Mina Fan Club

di Alessandro Basso

Nella notte «scura scura» di quest’Italietta stracciata e mal ricucita, come la veste di San Francesco, dall’intolleranza, dal razzismo, dall’antisemitismo insomma dall’odio, non dovremmo parlare di “canzonette” ma scendere in piazza a difendere la Libertà di esserci, di chiamarci Liliana. In tal senso avevo reputato giusto non scrivere nulla sul nuovo singolo di Mina e Fossati (che è uscito proprio nel giorno in cui una vecchia Senatrice scampata al Massacro nazista è stata posta sotto scorta) ma poi mi sono detto che era sbagliato. A non scrivere nulla di bello si dà ragione ai professionisti del brutto, a quelli che ci tirano giù in un inverno perenne. La voce di Mina è bellezza e sangue. Carne e palpitazione. Una goccia di passione spassionata nel torbido lago delle nostre paure, delle nostre viltà, dei nostri disappunti cocenti. Fossati ha scritto per la Signora una canzone elegante ed accurata che ci parla di un amore che torna, di un amore che ha fretta di tornare perchè i giorni non passino inutilmente. L’eleganza delle due vocalità è un invito alla bellezza, un’amalgama di perfezioni, un gioco a due voci (e a due emozioni) in un Paese di solisti che non mettono mai il “noi” al centro della discussione ma soltanto l’ “io”. Mina è una signora per età e per eleganza, per coerenza, per coraggio. Fossati è un signore di buon gusto, un autore di cultura, un coraggioso che non ha avuto timore di dire che tornava solo perchè Mina lo aveva chiamato. