Se si esclude una sua estemporanea trasformazione nella doppia veste di Diabolik e di Eva Kant in una vignetta disegnata dal vulcanico Gianni Ronco per la compianta rubrica di posta di Vanity Fair, Mina non ha mai avuto alcun legame virtuale con la coppia di criminali più amata e inossidabile del fumetto italiano. Lei stessa – in una lontana intervista – aveva dichiarato di trovare “un po’ noiose” le spericolate avventure dei due. L’unico inedito trait d’union tra l’inafferrabile star e il Re (e la Regina) del Terrore è stato azzardato qualche anno fa – sul magazine Sette del Corriere della Sera – da quel fine esperto di storia del costume che è Antonio D’Orrico in un’intervista immaginaria alla oggi sessantenne Eva Kant. All’osservazione fatta dal giornalista sul fatto che “Lei e Diabolik siete stati la prima coppia di fatto del fumetto”, la risposta della bionda eroina noir creata dalle Sorelle Giussani è stata: “Confronti un po’ di date. Il 1° marzo 1963 appaio per la prima volta in edicola, il 18 aprile 1963 nasce il figlio di Mina e Corrado Pani. Per aver avuto un bambino da un uomo sposato, Mina, coraggiosissima, pagò un prezzo altissimo. Fu epurata dalla RAI. Bandita dalle case discografiche. Cose talebane. Quelli erano i tempi. Diabolik, un ladro e un assassino, e io, un’avventuriera, forse abbiamo fatto – come Mina – qualcosa di utile per rendere l’Italia un Paese più civile…”.