Riaccendi quelle luci
All’inizio del 1974 Sorrisi e canzoni non faceva ancora parte dei miei appuntamenti fissi in edicola. Il mio settimanale-culto di quei tempi – patinato, prestigioso, ricco di meravigliosi reportage come, ad esempio, quelli realizzati in giro per il Pianeta da Walter Bonatti – era Epoca. E fu proprio sulle pagine del più glorioso dei periodici Mondadori (in seguito destinato ad un malinconico e inarrestabile declino nel ruolo di servile house organ dell’Impero berlusconiano) che, tra gennaio e febbraio, vidi le prime immagini a colori di quello che sarebbe stato lo show-evento dell’anno: Milleluci con Mina e Raffaella Carrà. Il servizio si intitolava La Tigre e la gattina e mostrava alcune splendide foto di scena scattate nel corso delle registrazioni delle puntate dello spettacolo dedicate alla radio e alla televisione. Incredibile dictu, i consunti e spiegazzati ritagli di quell’articolo mi sono ricapitati per caso tra le mani giorni fa, mentre rovistavo in cantina in cerca di altre carabattole minose. E caso vuole che proprio dopodomani, 16 marzo, Milleluci festeggi il quarantesimo anniversario della messa in onda della sua puntata d’apertura. Una ricorrenza che la RAI e Casa Mazzini non mancheranno di festeggiare degnamente con un’iniziativa che dovrebbe concretizzarsi nella seconda metà di aprile e che per il momento deve rimanere ancora una sorpresa…
NON GIOCO PIU’
La sera di quel 16 marzo 1974 persi due cose molto importanti.
A causa di impegni familiari (avevo 16 anni e mezzo ed ero sottoposto all’autorità genitoriale) mi fu impedito di assistere alla prima puntata di “Milleluci”.
Dentro di me ero distrutto dalla rabbia: mi sembrava un sacrilegio perdere l’esordio di uno show cui tenevo tantissimo e che già consideravo un evento televisivo che avrebbe segnato un’epoca (unico caso che ho avuto di senno del prima).
Amavo Mina dall’età di 10 anni e mai da allora avevo perso una sua trasmissione in tv e alla radio.
Quella sera dovetti subire la soverchia delusione di rinunciare a quanto desideravo più di ogni altra cosa.
Ci trovavamo a cena in casa di un collega di mio padre e la padrona di casa “si ricordò” di accendere la tv proprio mentre le ultime note della sigla finale andavano sfumando.
A me parve una vera beffa: quei pochi secondi di Mina, quel frammento di canzone colto nel suo spegnersi, mi avevano fatto amaramente per un attimo infinito contemplare ciò che avevo perso…avrei preferito non vedere nulla, piuttosto che assaporare una sola goccia di quello splendore!
Ma la serata era ancora lunga e, per me, portatrice di ulteriori sorprese.
I conoscenti dei miei genitori avevano un figlio di un anno più grande di me, da me conosciuto quella sera, disinvolto e solare quanto io impacciato e timido.
Dopo la cena gli adulti si dedicarono a un interminabile torneo alle carte e noi due ragazzi ci ritirammo ad ascoltare dischi e sfogliare fumetti.
Fu insieme a lui, occasionale amico di una sera, nella sua cameretta di adolescente irrequieto e intraprendente, che accadde ciò che rese indimenticabile quella data per me.
Da 40 anni ripenso e ricordo con dolcezza e malinconia gli avvenimenti di quelle ore, i miei stati d’animo.
La tristezza interiore dovuta alla rinuncia di mina in tv, la consapevolezza, mista a un forte stupore, di aver varcato il confine tra l’età infantile e l’età adulta lasciandomi alle spalle il fardello di un’ormai ingombrante innocenza e ignoranza.
“Non gioco più”, che avevo solo captato e neanche percepito, fu quella sera per me un vero invito a crescere.
“La vita è un letto sfatto, io prendo quel che trovo, e lascio quel che prendo dietro me”, dal 16 marzo del ’74 quante volte Mina mi ha cantato queste parole per consolare la pena di un giorno difficile e per aiutarmi ad andare avanti, per altre direzioni, “io cambio e chi non cambia resta là”.
Per tutta la vita, in questi 40 anni trascorsi, il ricordo perfetto di ogni particolare di quella serata (per me iniziata con un flebile “non gioco più” di Mina che esce dall’inquadratura del video accompagnata dalle note dell’armonica di Tielemans) non si potrà consumare nè alterare.
L’invenzione del videoregistratore e le beneamate repliche di “Fuori orario” di rai3, mi hanno permesso anni dopo di recuperare quel gioiello di “Milleluci” sulla radio.
(L’altra cosa persa quella sera non l’ho recuperata, non avrei potuto nè desiderato farlo, e non ne ho il rimpianto.)
Anch’io, all’epoca, leggevo e collezionavo EPOCA bellissimo settimanale della Mondadori con splendidi servizi fotografici di Walter Bonatti. Ricordo anche la rubrica di Augusto Guerriero (Ricciardetto) e tanto altro. Su Mina, un bellissimo servizio dal titolo DISTRUGGONO MINA, a firma, se non ricordo male, di Giorgio Torelli.
E tu come al solito caro nostro Loris ci stuzzichi! e mo’ cos’è questa sorpresa? Inutile chiedere tanto non ti sbottoni!! Novità sul nuovo lavoro? Nessun rinvio o nuove modifiche? E dicci qualcosa in più….sempre grazie.