Mina Fan Club

Tra le tante belle idee che periodicamente le vengono sottoposte per qualche possibile compilation “tematica”, ce n’è una che, qualche tempo fa, Mina aveva valutato con un certo interesse:  una raccolta delle sue più rare e significative canzoni incise per il mondo del cinema. Un amico discografico – nonché minuzioso conoscitore del suo repertorio – le aveva telefonato a tal proposito elencandole una rosa di titoli inediti o comunque da tempo irreperibili sul mercato (dalla piccioniana Spiral Walz de La decima vittima alle varie Valentina, Fai piano fai presto, Incompatibile e I giorni che ci appartengono griffate Gianni Ferrio). “Tra le cose mai uscite ci sarebbe anche quella Chi siete composta da Luttazzi per L’ombrellone di Dino Risi…”, azzardò a un certo punto l’interlocutore. E lei, lasciandolo di stucco, per tutta risposta si mise a canticchiare come se ne niente fosse il ritornello della canzone di cui – a distanza di decenni – ricordava ancora per filo e per segno musica e parole. La raccolta in questione, come tanti altri progetti, non andò poi in porto. In compenso, la desaparecida Chi siete vede oggi finalmente la luce nel doppio CD Il cinema di Lelio Luttazzi, edito dall’etichetta Blueserge (e distribuito da Egea) su licenza della Sugar, comprendente le più belle colonne sonore composte dal Maestro triestino nel ventennio 1956-1976, compresa una rara versione de Una zebra a pois per solo pianoforte tratta dal mitico Risate di gioia con Totò e Anna Magnani. Ma per gli appassionati della paleo-Mina le sorprese di questo ricco autunno mazziniano non sono finite: la Halidon, infatti, a un paio di anni dalle prime 4 ristampe su vinile degli album originali Italdisc si appresta a sfornare le riedizioni dei rimanenti 6 titoli a 33 giri della Tigre dell’era Matalon…

Autore:

40 risposte

  1. La custodia in plastica non l’ho fatta fare io. E’ un “assemblato” originale, nel formato di cm. 9,3 x 9,3 x 9,3. Un gadget avuto da amici negozianti di dischi. E’ una idea che mi è piaciuta subito ed ancora oggi la trovo irresistibile.

  2. bella davvero, anch’io ho il poster :-), ma la scatola di plexiglass te la sei fatta fare apposta?
    Al_Fi(e)

  3. Si è vero. c’è anche quella dal film con i rumori, le altre due sono una con gli archi e l’altra senza. Grazie a te

  4. ciao Luigi. per caso le due versioni a cui ti riferisci sono quella che si sente nel film (più corta e con i rumori di fondo) e quella in studio? o ne esistono due in studio diverse?
    grazie
    Al_Fi(e)

  5. A quanto pare tra poco di MINA ne avremo in abbondanza… su internet si dice che nel prossimo album di ROBERTO VECCHIONI ci sarà un duetto con la nostra MINONA dal quale poi il cantautore ha tratto il titolo dell’album che è LUCI A SAN SIRO… quante sorprese autunnali…

  6. Buondì e Buon inizio settimana mazziniani….l’attesa è sempre minore io inganno il tempo ascoltando il back-catalogue come questa CORIANDOLI :-D

    Coriandoli di sogno
    coriandoli d’amore
    io vedo turbinare
    nel vento, nel vento,
    nel vento, intorno a me.

    Stelline colorate
    rischiarano il mio cielo
    da quando m’hai baciato
    che baci, che baci
    che baci ho dato a te.

    Nel nostro amore felice felice
    è sempre carnevale
    e se ti guaardo, sorridi sorridi
    e io sorrido a te.

    Coriandoli di sogno
    per questo nostro amore
    ho voglia di gridare
    mi piaci, mi piaci,
    mi piaci da morir.

    E se mi baci mi baci mi baci
    io vedo turbinare scintille di luce
    coriandoli di gioia, colori colori
    colori da stordire.

    Coriandoli di sogno
    stelline colorate
    che volano impazzite
    nel vento dell’amor.

