste altra cantante come Mina”, “premesso che Xxxx ha una bella voce ma non come Mina”, ecc… Insomma, piuttosto che fornire paragoni costruttivi, tutto spesso viene appiattito al “la nostra è più brava”, il resto non val la pena ascoltarlo. Ma per fortuna non sono poche le persone che vanno aldilà di tale sterilità.
E’ indiscutibile che Mina è la cantante italiana non del secolo ma del millennio e questo non solo per le sue tre ottave di estensione, visto che c’è anche chi è andata anche oltre. Però ha presenza fisica e scenica, una personalità, una carica interpretativa e un timbro di voce che le consentono di affrontare qualsiasi genere riuscendo a superare anche gli interpreti di cui ripropone il pezzo e laddove il paragone era improponibile, con l’intelligenza musicale che l’ha sempre contraddistinta, ne ha dato una sua rilettura dell’esecuzione facendone venire fuori una versione che non ammette diritto di replica.
Nei confini nazionali non esistono paragoni, e su questo non ci piove! Riconosco che la classe interpretativa e molto psicologica della Vanoni è insuperabile, l’anima Folk che trasuda ironia e amarezza da tutti i pori ce l’aveva solo la grande Gabriella Ferri, la tragicità in Dalida era una sua esclusiva prerogativa e che il patos della Martini è difficile riscontrarlo in altre interpreti. Però Mina, a seconda di quello che interpreta, spesso riesce anche ad essere la somma di tutte perché ognuna di queste interpreti era legata ad un suo esclusivo cliché al contrario di Mina che non ha mai avuto limiti di genere, di voce e di ruoli. Ovvio che nel cantare “Mi chiamano Mimì” il paragone con la “divina” Callas non regge, visto anche che Pop e Lirica sono due mondi diametralmente opposti. Però c’è da dire che con la sua esecuzione “lirica” la Callas toccava soprattutto la “mente” dei puristi, degli esperti e degli amanti del genere… con la sua rilettura Mina invece è arrivata al cuore della gente comune (di quella che vive di emozioni e non di fredda ragione) così come arrivava al popolo la Magnani con le sue occhiaie, con i capelli spettinati e con la sua risata o i suoi pianti.
Io i paragoni li farei più con le grandi interpreti internazionali delle quali ad alcune di queste Mina, agli inizi della sua carriera, si è accostata con l’umiltà di chi si ispira ad un modello in tutta devozione tipo Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Sinatra, Anita O’Day, ecc… e continuano ad essere i suoi miti tanto da definirsi lei stessa “l’Allieva” e li ha citati spesso in molte interviste. Oggi più che mai la Tigre è all’altezza di questi “mostri sacri”. Mina non è la voce “scat” della Vaughan per cui non ne rifà il verso nel riproporre “My funne Valentine” ma in ogni caso in “Lullaby of birdland” a Canzonissima ’68 è stata alla sua stessa altezza e in “In the mood”, quando i suoi acuti si fondono a quelli della tromba, Mina è stata più “scat” della stessa Vaughan che non a caso dirà di Nostra Signora della Canzone: “Se non avessi la mia voce, vorrei avere quella di Mina!”
Alla stessa maniera il “Saint Louis Blues” da Mina dignitosamente cantato a Sabato Sera del ‘67 è lontano dalla tradizione Blues di Chicago e Saint Louis di “Bessie Smith” anche perché bisogna nascerci e viverci in quella realtà per poterla esprimere ai livelli della Smith e successivamente di Billie Holiday, ma in “Someday” è più blues Mina di qualsiasi altra interprete del genere dando allo stesso una carica di vitalità e un coinvolgente crescendo non riscontrabile nelle sue insigni colleghe d’oltreoceano. Non può paragonarsi a Ute Lemper nel riproporre il “Surabaya Johnny” perché bisogna essere tedeschi nel DNA per entrare nello spirito brechtiano, ma comunque Mina ne ha dato una versione più carnale e passionale che mai avrebbero potuto dare la stessa Lemper o Lotte Lenya, troppo fredde e determinate.
Al contrario dei mostri sacri citati che riconducono qualsiasi esecuzione ai loro soliti standard, Mina non è legata ad uno stereotipo musicale per lei irrinunciabile e non canta per dimostrare che è la più brava ma riesce a spersonalizzarsi del tutto calandosi nel ruolo di ciò che canta e facendo vivere le stesse emozioni a chi l’ascolta e dopo ti rendi conto che quell’esecuzione non poteva essere fatta diversamente da come l’ha proposta Lei… e anche in questo sta la sua grandezza. In definitiva la lingua italiana ricca di tanti termini (più di qualsiasi altra lingua) non ne ha uno idoneo per identificarla per cui alla fine, dopo oltre 50 anni, sei ancora costretto a dire: “Mina… è Mina!”
http://www.youtube.com/watch?v=Yxz81DtK_9k&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=dntaJEqH9IM
http://www.youtube.com/watch?v=8Who6fTHJ34