di Silvano Terzo
Al secondo ascolto, escludendo Amami Amami, sentita più volte in anteprima ed apprezzata apripista del disco-evento, fresca ed orecchiabile come volevasi, mi ritrovo a canticchiare le altre 11 tracce con la voglia di ritrovare la strofa o il passaggio che più mi hanno colpito. In alcuni casi sento il brivido lungo la schiena (garanzia di emozione e di canzone che funziona) non per il pezzo più titolato ma per quello piccolo-piccolo, che riesce però a toccare le corde della mia sensibilità e del mio mondo musicale. Per questo A un passo da te e Sono le tre mi entrano nelle vene e mi spingono al replay. Intendiamoci: il disco è un prodotto di tutto rispetto, attento e curato nelle scelte e nell’interpretazione dei Due, che, val la pena sottolineare, sono superlativi e Maestri in quello che fanno. Io, che non amo i duetti e preferisco Mina a Celentano, riconosco che in questa prova loro sanno dare lezioni a chiunque sia presente nel panorama musicale italiano e non solo… Celentano è misuratissimo come non mai, lontano dai cliché un po’ tamarri che non amo, credibile sempre ed apprezzabile anche nei pezzi che gli sono cuciti addosso; Mina è…Mina e ci sarebbe poco da aggiungere: Voce, Strumento, Sentimento, Tutto…un compendio di canto libero fatto di note alte, altissime, basse, bassissime, di recitato, soffiato, vibrato, di invenzioni e divertimenti che solo lei può creare. Ritorno all’ascolto del disco, perché molto ci sarà ancora da scoprire.
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di Alessandro Marconetti
A volte ritornano’, si dice. Mai stato vero come questa volta: sono tornate ‘Le migliori’ e senza deludere alcuna aspettativa. Anzi, al di là di ogni più rosea previsione, Mina e Celentano confezionano un disco eclettico, all’avanguardia e carico di sorprese. D’istinto verrebbe, inizialmente, la tentazione di paragonare questo al lavoro del 1998 ma, già dal primo ascolto, si capisce di trovarsi di fronte a due prodotti estremamente diversi fra loro. Nel primo caso, si era privilegiato l’impatto facile, commerciale e rapidamente fruibile dei pezzi. In questo secondo episodio, l’intento di fondo pare essere di tutt’altra natura. A partire dalla scelta delle canzoni che, senza mai tradire l’identità dei due interpreti, è certamente più variegata e con una strizzatina d’occhio a testi di spessore cantautorale, mai complessi ma dotati di evidente spessore narrativo. Quattro nomi su tutti, in rigoroso ordine alfabetico: Federico Spagnoli, Luca Rustici, Andrea Mingardi e Toto Cutugno. In secondo luogo il disco spazia, con intelligenza sorniona, fra diversi generi musicali dimostrando la capacità dei due artisti di muoversi, con estrema naturalezza e brillante originalità, in contesti apparentemente molto distanti dal loro repertorio abituale. Infine, Mina e Adriano non dimenticano di ‘accontentare’ i loro ‘aficionados’, con alcune perle che ci riportano verso atmosfere assolutamente più vicine al loro percorso artistico. Il messaggio che pare snodarsi fra le note è più che chiaro e fin da subito: non bisogna avere vent’anni per fare una musica giovane, seppure senza cadere nelle trappole della imperante banalità. A ‘chiudere il cerchio’, come sempre, c’è la loro immensa capacità di infondere colori ed emozioni a tutto ciò che cantano, trascinando l’ascoltatore al centro del loro universo musicale.
Autore: loris