Mina Fan Club

E SE NON TI AVESSI AMATO MAI…

di Gennaro Reder

Era già tutto annunciato nel singolo apripista, “Amami amami”, il nuovo progetto musicale di Mina e Adriano Celentano.

Quello splendido accenno/citazione di “Storia d’amore”, una delle perle del Clan, lasciavano presagire un apporto più consistente da parte del molleggiato nazionale, e così è stato. Se il Mina Celentano del ’98 era stato un prodotto più calato nelle corde mazziniane per atmosfere, arrangiamenti, autori e collaboratori, questo nuovo album è di sicuro più celentanesco. E questo non può che aver fatto bene ai due, ma soprattutto alla nostra Mina che ci appare più fresca, più “cantante che canta” come solo lei sa fare quando si diverte a farlo. Basta sentire la chicca finale, “Prisencolinensinanciusol”, per comprendere quanto questo secondo incontro sia stato un ottimo viatico per una ulteriore virata, non solo vocale, della Signora di Lugano che non finisce mai di stupirci col suo saper essere perennemente contemporanea, anticipatrice e, nello stesso tempo, “un classico senza età”.

Mina e Celentano, insieme, sono una forza della natura, quella natura artistica che li tiene uniti in un’amicizia lunga quanto le loro rispettive carriere.

L’album si è svelato subito, al primo ascolto, dalla prima alla dodicesima traccia, e ha immediatamente rivelato lo spirito delle canzoni che hanno un unico minimo comune denominatore: l’amore.

L’amore che fa bene all’anima, quello che te la straccia, il dolente e il possessivo, il passionale e l’etereo, quello fraterno e quello occasionale. Mai come in questo disco Mina e Celentano celebrano il sentimento in maniera totale e assoluta, come solo loro sanno fare, senza manierismi né forzature da festival della canzone.

E se è vero che “è l’amore che brucia l’anima”, è anche certo che quando “non brucia più dopo il tramonto il sole… stare insieme è solo facile da dire, volersi bene è già abbastanza ma non è mai tanto”.

E se lui canta che “l’amore è solo una questione chimica, un espediente dell’evoluzione, un compromesso fra il dovere e la passione”, lei gli risponde “il peggio è che ho bisogno di te, delle tue mani, che resti e ti allontani, di carne e di senso, ragione e sentimento, di te, se no non riesco a dormire”.

Insomma l’Amore declinato in tutte le sue forme, dal tango elettropop di “Amami amami” fino alla delicata poesia di “Come un diamante nascosto nella neve”, in un album eterogeneo, moderno, suonato con gran classe e interpretato proprio con grande amore, quell’amore e quel rispetto per la qualità che dimostra quanto e sempre Mina, e con lei Celentano, sia un esempio di longevità artistica che, anche se non rinnega il passato, è sempre protesa, rischiosamente e scientemente, verso il nuovo, l’ignoto futuro.

 

QUANDO LA SMETTERO’

di Mario Basile

L’arte di Mina non è solo la bellezza della voce, ma è l’espressione, la comunicativa: é rendere una canzone come è stata concepita dal suo autore. La voce non è solo un suono che finge di essere umano, ma un essere umano che esprime col canto tutta l’espressività del suono e delle parole.

La sua voce lunare non è cambiata: corre come un filo d’acqua d’argento in mezzo ad erba verde, a sassi grigi, a terra bruna, a fiori variopinti, inconfondibile e lucida. Non è un freddo e superfluo tecnicismo, ma un’aderenza sorprendente al significato di questa melodia. La voce si spande e risuona con la morbidezza del suo puro velluto, ha una morbidezza che dà al canto una patetica espressione, un senso di dolore contenuto e quasi mistico.

Il suo canto è a volte un sospiro, la dizione nitida e qualche cosa tra quel sospiro e quella nitidezza tocca l’anima, qualcosa che non può essere altro che Arte, altre volte è grido a volte soffocato, a volte invocante nel quale si cela speranza e disperazione.

La sua voce più calda e vellutata nelle note centrali, si incupisce come la musica, come le parole, vibrando tutta, come per un oscuro presagio. La sua voce quasi piange quando canta: ‘Quando la smetterò di amarti ancora…’ quasi smarrita e ci comunica immense emozioni. 

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