    Nel nostro amore felice felice
    è sempre carnevale
    e se ti guardo, sorridi sorridi
    e io sorrido a te.

    Coriandoli di sogno
    per questo nostro amore
    ho voglia di gridare
    mi piaci, mi piaci,
    mi piaci da morir.

    E se mi baci mi baci mi baci
    io vedo turbinare scintille di luce
    coriandoli di gioia, colori colori
    colori da stordire.

    Coriandoli di sogno
    stelline colorate
    che volano impazzite
    nel vento dell’amor.

  7. Un album che raccogliesse il repertorio completo della voce di Mina nel Cinema, sarebbe indubbiamente un documento eccezionale, da tutti noi desiderato.

  8. Del “il conformista” ho sentito due versioni, speriamo che giungano a noi su disco e da master.
    Ciao Ale

  9. beh, splendida notizia, direi… :-)
    a questo punto mi sembra che manchino all’appello solo “fai piano, fai presto” e la splendida “il conformista”, o sbaglio?
    Al_Fi(e)

  10. belle notizie soprattutto quello della filma, gia lo andavo a vedere lo stesso ma è sempre un incentivo minoso in piu

    ciao mina
    ciao tà

  11. Ale, comprai dalla Terra dal sito minamazzini non appena fecero l’edizione in vinile in vendita solo sul sito ufficiale… che tempi quelli, con i poster, i box con le foto e altro materiale inedito…
    Mi riferivo ad una edizione uguale a quella delle ultime emissioni, con copertina trasparente… chissà se si muoverà qualcosa. Grazie in ogni caso!!! ;)

  12. Caro Mario r,
    domani il mio barometro dice che ci sarà ‘O SOLE MIO
    bàsìnn e buona sera da
    Piera<3

  13. Luigi,per DALLA TERRA su ebay puoi trovare la prima versione picture e con la copertina cartonata apribile a un buon prezzo…

  14. Temo che Mina sia ancora legata al contratto in esclusiva con la Barilla. A proposito, ma su questo fronte sono previsti nuovi jingle?

  15. Ciao a tutti ecco cosa si legge nel comunicato stampa per la nuova campagna pubblicitaria di Carta Si “A fare da collante alle tre storie sarà la cover del brano di Mina ‘Devi dirmi di sì’ interpretata da Roberta Buonanno (ex amici di Maria De Filippi).” L’ho appena ascoltata e mi e vi chiedo, ma non potevano utilizzare la versione originale che è assai meglio?

  16. E’ vero Ale… spero davvero si riprenda dal Picture Box volume 4 per la Emi e Bau, Dalla Terra e soprattutto Caramella per la Sony! Io ho già mandato diversi messaggi di richiesta…
    Per fortuna, a quanto pare, Piccolino uscirà il 22 anche nella versione Vinile picture! Ciao ;)

  17. Grazie, grazie, grazie delle informazioni ad Ale e a Loris… con tutte queste emissioni c’è da perdere il conto… attendiamo trepidanti prima il Piccolino e poi tutto il resto! :)

  18. Bellissima idea quella del disco con le canzoni che Mina ha inciso per il cinema da non abbondanare, e speriamo, che la nostra, riprenda in considerazione questo progetto.

