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Settembre 1969: in occasione del debutto di Massimiliano in Prima Elementare nella scuola pubblica di Loreto (dove avrebbe trovato la sua maestra del cuore in Mariuccia Medici, in seguito attrice tra le più apprezzate del teatro popolare ticinese), mamma Mina gli dedicò – sulle pagine amiche del settimanale Annabella – questo tenero scritto da cui si può facilmente comprendere su quali solide e amorevoli basi educative Max sia poi diventato il perfetto gentleman (“bello, sano, intelligente, sensibile, civile, rispettoso, ironico, responsabile, grande amante della famiglia, eccezionale nel lavoro”, ipsa scripsit) che tutti noi conosciamo e amiamo…

di Mina – Foto: Egizio Fabbrici

Mio figlio Massimiliano ha sei anni e frequenta la Prima Elementare in una scuola pubblica di Lugano, dove da tempo abitiamo. Non gli passo ancora uno ‘stipendio’, anzitutto  perché il regolamento della scuola vieta ai bambini di tenere denaro in tasca. Massimiliano può entrare in classe con un fazzoletto e una carota, o una mela, per la merenda a metà mattino. Gli svizzeri, si sa, sono igienisti osservanti e le autorità scolastiche esigono che, per la salute dei denti, i bambini rinuncino ai dolcetti in favore di frutta e verdure crude. In secondo luogo Massimiliano non ha alcun bisogno di avere del denaro: ciò che desidera, nei limiti del lecito, per ora lo ottiene da me e dai nonni. È ancora così piccolo che mi commuovo soltanto a immaginarlo con cinquanta lire in mano. Avrà tempo di imparare che, nella vita, tutto ha un prezzo, e non solo in moneta sonante.

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