“Ti amo come un pazzo” esce a meno di quattro anni dal precedente album di inediti di Mina, quel “Mina Fossati” pubblicato nel novembre 2019 la cui diffusione è stata condizionata dalle complicazioni causate dalla pandemia, ma che ancora oggi è una splendida dimostrazione di come due grandi artisti uniti in una collaborazione paritaria hanno saputo dare vita a un progetto straordinario, oltre che destinato a continuare a crescere nel tempo e nella percezione del pubblico.
Il nuovo disco di Mina mette le carte in tavola fin dal titolo, ironicamente melodrammatico, e dalla copertina, che volutamente rievoca quelle delle diffusissime riviste di fotoromanzi come “Bolero Film”, fondata nel 1947 nientemeno che da Cesare Zavattini (e ispiratrice di Federico Fellini per il suo “Lo Sceicco Bianco” del 1952), e come “Grand Hotel” e “Sogno”. Suggestione ribadita dalle atmosfere che caratterizzano molte delle canzoni contenute nel disco, che forse potremmo chiamare “canzoni-fotoromanzo” (per non ricorrere all’inglesismo “torch songs”), cioè che raccontano storie d’amore tormentato, perduto o non corrisposto.
Sono atmosfere che Mina ha già frequentato (basti pensare a “Trenodia”, che nel dicembre 1967 inaugurò la serie dei suoi 45 giri PDU) ma forse mai prima d’ora hanno caratterizzato così fortemente un suo album di inediti.
Come sempre, la selezione delle canzoni è avvenuta attraverso la lunga e metodica ricerca che Mina compie ascoltando le canzoni che le vengono inviate da centinaia di autori italiani, già affermati o ancora sconosciuti o addirittura esordienti. Fino a qualche anno fa l’invio avveniva per posta, in forma “fisica” di musicassette e poi di CD; oggi il sito PDU Music offre anche la possibilità dell’invio di MP3 (attraverso la pagina https://pdumusic.com/brani-inediti/).
Ma la ricerca personale di Mina è sempre metodica, puntigliosa e attenta, e dà origine all’arricchimento continuo di un “canzoniere italiano” che lei ha costruito e contribuito a far crescere in maniera del tutto indipendente, da discografica di se stessa che lavora costantemente e coerentemente sul proprio repertorio, attenta alla qualità dei brani che sceglie di interpretare, e proseguendo indomita nel suo lavoro di ricerca vocale che continua a dare frutti eccellenti. E’ questa l’attitudine davvero unica che fa sì che oggi la voce di Mina sia ricercata e desiderata sia da autori di lungo corso sia da autori giovani e giovanissimi che vedono in lei l’interprete ideale (e più qualificante) per le loro composizioni: non solo per merito del suo status di icona della canzone italiana, ma soprattutto perché è inclusiva, generosa di attenzioni e “trasversale” nei generi e nelle fasce di pubblico, e mantiene intatte contemporaneamente una grande popolarità e una solidissima credibilità.
L’iniziale BUTTARE L’AMORE ci porta nel vivo del discorso iniziale, del quale è una perfetta incarnazione: scritta da Matteo Mancini e Gianni Bindi, è stata la sigla della fiction “Le fate ignoranti” diretta da Ferzan Ozpetek e trasmessa da Disney+.
COME LA LUNA, di Philippe Leon e Luca Rustici (già autori di “Sono le tre” in “Le migliori” di Mina e Celentano) e come la precedente arrangiata da Franco Serafini, che in entrambe suona le tastiere e cura la programmazione, si apre in un ritornello corale quasi gospel.
Non meno drammatica, benché il tema non ne sia l’amore, è la lettera a Dio scritta da Enzo Avitabile in DON SALVATO’ (l’autore l’aveva già inclusa nel suo album “Napoletana” del 2009) che Mina canta in lingua partenopea con voce sofferta e addolorata, come se avesse “na spina rinto o core”. Arrangiamento, produzione e tastiere sono di Ugo Bongianni e Massimiliano Pani, al clarinetto e al flauto c’è Gabriele Comeglio.
Ancora Franco Serafini arrangia la malinconica FINO A DOMANI: l’autore è Federico Spagnoli, che già aveva dato a Mina “Ti meriti l’inferno” in “Maeba”, “Non mi ami” in “Le migliori” e “Questa donna insopportabile” in “Selfie”.