  19. Ringraziando PIETRO aggiungo un mio post di qualche anno fa …

    LA VITA E’ ALTROVE

    Siamo su un treno ad alta velocità in corsa . Il paesaggio scorre veloce . Non possiamo fermarci a cogliere certi particolari . Non possiamo neanche fermare i nostri pensieri per riflettere . Le immagini veloci sono come quelli di un videoclip . Dobbiamo rinunciare anche pensare ? No . Bisogna rallentare , bisogna osservare , bisogna fare una sosta , bisogna pensare . Lo richiede la nostra natura di uomini e di donne . Non possiamo sempre lavorare , sempre produrre , correre sempre anche quando dobbiamo divertirci . Fermiamoci invece a guardare profondamente dentro di noi . Nel 1972 una grande cantante , reduce da enormi successi e da sfibranti serate in concerto , con un doppio album straordinario mandò un messaggio subliminale a tutti : ‘ Ascoltatemi in questo concerto , nello strepitoso prodigio che ogni sera ho regalato agli altri , la mia anima non poteva fermarsi un attimo a pensare , era tutta per voi , era divorata da voi . Io adesso voglio pensare ad altro , voglio pensare un po’ più a me stessa , voglio avere un po’ più tempo per riflettere su quelli che sono i veri valori della vita . Gli applausi hanno riempito le mie orecchie , ma non possono avere riempito il mio cuore ‘ . Ecco il messaggio di ‘ Dalla Bussola – Altro ‘ . Da una parte la Mina pubblica , la sublime cantante che tutti noi conosciamo , che stupisce tutti interpretando prodigiosamente ‘ Someday ‘ , dall’altra parte l’altrettanto sublime donna che gioca a nascondersi , un po’ per una timidezza di fondo , un po’ perché è convinta che certe sensazioni intime non si possono comunicare facilmente a parole , senza correre il rischio di essere fraintesi da chi ci conosce poco , anche se apparentemente è convinto di conoscere tutto di noi . Forse il modo migliore di proporre la propria intimità è farlo attraverso la creazione artistica . Chi sa fare ciò è certamente benedetto da Dio . Anche Paolo VI , in una sua udienza privata , alla madre di Frank Sinatra , una straordinaria signora di origini genovesi di nome Dolly , ebbe a dire queste parole : ‘ Suo figlio , signora , è molto vicino a Dio ‘ . ‘ Cosa intende dire , Santità ? ‘ , chiese la signora Dolly stupita . ‘ Che lavora per conto di Dio e non se ne vanta ‘ . Mina è anch’essa , anche se non se ne rende conto , una messaggera di Dio . Ho sempre amato Mina , praticamente da quando io ero alle elementari e lei cantava ‘ Tintarella di luna ‘ . Molte sue canzoni hanno accompagnato la mia vita , ma questo album per me ha un significato particolare . ‘ Altro ‘ è un disco stupendo , con la stessa bellezza di una struggente giornata d’autunno sotto gli ultimi raggi del tramonto . E’ anche un disco estremamente intimo , pieno di malinconia , ma trafitto anche da raggi di sole . E’ un disco che mi è stato sempre caro . Lo confesso . Inizialmente lo conobbi comprando , nei primissimi mesi del 1973 , una cassetta-pirata , che acquistai immediatamente dopo averla appena intravista in una bancarella , forse perché non avevo sentito prima nessuna delle canzoni di cui leggevo i titoli . Mina non le aveva cantate mai in televisione , né io le avevo sentite alla radio . Quelle canzoni le sentivo quasi come una proposta di colloquio intimo e privato tra lei e me . Lei che era reduce di quattro anni di successi strepitosi , gli anni che andavano da ‘ Non credere ‘ a ‘ Parole , parole ‘ . Io che avevo alle spalle quattro anni di Università segnati da grossi successi accademici e che mi ero brillantemente laureato un paio di mesi prima . Davanti a me si presentava un periodo di riflessione , prima del servizio militare che sarebbe venuto immediatamente dopo , e prima della vita lavorativa che mia aspettava in agguato dietro l’angolo . Volevo fermarmi un po’ a pensare , volevo concedermi delle pause di ozio che precedentemente per me erano state un lusso . Ricordo che quella cassetta la sentii sino al logoramento . Era bellissima . Mi comunicava sensazioni che andavano in profondità . In essa Mina , anche se non se ne rendeva completamente conto , aveva affrontato in chiave lucidamente , ma anche teneramente malinconica , molti argomenti fondamentali dell’esistenza . Sono quegli stessi argomenti che , spesso , albergano nei vaghi pensieri fluttuanti nella mente dei giovani .
    In Matematica c’è una proprietà che lega una struttura ad un‘altra ad essa complementare . E’ la cosiddetta legge di dualità . In ‘ 1 + 1 ’ , ‘ Dalla Bussola ‘ è il duale , o esatto complementare , di ‘ Altro ‘ . Mina nel primo disco è avvolta dal caldo applauso del suo pubblico . Le canzoni sono solari , ma ci sono anche delle punte di struggente vibrazione come ad esempio in ‘ Io vivrò senza te ‘ . Le canzoni dell’album gemello sono invece più ombrose , anche se non mancano quelle calde vibrazioni d’amore che Mina riesce sempre a trasmettere .
