D’amore non scrivo più
Giovanni Barca, famoso illustratore (ricordate la copertina di Tregua per Renato Zero?) legato da antica amicizia al nostro caro, amatissimo Gherardo Gentili, ci ha inviato stamane un messaggio che mai avremmo voluto ricevere: “Gherardo ci ha lasciati questa notte”. Ogni frase di circostanza, a questo punto, sarebbe inutile. Preferiamo lasciare la parola al grande giornalista riproponendovi l’incipit – con tanto di ironica autopresentazione – di uno dei tanti, memorabili articoli da lui scritti nel corso degli anni per la nostra fanzine. Dopo Flavio Merkel e Rina Gagliardi, il Mina fan club perde con Gherardo un altro dei suoi capisaldi…
di Gherardo Gentili
Forse mi conoscete già, ma arrivato a 85 anni è meglio che mi ripresenti. Mi chiamo Gherardo Gentili. Sono nato a Milano nel 1921, appartengo ad una generazione, se non bruciata, ustionata: fascismo, guerra, dopoguerra. I miei coetanei hanno rimontato la corrente, molti hanno fatto splendide carriere. Io no: sono arrivato tardi in tutto. Scrittore di novellette per settimanali femminili a 29 anni, giornalista di musica e spettacolo a 36, pensionato a 79. Bolero Teletutto e TV Sorrisi e Canzoni. Ho seguito indirettamente, per interposti colleghi, la carriera di Mina fin dagli inizi. Eppure a un certo momento mi sono trovato ad essere un “minologo”. Quando la Mina televisiva e dal vivo era sparita. Ogni anno, quando usciva il doppio album, usciva la mia simil-intervista. Non ingannavo nessuno, avevo chi mi dava una mano. I bravi, i buoni fans ci credevano perché volevano crederci. I lettori comuni non guardavano troppo per il sottile. Era il “pezzo” su Mina e bastava. Però, siccome non conosco una nota, sono stonato come una campana e non distinguo un ritmo da un altro, delle canzoni ho sempre avuto un occhio ai testi. Con i cantautori mi sono sempre trovato bene. Anzi, mi piaceva scoprirli quando non erano già stati scoperti. E mi ero coniato uno slogan privato: “Siete grandi e non lo sapete. Siete poeti e dite che il testo delle canzoni non è vera poesia”. Di questo parere sono Vecchioni, De Gregori, Paoli, Cocciante. Vasco Rossi chissà. Mogol da anni si batte contro il termine di “paroliere”. Rivendica quello di “autore”. Troppa modestia. Per me sono tutti “cocottoni” (leggi: figli di buona donna): poeti e basta.
Ma Mina è un’interprete, non una cantautrice. Canta musica e parole degli altri. Spesso gli altri sono il meglio del meglio. Ma non sempre. E qui, dato che ho 85 anni e i vecchi sono verbosi e prolissi, apro una parentesi. Tanti anni fa si sussurrava nell’ambiente (sussurri e grida) che L’uomo in frac non l’avesse scritta Modugno ma l’avesse comperata per 50 mila lire da un oscuro maestrino. Embe’? Modugno l’ha interpretata, vissuta, fatta sua. A quel tempo mi dicevo, senza scriverlo per non fare l’intellettuale: Modugno ha preso il personaggio da Petrolini, quello di Scettico blu, e lo ha consegnato a Chaplin. Cioè di uno smidollato viveur (cilindro, papillon, bastone di cristallo) ha fatto un essere universale, colpito dal male di vivere. Addio, addio. Viene l’alba. Le povere cose galleggiano sulla corrente del fiume. E’ il destino di tutti. Chi è l’autore di L’uomo in frac? Mina ha fatto lo stesso in tutte le sue canzoni. Non c’è autore che non sia stato da lei spogliato, violentato, ridotto in suo potere. Con l’orgoglio di esserne vittima.
(da “ErosMina secondo Gherardo Gentili” fanzine numero 65, novembre 2006)
Un altro GRANDE se ne va. Di LUI mi rimane un autografo su menù del l “MINADAY 2003” e una simpatica chiacchierata intercorsa in tale occasione.
CIAO GHERARDO.
Un altro pezzo di storia che se ne va lasciando noi piu poveri e soli, ma almeno la testimonianza di ciò che ha fatto rimane ….
Gherardo Gentili ci ha raccontato, negli anni subito dopo il ritiro del 78, meglio di chiunque altro Mina e i suoi lavori discografici… come nessuno avrebbe potuto fare. Una grave perdita per tutti.
Grazie Renz !
Mi unisco anch’ io per un affettuoso abbraccio a Paco De Lucia, Gherardo Gentili e Alice Herz-Sommer, coi miei più profondi sentimenti.
Mario
addio ad un altro grande musicista di chitarra : paco de lucia.
ricordo la firma di gentili su sorrrisi e canzonie mi piaceva molto la devozione x minae la chiarezza dei suoi aticoli..mi fa tristezza accompagnare simbolicamente tante facce sconosciute ma comuni x pensiero ed affetto..in fondo qualcosa di noi se ne va con lui: le nostre palpitazioni di tanti anni fa.