Un piccolo discorso a parte per ZUM PA PA. L’autore del testo è l’attore toscano Alessandro Baldinotti, che già ha scritto parole di canzoni cantate da Paolo Vallesi e Mia Martini, per quest’ultima affiancando Giancarlo Bigazzi e Paolo Hollesch (“Lacrime”) e il solo Hollesch (“Versilia”). Paolo Hollesch, del quale si ricorda un 45 giri di debutto cantautorale nel 1976 (“Un colpo di remo” / “Luce degli occhi”), è scomparso prematuramente nel 2012, ma prima aveva scritto – insieme a Riccardo del Turco – la musica di questa canzone di ambientazione felliniana-circense alla quale le tastiere programmate e arrangiate da Ugo Bongianni e Massimiliano Pani regalano una sospensione cinematografica, come fosse un sogno ad occhi aperti della Gelsomina di “La strada”, fino a un finale sospeso e tronco.
Un altro brano non inedito dell’album è TUTTO QUELLO CHE UN UOMO, la canzone che Enzo Cammariere presentò al Festival di Sanremo nel 2003 classificandosi al terzo posto e ricevendo il Premio della Critica. Nel tempo il brano è diventato un piccolo classico; la riscoperta da parte di Mina consolida questo status rendendolo un evergreen (e naturalmente, come da sua consuetudine, conservando intatto il testo al maschile di Roberto Kunstler).
La traccia più sorprendente dell’intero album è forse L’ORTO: era stata mandata a Mina qualche anno, messa fra i brani candidabili all’inclusione su disco, prima di essere presentata a X-Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi, ed è una curiosa ode alla verdura che Mina canta leggerissima, divertendosi e divertendoci.
Parole e musica di LASCIA portano la firma di Antonio “Tonino” Majo: il suo, alla “tenera” età di 68 anni, è un debutto alla corte di Mina, dopo una lunga attività di turnista (ma il musicista ha nell’armadio lo scheletro di un 45 giri da cantautore, “Rabbia”, uscito nel lontano 1981). La canzone è un invito a non rinunciare a tornare ad amare anche se l’età è avanzata.
Ritorna come autrice per Mina – aveva esordito su “Maeba” con “Troppe note” – anche Viola Serafini, giovane figlia di Franco (che compone la musica del brano), con NON HO PIU’ BISOGNO DI TE, un mid-tempo dal testo amazzonico che Mina canta con suprema, sprezzante crudeltà.
A chiudere l’edizione in vinile dell’album su una nota ottimistica è il già chiacchieratissimo duetto vocale con Blanco, il quale insieme al suo coautore e “partner in crime” Michelangelo (che ha anche suonato quasi tutto il brano, ad eccezione delle chitarre elettriche di Andrea Rossini) firma UN BRICIOLO DI ALLEGRIA. La canzone non è uno dei troppi esempi di “featuring” che sono oggi così di moda; è un duetto vero e proprio, in cui le due voci si affiancano con freschezza, in un incontro di generazioni che dà vita a una canzone che ha tutto il potenziale radiofonico per accompagnarci durante l’estate che sta per arrivare.
La versione CD dell’album contiene due tracce supplementari, LA GABBIA e POVERO AMORE, che – firmate da autori “fedelissimi” di Mina come (rispettivamente) Maurizio Morante e Fabrizio Berlincioni-Michele Culotta – ci riportano alle atmosfere “da fotoromanzo” di cui si diceva in apertura (POVERO AMORE è stato scelto dal regista Ferzan Ozpetek per il suo nuovo film in uscita a Natale 2023) completando così un album sfaccettato, che esplora diverse atmosfere musicali (dalla canzone d’amore drammatica e intensa ai pezzi ironici, dalla ballad raffinata alla canzone rock e al bolero) la cui elegantissima inimitabile costante è la voce di Mina.
“Ti amo come un pazzo” sarà disponibile in più formati.
LP classico in vinile nero;
LP in edizione numerata e limitata in vinile Crystal;
LP in edizione numerata e limitata vinile azzurro;
LP in edizione numerata e limitata con copertina alternativa.
CD
Dal 21 aprile anche in digitale.
PDU Music è l’e-commerce ufficiale di Mina, ma il nuovo album verrà distribuito anche in tutti i negozi di dischi da Discoteca Laziale. L’e-commerce PDU Music venderà tutti i vinili ad eccezione di quello azzurro che verrà dato in esclusiva al Record Store Day del 22 aprile. PDU Music non venderà sul suo e-commerce la versione in CD.
Autore: loris