    E’ di quest’ultimo album che vorrei parlare ora in modo particolare , proponendo un’analisi particolareggiata dei brani in esso contenuti associandoli tra loro per affinità e non per contrasto o dualità , come ho fatto in precedenza . Abbinerò nel mio dialogare dunque le canzoni a due a due .
    Comincio dalla straordinaria accoppiata di canzoni , dedicata a due cantautori che Mina ha affrontato ciascuno , almeno per ora , tre sole volte soltanto , ma con risultati eccellenti . Mi riferisco a James Taylor ed a Joan Manuel Serrat ed alle loro stupende composizioni ‘ I giorni del falò ‘ e ‘ Ballata d’ autunno ‘ .
    Entrambe le canzoni sottolineano il crudele crollo delle ingenuità giovanili , con il conseguente scemarsi delle loro speranze . Il testo di Giorgio Calabrese è molto fedele a quello della canzone originale di James Taylor , al contrario , credo , delle sue due altre canzoni ‘ Ti amavo quando ‘ e ‘ E’ proprio così son io che canto ‘ . Mina canta in modo discreto , ma non distaccato , in maniera lucida , ma anche cullante le parole : ‘ E lentamente , ad uno ad uno , nei pensieri miei , con le speranze andate in fumo , tramontano gli dei , l’età dell’oro e l’isola utopia ‘ . Mina in un soliloquio lucido e personale riesce a trasmetterci l’intima bellezza di questa canzone . Canzone , quella di James Taylor , molto intensa , brevissima , ma insinuante , che non stanca mai neanche dopo ripetuti ascolti . La sua sorella spirituale ‘ Ballata d’autunno ‘ è musicalmente più complessa . Sovrappone momenti pittorici e descrittivi a spunti emotivi di lacerante riflessione interiore . L’arrangiamento di Natale Massara è di gran classe con un inizio orchestrale in cui il lieve suono dell’oboe ci ricorda l’inizio del poema sinfonico di Sibelius ‘ Il cigno di Tuonela ‘ , anch’esso permeato da dolente mestizia e struggente sconforto . Mina esprime in essa la sua sensibilità di donna e di cantante in tutta la sua vasta gamma espressiva . A volte la voce risulta vellutata e ’ … sottile come un lamento ‘ , altre volte si rinchiude in un tono spossato quasi a sottolineare in maniera ancora più intensa il potere espressivo delle parole ‘ con voce sempre più stanca … ‘ , altre volte diventa lacerante ‘ magari si potesse del domani e del passato dire quello che ho sognato … ‘ , per poi ritornare ad essere ancora fortemente espressiva quando inizia la frase ‘ io ti racconterei che sta bruciandosi l’ultima legna al fuoco … ‘ . ‘ Ballata d’autunno ‘ è certamente una delle perle più preziose di tutta la produzione di Mina e bisogna rendere anche onore a Paolo Limiti , non dimentichiamolo ogni tanto , per la sua convincente traduzione che rende ottimamente in italiano il bellissimo testo spagnolo originale .
    Le due canzoni che aprono le due facciate del disco , ‘ Non ti riconosco più ‘ e ‘ Fate piano ‘ , sono invece legate dalla loro peculiarità descrittiva di due diversi tradimenti amorosi . Il primo , più tradizionale , è cantato da Mina con una voce che sembra strappata da dentro l’anima ( vi ricordate ’ Io e te da soli ‘ ? ) . Parte con toni vocali stupiti , ma sobri e attenuati , ‘ Non ti riconosco più … ‘ , sino ad arrivare quasi ad urlare nel lacerante finale ‘ Sei lontano ormai … ‘ . Ma la fine di questo amore sarà proprio così definitiva ? Molto più drammatica in questo senso mi sembra ‘ Fate piano ‘ , un brano da grande interprete . La struttura colloquiale del brano , ‘ Che dite mai ? Certo lui non è … ‘ , è infatti continuamente intersecata in modo trasversale da considerazioni più interiori , ‘ Mi stan scavando il cuore le parole , fate piano … ‘ . Il dubbio corrode come un tarlo i pensieri della protagonista che non vorrebbe sentire le voci degli altri , ma che tuttavia non può fare a meno di ascoltare . C’è un contorsionismo vocale da manuale . Mina è immensa come interprete e questo brano lo prova .
    Al tema del suicidio sono invece legate le stupende canzoni ‘ Rudy ‘ e ‘ Volendo si può ‘ . Nella prima si respira un’atmosfera ovattata , languida . Si percepisce il benessere materiale della protagonista , ‘ il foulard di Balmain ‘ , la sua languida oziosità , ‘ il bicchiere di gin ‘ , la sua bellezza tipica di ricca signora borghese , ‘ il bel corpo abbronzato dal sole ‘ , la sua ricercata cultura , ‘ legge due pagine di Apollinaire ‘ , la sua sensibilità musicale , ‘ il giradischi torna a suonare le bossa–nove di Tom Jobim ‘ , la sua raffinatezza ’ , il mormorio dell’après-midi ‘ . Nonostante ciò si nota anche la sua instabilità emotiva , ‘ resta a fumare col naso all’insù ‘ , le sue lacerazioni interiori , ‘ a strappare una fotografia ‘ , la sua inquietante indecisione , ‘ a contare le righe sui muri ‘ . Ad un tratto la decisione arriva inaspettata , almeno per noi . E’ la decisione estrema . Nemmeno il sottile arabesco di luce è riuscita a salvare la signora e la cosa più atroce è il pensare al sonno eterno dei suoi due bambini innocenti che hanno lo stesso sorriso di Rudy . Canzone preziosissima nel repertorio di Mina , che , in questo brano , sfoggia una voce dal timbro nasale e bamboleggiante in contrasto apparente con il contenuto tragico della canzone , quasi a sottolineare il senso di estraneità dell’avvenimento , arricchendo di credibilità il lusso che i particolari descritti dalla canzone vogliono appunto fare intendere . Lusso , benessere e anche cultura a volte non ci salvano , purtroppo . Da sottolineare lo splendido arrangiamento di Salerno immerso in un’atmosfera vagamente rétro con l’introduzione finale e la chiusa finale che ricordano quella che accompagna l’inquietante sequenza finale del film ‘ Shining ‘ , quando appare la foto del protagonista ritratto all’ Overlook Hotel in un precedente e remoto tempo parallelo .
    Altra atmosfera è quella che accompagna ‘ Volendo si può ‘ . Qui si respira un’aria più quotidiana . Si parla di un treno che è appena partito , di un amore finito , del cagnolino fedele , del voto al partito , di una madre trepidante . Ma forse appunto per questo la fine della protagonista è ancora più toccante . L’arrangiamento di Pino Presti è geniale quando , per sottolineare il gesto estremo e la definitiva assenza successiva della protagonista , fa seguire alle ultime parole ‘ Basta poco e fra poco io per sempre dormirò , è tanto facile ‘ uno straordinario assolo di chitarra acustica , uno dei più bei finali strumentali di tutta la produzione di Mina .
    I problemi del cuore sono invece gli argomenti di ‘ L’abitudine ‘ e ‘ L’amore , forse ‘ . La prima , con un testo bellissimo di Bruno Lauzi e con un arrangiamento sobrio e volutamente dimesso , ma estremamente funzionale , ci parla di un amore assopito nel tempo , ma che potrebbe essere risvegliato dal desiderio della protagonista ‘ mi basterebbe una parola e mi fermerei …’ . Mina riesce a trasmettere da grande attrice , quale lei , modestamente , dichiara di non essere , tutte le emotività che sfiorano il corpo e la mente della protagonista della canzone . La seconda canta l’amore in modo forse più oggettivo e universale . E’ la traduzione di una splendida canzone brasiliana con versi bellissimi del grande Giorgio Calabrese nei quali Mina un po’ si confessa tra le righe , svelando ed esaltando anche il coraggio e la necessità della sofferenza : ‘ … è mille volte meglio , sì , morire di dolore che non amare mai ‘ . Due canzoni semplicemente meravigliose .
    I caldi raggi di sole del disco , quelli che splendono prima del tramonto del sole , quelli che tingono d’oro spendente le altre foglie , o meglio , le altre perle d’autunno dell’album , sono invece le ultime due canzoni ‘ Amore mio ‘ e ‘ Ossessione ‘ 70 ‘ . La prima sottolinea con parole romantiche , ma non banali , la dichiarazione d’amore che una donna fa al suo uomo , e quale uomo non vorrebbe che quelle parole fossero rivolte proprio a lui . La canzone del grande e non dimenticato Bruno Canfora ha una struttura melodica classicissima . Mina esalta più che mai la liricità del brano , prolungandone a volte le note e abbandonandosi in variazioni e sfumature di gran classe . Tutto ciò è sottolineato dai preziosi e sontuosi archi di Natale Massara . Questa calda canzone d’amore si rivela come una prima luce d’amore gioiosa , come il primo raggio di sole che scioglie l’atmosfera un po’ troppo malinconica dell’intero disco e personalmente mi fa venire in mente le parole di Mimì ne ‘ La Bohème ‘ di Puccini , quando , per dare lustro , bellezza e gioia alla sua umile e fredda dimora da bohémienne , canta con una voce che si espande come il calore dell’amore : ‘ Ma quando vien lo sgelo , il primo sole è mio ‘ . Non è un caso che il brano sia il penultimo e non è un caso che il divertissement ‘ Ossessione ‘ 70 ‘ sia l’ultimo del disco . Esso sgela definitivamente l’atmosfera languidamente malinconica e trasfigura il senso della giornata autunnale appena trascorsa . Il brano di Fausto Cigliano è delizioso . Una filastrocca che si poggia su una bossa-nova di gran classe , che dimostra anche come Mina potrebbe cantare con successo persino l’elenco telefonico . In essa vengono elencati i nomi dei mitici calciatori che componevano la favolosa nazionale italiana di calcio , vice-campione del mondo a Città Del Messico nel lontano , ormai , 1970 . Come dimenticare le emozioni di Italia – Germania ( 4 a 3 ) e gli sbandieramenti il giorno prima dell’emozionante partita finale con il Brasile . Ricordo che Mina trasmetteva questa canzone continuamente nei sui mitici ‘ Pomeriggi ‘ . Le piaceva evidentemente tantissimo . Mina ha voluto sottolineare con questo brano l’importanza che hanno nella vita le piccole e anche futili cose quotidiane che la vita ci regala ogni giorno . Il piatto di piselli da preparare , la cena con gli amici , il mare da guardare , il libro da leggere o da rileggere , la canzone da ascoltare , il film da vedere , la passeggiata da fare , il tempo da dedicare alla persona amata , il tempo da trascorrere con i figli e , non ultimo , appunto , le partite della nazionale da vedere in Tv , per poi eventualmente correre come folli per la strada vestiti di tricolore , quando miracolosamente l’Italia riesce a diventare campione del mondo . La canzone esalta il sano e geniale ozio di cui lei è indiscussa maestra . Nella vita sono queste , in fondo , le cose più importanti . L’altrove è qui . Mina ce lo comunica continuamente anche se non concede interviste , anche se non si fa vedere , anche se non scrive in bacheca . Chi ha orecchie per intendere , intenda . Chi ha cuore per capirlo , capisca . ’ Ecco il mio segreto , è molto semplice : non si vede bene che col cuore , l’essenziale è invisibile agli occhi ‘ , diceva il ‘ Piccolo principe ‘ dell’omonimo racconto di Antoine de Saint-Exupéry . Nella vita forse le scelte migliori sono quelle dettate dal cuore , perché , come diceva il filosofo e matematico Pascal , il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce ; lo si sa in mille cose .
    Dopo l’università , con l’intelligenza del cuore , capii che la lotta non faceva per me . Non volevo dominare sugli altri , né essere divorato da loro per avere sgomitato , né volevo leccare il culo ai professori per elemosinare un posto di assistente . Preferii affrontare il mio bravo concorso di professore di Liceo , che vinsi quasi subito , senza nessuna raccomandazione . In fondo volevo essere libero , non volevo creare rapporti servili con nessuno . Ho capito col tempo che questa libertà di pensiero va difesa ad oltranza , anche se ciò costa fatica anche in termini di rapporti con le persone . Rimpianti ? Col tempo ne ho sempre di meno . Attualmente ho un contratto collaborativo all’Università e mi accorgo di come un mio vecchio professore sia in fondo rimasto sempre uguale a se stesso . Un po’ incartapecorito nel suo unico ed esclusivo amore per la Matematica , che a me , ribadisco , piace molto , la considero più un’arte che una scienza , ma col tempo ho capito di avere fatto bene a non fossilizzarmi in essa . Ho capito che avevo ed ho bisogno di altri spazi mentali e sentimentali . L’unico cruccio , rammarico e risentimento che ora ho è quello nei confronti degli ultimi ministri della pubblica istruzione che ogni giorno attaccano la nostra categoria per derubarci del nostro prezioso tempo libero e della nostra libertà di insegnamento a favore di attività che a volte si rivelano , nella migliore delle ipotesi , formali e , nella peggiore , inutili , se non addirittura dannose .
    Nessuno comunque , credo , potrà ormai derubarmi della mia capacità ancora intatta di godere del bello , di esserne continuamente alla ricerca , senza inseguire l’illusione di quella felicità preconfezionata , che molti santoni o politici vorrebbero assicurarci , venendo , a volte , anche nelle scuole , come di recente è successo nella mia , per affermare ciò , facendo , evidentemente , solo demagogia presso i giovani . I giovani , che sono appena usciti dallo stato di fanciulli , sono invece quelli che più facilmente sanno giudicare il mondo , come diceva Bernanos . L’ascolto di ‘ Altro ‘ mi proietta spesso in quella stagione della giovinezza in cui si deve varcare quella famosa linea d’ombra di conradiana memoria . Attraverso questo disco , a volte , colgo dei bagliori di sensazioni provati in quel periodo della vita in cui , lasciata alle spalle l’adolescenza , si comincia a diventare adulti . Difficile età quella della prima giovinezza . Non l’ho dimenticato . Come cerco di non dimenticare i sussulti che il mio cuore stupefatto provava nel sobbalzare dei sentimenti , in quelle che erano le mie pene d’amore , ormai perdute . Mi conforta e mi fa enorme piacere notare che questa bacheca è frequentata anche da molti giovani o giovanissimi che amano Mina , che cercano in lei e nelle sue canzoni anche una consolazione per le loro pene esistenziali ed una spinta per crescere . Questi giovani sanno cercare il bello ad di fuori della moda e dei convenzionali prodotti offerti loro dal mercato consumistico che impera nel nostro mondo . Forse è da essi , dai migliori di essi , come dai migliori dei miei allievi , che si può trarre insegnamento . Quell’insegnamento che mi ripaga spesso per quello che io molto professionalmente e , a volte , distaccatamente trasmetto ai miei alunni . Umilmente mi sforzo , comunque , di fare mie le parole di Seneca : ’ Mutuo ista fiunt , et homines dum docent discunt ‘ .

  20. ALTRO
    Oggi mi son detto: in giorni (tempi) schiodati come questi, dove tutto sembra andare per il verso sbagliato, dove i presagi stanno purtroppo diventando realtà, dove i guai sembrano non avere fine (non ultimo il clima con la sua inverosimile portata di lutti, drammi e angosce…) sentivo la necessità di pensare al altro. Chissà – pensavo – se la Musica mi viene in aiuto. Ci provo. E il pensiero, l’istinto corre immediatamente a Mina, taumaturgica presenza-essenza. Ci vuole ALTRO, mi dico. Che Dio ti benedica Mina allora, per questo disco che non risente in alcun modo dell’usura del tempo – e di tempo, da allora, un poco ne è passato…
    Ci vuole solo ALTRO, mi dico (o mi chiedo) per… per celebrare appieno il rito melanconico di queste giornate. Perché mai disco di Mina rasenta la compiutezza in tal senso. Perché per stranezza della cosa in sé le note, il cantato e il sussurrato, il detto e non detto, l’implosione del nostro più intimo sentire trovano ancora oggi in questo disco – (e) in giornate come queste – l’inevitabile o la giusta correlazione. Mi verrebbe quasi da chiamarla come una sorta di “corrispondenza di amorosi sensi”…
    Cito spesso e volentieri ALTRO. Perché trovo sia il “disco” perfetto per assecondare certi malumori dell’animo, per placare quelle sorprendenti (o beneaugurali) tristezze del cuore che quando ti assalgono debbono pur trovare uno sfogo, una via di uscita. E in tutta la sterminata enciclo-disco-grafia di Mina, non trovo eguali se non in ALTRO per delimitare, circoscrivere e definire siffatta sensazione. Così sono andato a sfogliare l’inserto – che all’epoca dell’indimenticato vinile (ma per davvero, quando cioè i dischi erano solo long-playing!) – era contenuto nel (primo) doppio di Mina, “1 + 1”.
    Non vorrei sembrare nostalgico: ma che tempi, ragazzi! Comprare il primo doppio della Tigre con due dischi che così diversi non si poteva o non si può – e il concetto vale ancora per oggi, eccome -. Due diverse espressioni di un’Artista: quella “nera” contrassegnata dalle recenti esibizioni dal vivo con tanto di orchestra e quella “grigia”, per contrasto, con la Mina più sottratta, crepuscolare, e a mio dire meno “radiofonica” mai sentita fino ad allora (e perché no, fino ad oggi, se escludiamo i dischi tematici con gli omaggi a Modugno, Sinatra, alle arie sacre o di tutti i tempi). Per dirla, una Mina da choc, che per giunta reduce dai trionfali successi discografici del momento, decide bellamente di rivelarsi a noi solo con certi standard americani (a lei tanto cari e forse ignoti ai più) con l’inevitabile Battisti mentre molto coraggiosamente, nel disco di inediti, mostrarsi in una veste totalmente insolita, intima e così audacemente distante dal concetto di “canzone-cantabile”. Ma proprio per questo non meno importante. Vogliamo allora aggiungere a tutto ciò, ovvero ai contenuti, la veste grafica? E non faccio allora a meno di essere grato a Lei per averci fatto conoscere quel genio che si chiama Gianni Ronco, così capace nell’intento di coniugare una Mina così rarefatta nelle immagini con un’altrettanta ed equivalente Mina musicale.
    Disco, dunque, di ineguagliata bellezza che con le sue gemme di ballate d’autunno, di amori (forse), di falò, di piacevoli ossessioni… ALTRO non fanno che regalarci l’incanto di una Voce senza tempo. E il mio “grazie”, Mina, non avrà fine…!

