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Rassegnati come siamo alla mediocrità e al vuoto di idee dell’attuale programmazione RAI, confessiamo di esserci approcciati con una certa diffidenza alla visione del nuovo programma Italia da stimare che, per otto settimane a partire dal 7 giugno scorso, vede Massimiliano Pani calarsi nuovamente nelle vesti di mattatore dei pomeriggi domenicali dell’estate di Raiuno a vent’anni esatti dall’indimenticato Gelato al limone condotto in coppia con Benedicta Boccoli. Sulla carta, la formula della trasmissione – un viaggio a tappe in giro per l’Italia alla scoperta di piccoli e grandi tesori di antiquariato nascosti nei mercatini, nelle fiere e nelle soffitte di collezionisti vip – minacciava di ispirarsi al campanilismo da sagra paesana di un certo modo di fare tivù in stile Mengacci-Guardì. E invece, sin dai primi minuti della puntata d’apertura, ogni nostra perplessità è stata letteralmente spazzata via dalla novità e freschezza del format nonché dall’eleganza, dalla disinvoltura e dall’ironia di un Max più che mai in splendida forma e sempre più a suo agio davanti alle telecamere. Così come ci ha subito conquistato il bonario aplomb del suo compagno di viaggio – nonché coautore del programma – Marco Cerbella, umbro esperto di falsi d’arte. Il lusinghiero successo di critica e di pubblico riscosso dai primi due appuntamenti (circa 2 milioni di spettatori e una media del 13% di share non sono poca cosa per le assolate domeniche di giugno) ha già indotto qualche autorevole blogger televisivo a proporre Italia da stimare, per la prossima stagione, come possibile degno sostituto “ad alta resa e a minima spesa” dell’ormai decotta, vaniloquente e insopportabile Domenica in dell’arrogantissima Signora Presta…

p.s. Nell’angolo musical-collezionistico della puntata di domenica scorsa avete notato con quale garbata nonchalance, impercettibile ai non mazziniani doc, Massimiliano – passando in rassegna con le dita i vecchi album di un mercatino di vecchi vinili usati – abbia elegantemente ignorato il doppio della mamma Kyrie (sulla cui copertina egli stesso figurava in tenuta da giocatore di hockey su ghiaccio) per soffermarsi invece su un 33 giri di Lucio Dalla?

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