di Dario Liguori
Come descrivere l’emozione di ascoltare ancora un nuovo disco di Mina? Difficile da spiegare, anche quando il progetto coinvolge un altro grande artista-amico che, come lady Mazzini, ha fatto la storia del pop italiano. Un incontro tra due mondi paralleli e distanti al tempo stesso, anzi una Reunion a distanza di 18 anni, come se il tempo si fosse fermato. Impossibile persino raffrontare i due album, tanto nel primo si respirava Mina qui si respira Adriano. E ad avvantaggiarsene è stata Mina, ritornata ad un pop più radiofonico ed orecchiabile. Certamente non un capolavoro come i più generosi hanno affermato, ma questo era largamente previsto, dato il momento non felicissimo della vena artistica degli autori italiani. Mina e Celentano sono tornati e tanto basta. Alcune critiche piuttosto volgari stanno cercando di gettare discredito sull’operazione, e anche questo era largamente previsto. La voce di Mina è sempre bella, e come al solito riesce a commuovere a divertire a incantare. La sensazione è quella di trovarsi difronte ad una collezione di potenziali singoli, nessuno sembra un riempitivo e la scelta dei brani sarà stata senza dubbio difficile; ci si è orientati sulla diversità piuttosto che sulla omogeneità anche se un filo conduttore si può trovare negli arrangiamenti che per gli amanti di valore della Tigre hanno il sapore della novità e questa è a mio avviso una nota positiva. Il testo più bello mi sembra quello di Loriana Lana “Quando la smetterò” su musica del compianto Aldo Donati. Dopo un primo ascolto il brano che mi è rimasto maggiormente nel cuore è “Come un diamante nascosto nella neve” di Marco Bruni. Nel complesso un disco piacevole, gradevole che sicuramente non aggiunge nulla alla storia dei due “migliori” ma che dal punto di vista emotivo rappresenta una bellissima dichiarazione di stima, amicizia e di amore verso il pubblico che è rimasto sempre affezionato a loro … e noi fan di Mina siamo già in attesa del suo album da solista e questo, si sa, è dettato dall’impazienza tipica dei mazziniani… Adriano, Mina, siete una forza della natura!
di Giovanni Aufiero
Dopo 18 anni Mina e Celentano tornano a divertirsi, a cantare, ad incantare, insieme. Il progetto è grandioso. Lo si percepisce dal colossale bombardamento socio-matico a cui noi amanti, senza ma e senza se, della Mina di sempre non siamo, per nulla, abituati. 18 anni. Gli anni della maturità. E non a caso questo disco non è più cantato con lo slancio della prima adolescenza; è figlio della maturità, e del desiderio sotteso dei due artisti, di dare un senso ad ogni singolo pezzo di questo nuovo capolavoro. E ci sono riusciti. Ogni pezzo ha una luce propria. E ce n’è per tutti i gusti. Non è un calderone, ma un percorso pensato, per dare prova, la prova che in fondo questi due urlatori dell’Italia più bella, sono davvero i migliori di sempre. Dalla struggente “È l’amore”, alla ipnotica (di quelle che non smetteresti mai di cantare) “A un passo da te”, dalla evocativa e delicata “Sono le tre”, alla romantica “Un diamante nascosto nella neve”, dal reggae di “Ma che ci faccio qui” alla favolosa disco-dance di Prisencolinensinainciusol (eh qui ti fermi e pensi: “ma quanto sono fighi questi due!”). Sono tutti potenziali e validissimi pezzi d’autore, potenziali hit scala classifiche (per quanto questo possa interessare). Anche “Ti lascio amore”, nonostante qualche inceppatura nel testo, è una bellissima gemma canora ed è una bella prova d’arrangiamento. Ci sono poi i due singoli: brividi. In “Il bambino col fucile” Celentano è grandioso e non scontato, travolgente. Mina in “Quando la smetterò” è un brivido che percorre ogni millimetro di pelle; intima ci lascia entrare nel suo universo, nel suo corpo, nelle sue lacrime. Le voci sono incantevoli. Calda, ammaliante, da uomo e da ragazzo, nostalgica e gentile quella di Adriano. Eterna e brillante quella di Mina, anche quando la arrugginisce, anche quando la impasta o l’arrochisce (anche se non nascondo il mio personale e infinito piacere quando la sento svettare potente e acuta); è una voce dai mille colori e quasi sempre, anche in questo disco, quando canta tutto il resto non esiste, testo musica o arrangiamenti. Lontana anni luce da ogni miseria umana. C’è poi il secondo CD, nella versione Deluxe: una delizia. È una risata di Mina lunga 14 tracce. Si diverte, si divertono, giocano e ci lasciano respirare quella spontaneità e quell’atmosfera del backstage. Mina ride di gusto, e quando lei ride, il nostro cuore si riempie di gioia.
Autore:
loris