Mina Fan Club

di Marcello Marciani

Diamo spazio, in risposta a chi ci rimprovera di peccare di eccessiva partigianeria (che del resto è nella natura intrinseca di un fan club), ad un’opinione su 12 garbatamente fuori dal coro dei pressochè unanimi elogi espressi dai fans…

Ho ascoltato più volte 12 (American song book): un lavoro raffinatissimo per esecuzione vocale e strumentale, una conferma ulteriore (se mai ce ne fosse bisogno, ma ormai solo per i nuovi fans) di quanto il jazz sia congeniale a Mina da sempre, dallo storico LP del 1964 (dove già lei interpretava “Everything happens to me” e altri classici del genere) fino a “L’allieva”, passando per “Lochness” e tante rivisitazioni in chiave jazzy disseminate nell’arco della sua carriera. Qui il fraseggio è di una precisione adamantina, gli omaggi alle grandi voci del passato si mutano in invenzioni personali e Mina, decantando la timbrica e dilatando le note, prosegue in quella singolare operazione di recupero filologico e di reinvenzione interpretativa che contraddistingue molti dei suoi dischi monografici degli ultimi anni. Ma avanzo una riserva di base: la lettura dei brani ha quasi sempre un colore soft, autunnale, malinconico, che omologa e rallenta anche pezzi nati per esprimere stupore e gioia, come “Over the rainbow”, e frena in parte anche i guizzi scherzosi di “Banana split for my baby” , come se il rigore interpretativo autoimposto censurasse quello slancio di accenti vocali variegati, quegli “eccessi” sublimi fino alla vertigine dell’acuto più alto o della nota “sporcata” di cui Mina è maestra impareggiabile.
Certamente è una scelta voluta, qui l’interprete sfoggia soltanto una delle sue tante voci, quella più composta ed elegante, carezzevole e densa di sfumature, che imprime tuttavia all’intero album un tono monocorde e severo. Si ripete così la rigidezza programmatica de L’allieva e di Napoli secondo estratto, si rimpiange di non poter gustare il canto dela nostra beniamina in un ventaglio timbrico più vario, sia pur rigoroso, com’era accaduto nel primo Napoli o in Dalla terra, capolavori assoluti della sua discografia.
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14 risposte

  1. Cara Piera.. il nostro pensiero e le belle parole che sono l’Ave Maria e la dedica del MAGNIFICAT …. di MINA che DALLA TERRA….. sublima ogni pena…..

  2. Caro Diego,
    scrivi a MINA :inlove: una lettera a mano,
    in Via Ciani 13
    C/o Gsu Sa
    metti una foto dove vuoi l’autografo
    VEDRAI VEDRAI che ti rispondera’ senz’ALTRO
    perchè Le dici che sei un’ amico speciale.. della
    Piera
    nazionale
    ha! ha!
    scusa la mia modestia piena di ALLEGRIA

  3. Da oggi tace un’altra grande Voce… MARIANGELA MELATO. Questo blog non può ignorarlo…. personalmente è un altro pezzo di vita che se ne va.. lasciando un dono…. che ognuno di noi troverà…. in se stesso/a. Dopo la sofferenza che in tutta solitudine avrà passato rimane l’ammirazione sincera per una grande Signora e grandissima attrice. Un’altra Grande Artista che ha tentato/provato a darci Amore. Come ha gia detto la nostra MINA … MA DOPO DOVE ANDRA A FINIRE TANTO TALENTO!!!!!

  4. Beh ma non è un commento poi così negativo…

    Ma come si fa a farsi mandare l’autografo!!!!!!!!!!!!

  5. Stamattina, sul giradischi ..c’è una canzone speciale che MINA canta..in maniera superlativa ..dedicata al suo capolavORO
    (12 American song Book) è
    MAGNIFICAT

    Magnificat anima mea,
    Magnificat Dominum.
    Et exsultavit spiritus meus in Deo
    Salutari meo.
    Magnificat, magnificat

    Quia respexit humilitatem
    ancillae suae
    ecce enim ex hoc beatam me dicent
    omnes generationes.

    Magnificat anima mea
    Magnificat Dominum.
    Et exsultavit spiritus meo in Deo
    Salutari meo.
    Magnificat, magnificat

    Quia fecit mihi magna
    qui potens est.
    et sanctum nomen eius

    Magnificat anima mea
    Magnificat Dominum.
    Et exsultavit spiritus meo in Deo
    Salutari meo.
    Magnificat, magnificat
    Grazie MINA :inlove:

  6. Pensate a quanto sarebbe monotono,se tutti la pensassimo alla stessa maniera !!!che malinconia sarebbe,dunque spazio per tutti.La “nostra ” Mina,credo non abbia ancora bisogno di dimostrare,come e cosa sa’ cantare,nella Sua lunga carriera,si possono trovare pezzi che soddisfano qualsiasi esigenza.Concordo con quanto scrive Stefano Crippa…………e poi lasciatela cantare quello che vuole,perché di MINA c’è ne una sola !!!

  7. Sono d’accordo con quanto scrivi, io l’ho notato soprattutto con la canzone di Natale (gioiosa e allegra per definizione) qui resa con quel velo di melanconia che pervade tutto l’album. Non considero però una pecca il rigore interpretativo, trovo molto rigorosi anche Napoli e Dalla terra, per dire (anche se, evidentemente, diversi). A me piace tantissimo questo disco, lo ascolto spesso e rimarrà secondo me fra i suoi classici di sempre. Ne sono entusiasta e non vedo l’ora di ascoltare il secondo capitolo dei “song book”, fantasticando spesso pensando a quale genere musicale sarà dedicato.

  8. Ciao Marcello, mettimi tra i “garbatamente fuori dal coro”. Essendo un fan di Mina, oltre che addetto ai lavori, ho comprato con entusiasmo e curiosità il suo ultimo cd e devo ammettere con dispiacere che non mi piace e mi ha leggermente deluso anche se è stato confezionato e presentato in maniera splendida con una “grafica insuperabile”. Non mi dilungo di più perchè condivido in parte quello che hai scritto…omologa e rallenta anche pezzi nati per esprimere stupore e gioia…imprime tuttavia all’intero album un tono monocorde…Ciò non toglie il fatto che Mina per me sia una delle più belle voci e tale rimarrà nei tempi dei tempi! Un abbraccio. :-)