Uomini di poca fede che non siamo altro. Non avremmo scommesso un tallero bucato sul successo come singolo di Volevo scriverti da tanto. Non certo perché non la giudicassimo bella, ma perché ci pareva troppo nobile, rarefatta, raffinata, lontana troppi anni luce dalla miserevole musica che ci gira intorno (“quella che non ha futuro” ma intanto ci rompe i maroni nel presente) per farsi largo negli ascolti radiofonici e nelle classifiche dei brani più scaricati in digitale. I fatti, come dimostra il terzo posto che la nuovissima canzone di Mina ha raggiunto nel giro di poche ore nella Top 10 di iTunes, ci hanno dato clamorosamente torto, destando in noi la stessa incredula meraviglia consolatrice che un disilluso Eugenio Montale provava davanti a “i frutti gialli dei limoni” scorti per caso tra gli alberi di una corte da un “portone malchiuso” nel tedio invernale di una città caotica “dove l’azzurro si mostra soltanto a pezzi”. Perché in fondo Volevo scriverti da tanto – da ieri, visualizzabile anche nel magnifico video lettering realizzato da Mauro Balletti – è proprio questo: un semplice momento di bellezza che, tra tante brutture, ci coglie di sorpresa quando meno ce lo aspettiamo.
Autore: loris