  21. No Luigi,gli album Italdisc pubblicati non sono in versione picture.Mentre gli album RIFI sono stati pubblicati sia in versione picture che col vinile nero. Comunque,puoi sempre controllare nel sito della Halidon.Ora speriamo che anche la EMI riprenda la pubblicazione dei picture e che la SONY sforni finalmente Bau e Caramella! Ciao.

  22. Mi sembra un canto molto intenso e dolente e la Signora sicuramente ne farebbe una splendida versione,mettilo nella sua pagina..non si può mai sapere..

  23. Luigi, francamente io riporto questo genere di informazioni così come mi vengono segnalate, ma non essendo un collezionista personalmente interessato a tali emissioni, lascio volentieri a qualcun altro più competente di me il compito di risponderti.

  24. Loris una informazione perchè forse qualcosa mi è sfuggita. La Halidon ha pubblicato in passato anche le versioni picture dei 4 album Italdisc? Mesi fa le comprai ma erano nere con solo l’etichetta centrale con la fotografia, a differenza delle ristampe Rifi che erano totalmente picture. Forse non sono riuscito a trovarle! :(
    Grazie!

  25. grazie piera, da ieri ho un nodo in gola, la città della mia infanzia, proprio nei quartieri dell’alluvione. un abbraccio a tutti i xenesi.