Mina Fan Club

di Gennaro Reder

Dal primo ascolto, rigorosamente con casse acustiche a volume alto (7 su una scala di 10), perché la sua voce deve diffondersi in tutto l’ambiente e riempirlo, al terzo ascolto notturno, e in cuffia, con l’animo teso a percepire tutte le emozioni che quella voce vomita con il suo canto e la sua anima, passando per un secondo ascolto distratto, con lettore portatile, ogni disco di Mina è diverso dagli altri. E, nel bene o nel male, ti sorprende comunque.

È stato così anche con Selfie, l’ultima fatica della Lorelei di Lugano, quella sirena ammaliatrice, come disse il buon Beniamino Placido, che affiora dalle acque sotto le mentite spoglie di un macaco, anzi di una macaca fuscata, quella specie giapponese con la faccia rossa che d’inverno s’immerge nelle calde acque termali. Ma a dispetto di una copertina così ironicamente provocatoria, che ha fatto sommuovere molti fan ancor prima che uscisse l’album, Mina fa molto sul serio, sfornando un progetto di gran classe, e degno successore di quell’ottimo “Piccolino”, applaudito tre anni fa da critica e pubblico.

Da Questa donna insopportabile, quasi una confessione in musica della signora Mazzini che da sempre deve fare i conti con una certa Mina, quella diva che per lei non esiste, ma che continua a insidiare la sua dimensione privata raggiunta a fatica: Non mi serve avere gente intorno per sentirmi dire che non parlo mai, che ne sai dei miei silenzi tu che ne sai. Questa donna insopportabile si alza sempre insieme a me… ” a quella Fine targata Don Backy, Mina ci regala emozioni a iosa in un piatto ricco e vario come non mai.

Giovane e moderna, persa e ferita, eterea e fragile, disperatamente in attesa, saggia e rassicurante, romantica o cinica, Mina è la versatilità in persona, con quella voce che cambia tono e fraseggi, che interpreta alla perfezione testi non facili, che passa dal jazz al funky, dal rock alla bossa nova, fino alla melodia classica, restituendo sempre una tensione emotiva assoluta. Perché Mina svolge tutto con grande maestria, come solo lei, che canta da oltre cinquanta anni, può fare.

In Oui, c’est la vie di Axel Pani, sembra addirittura di vederla seduta al centro di un piccolo palchetto casalingo, con attorno figli e nipoti, a cantare dispensando positività e serenità.

E se volevate la pelle d’oca, ecco il brano finale che fa venire i brividi! Qualche lacrima, seppur proviate a trattenerla, verrà giù comunque, perché quel “non andar via” entra nella pelle e nessuna baluardo può bloccarlo.

Alla fine, ciò che rende speciale questo “autoscatto” di Mina, è la cifra interpretativa che supera quella della cantante pura, è quella voce che non è mai uguale a se stessa e che pare veramente non avere età.

Già in Piccolino Mina mostrava la volontà di mettere in risalto l’interprete rispetto alla voce. Ma dopo le sperimentazioni del songbook americano e di quello natalizio, che tanto hanno fatto storcere il naso ai “puristi” mazziniani che vogliono, comunque e sempre, l’Artista tutta voce e pathos, vi è la conferma a voler veleggiare sempre più verso l’essenza, sottraendo manierismi e classicismi.

La voce decolla verso una dimensione più nuda e intima, ancor più carica di significati. Si fa essenza pura.

Una voce sorprendentemente ancora in divenire, perché, e non dimentichiamolo mai, lei è sempre “avanti” rispetto a noi, anni luce.

 

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4 risposte

  1. Ancora un altro commento più che mai “azzeccato”; è avanti anni luce…è proprio vero Gennà, ma sarà veramente una umana questa donna? quì si sta parlando di una che canta da circa 60 anni e non li dimostra per niente..anzi è sempre in crescita…per me c’è del “sopranaturale”..ma come ca…fà! Con questa “tigrotta” c’è da aspettarsi ancora grandi cose..

  2. Cara Piera, e speriamo che stasera la palla sia tutta rotonda per i nostri azzurri!

  3. Stamattina sul giradischi c’è la bellissima canzone che MINA canta nella presentazione dei servizi dei MONDIALI di calcio:
    LA PALLA E’ ROTONDA. La dedico alla nostra squadra ITALIANA con un in bocca al lupo per stasera!
    Scambio corto, limite dell’area
    contropiede, catenaccio, lancio per il cross
    doppio-passo, rima dei poeti
    finta e tiro rasoterra, per un pelo è gol
    stop al volo, zona Cesarini
    sganciamento e spinta dei terzini
    tiro nel sette magico pallone
    l’urlo del campione.

    Zona mista, squadra corta e pressing
    incornata, scivolata e fallo tattico
    punizione contro la barriera
    disimpegno per il dieci che è scoppiato un po’
    viva il parroco, campo pesante
    pallonetto e dribbling ubriacante
    quattro volte azzurri in cima al mondo
    il pallone è tondo.

    La palla, la palla è rotonda
    si gioca di prima e di sponda
    rimbalza, s’insacca, ti sembra
    una scia sull’onda.
    La palla, la palla è rotonda
    un tocco di tacco che incendia
    di collo, di piatto, d’esterno
    di mezzapunta.

    La melina, l’espulsione ingiusta
    arbitro cornuto, si è buttato giù
    palla persa, palla verso il fondo
    palla che non entra, non segnamo più
    palla buona, capovolgimento
    l’ala destra vola come il vento
    mette in mezzo teso a mezz’altezza
    non si può sbagliare.

    La palla la palla è rotonda
    si gioca di prima e di sponda
    rimbalza, s’insacca, ti sembra
    una scia sull’onda.
    La palla, la palla è rotonda
    un tocco di tacco che incendia
    di collo, di piatto, d’esterno
    di mezzapunta.

    La palla la palla è rotonda
    si gioca di prima e di sponda
    rimbalza, s’insacca, ti sembra
    una scia sull’onda.
    La palla, la palla è rotonda
    un tocco di tacco che incendia
    di collo, di piatto, d’esterno
    di collo, di piatto, d’esterno
    di collo, di piatto, d’esterno
    di mezzapunta.
    Grazie MINA :laugh: