Prende il via con due firme storiche della nostra fanzine la pubblicazione delle vostre più originali recensioni del nuovo album. Gli scritti vanno inviati a: info@minafanclub.it
VERSO LE TERRE CHE SEMPRE IO CERCAI…
di Silvano Terzo
Le settimane che precedono l’uscita di un nuovo disco di Mina diventano interminabili nell’attesa; le anticipazioni e l’ascolto di due brani, “L’amore vero”, prima, e “Buttalo via”, successivamente, sono riusciti a darmi la misura di quello che avrebbe potuto essere il lavoro di imminente pubblicazione. In questo novembre 2024 si è magicamente riprodotto l’incanto di un’opera sorprendente, ricca, sincera, variegata, da assaporare con calma ed abbandono.
“Gassa d’amante” è il disco che desideravo: un lavoro di qualità, un canto nuovo, coraggioso, libero e lontano da mode, condizionamenti, pressioni di un mondo musicale stagnante, alla spasmodica ricerca di piccoli talenti da spremere, per raggiungere un successo effimero destinato perciò a non lasciare tracce. In “Gassa d’amante” si respira invece la capacità di ribadire una presenza viva ed efficace con interpretazioni innovative nell’espressività. Mina sa dire tutto con le note, senza incertezze, anche in modo perentorio, con l’autorevolezza del Genio che si muove a proprio agio tra le dieci composizioni presenti.
Mina torna a primeggiare, senza possibilità di paragoni, entra nell’anima e nella mente, riesce a far commuovere, vibrare, sorridere, con quella Voce che tutti conosciamo e che portiamo nel Dna.
La Mina-polena che veleggia in copertina è un simbolo: solca le onde ed avanza senza ostacoli alla conquista di nuovi mondi; “Gassa d’amante” racconta di un meraviglioso viaggio musicale fatto di momenti diversi ed articolati e per comprenderlo ed apprezzarlo è necessario leggere tutto il diario di bordo, attentamente. Si riscopre così che la Musica, quella vera, è un’Arte e Mina è la sua Musa.
COMPLIMENTI, MINA!
di Lucio Nocentini
Complimenti Mina, ma dove la trovi la forza e la voglia di cantare così? Sembri una ventenne. Le ragazze riempiono di parole quattro effettini di computer e in confronto a te manco si sentono. E hai visto quante belle recensioni a proposito di questo bastimento di note che ci ha investiti la notte del ventuno novembre? Tutti, nei giorni successivi, critici e non, si sono sperticati con aggettivi mirabolanti, tanto che mi rimarrebbe impossibile aggiungerne un altro. Ma cosa ti importa? Tu voli alta. O forse ti importa? Il mio dubbio in questo frangente ha dell’amletico. Come rimane ermetico, (per me, bada bene), il senso di alcune canzoni di questa “Gassa”: ti rivolgi a un uomo che non ti ama più da tenera e infaticabile masochista. Mi ricordi Marlene Dietrich nel finale del film “Marocco”, quando continua a seguire il suo amore che marcia nel deserto come fanalino di coda della legione straniera. Fino allo strenuo. Inesorabilmente. Una domanda mi sorge spontanea a questo proposito: in qualche testo ci hai messo lo zampino? Tu che hai dimostrato su La Stampa e altrove di saper scrivere lettere bellissime con parole originali e trepidanti.
La mia amica Wilma De Angelis, a proposito di “Buttalo via” di Gabbani, ha detto che sei bravissima. Le ho fatto notare la tua età anagrafica e lei ha commentato che non conta e che chi ha fatto la cantante nella vita amerà cantare fino all’ultimo momento.
Poi Wilma l’hai conquistata, ma non ce n’era bisogno, lei ti adora e un po’ ti invidia, anche perché è una fan di Concato e la sua “Non smetto di aspettarti” è un capolavoro assoluto che in certe note ricorda “Ormai”. Ha un testo incredibile (e se non posso amare così tanto/e farmi amare/a cosa servirei) e grazie a te, adesso, un’interpretazione struggente. Concato stesso ne è convintissimo.
Frame: Mauro Balletti-Adriano Merigo
Autore: loris