“Che cosa c’è più di classico di Mina che ricanta il songbook di Battisti? Forse solo il Paradiso“, ha scritto Andrea Silenzi commentando sulla Repubblica di ieri il successo superiore a ogni aspettativa del cofanetto che la più prestigiosa delle Interpreti ha dedicato al più grande dei nostri cantautori. Fatto sta che la Tigre – come del resto quasi sempre avvenuto da sei decenni a questa parte – è riuscita ancora una volta a farsi largo nell’affollato mercato dicembrino, dando del filo da torcere ai più agguerriti (e mediaticamente onnipresenti) competitor del momento e riconfermandosi la Voce femminile più acquistata e più regalata del pregiato periodo prenatalizio. Non poteva esserci davvero conclusione migliore per questo 2018 che ha visto Mina raggiungere le vette delle classifiche dapprima con la Definitive Collection condivisa con Celentano (tuttora nella Top 100 e non lontanissima dal traguardo delle 400.000 copie vendute), poi con lo sfavillante e mai abbastanza lodato Maeba (unico album di un artista “storico” a conquistare quest’anno il primo posto in un panorama musicale sempre più effimero, frammentato e dilettantesco) e ora con l’imperdibile tributo a Lucio. Sul miracoloso lavoro di restyling sonoro compiuto da Massimiliano e dal tecnico Celeste Frigo su ognuna delle canzoni del doppio il nostro Antonio Bianchi tornerà più approfonditamente nel prossimo numero, allargando il discorso alle inedite frontiere che potrebbero spalancarsi in futuro con analoghe operazioni monografiche attinte non solo allo sterminato catalogo PDU ma anche ai periodi precedenti. Ma per la fanzine primaverile abbiamo in serbo – tra le altre cose – anche un mega dossier sui 60 anni di amore-odio tra Mina e Sanremo da Nessuno in poi e una ricerca altrettanto sfiziosa sulle “altre” competizioni canore che – partendo dalla Sei giorni della canzone del dicembre ’58 per proseguire coi vari Festival Del Musichiere, Canzonissime e Gondole d’oro – videro la Tigre svogliata protagonista nel corso del primo decennio di carriera. Ed entro la fine del 2019 meriterebbero di essere festeggiati altri anniversari a cifra tonda: il quarantennale di Attila (favoloso album-spartiacque tra la Mina pre- e post-ritiro dalle scene) e dell’inizio della carriera musicale di Massimiliano, nonché il trentennale del fantastico Uiallalla con cui la Mazzini concluse in grande stile i suoi Anni Ottanta. Il tutto, naturalmente, senza trascurare le irrinunciabili novità discografiche che il nuovo anno ormai alle porte promette di regalarci…
Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Autore: loris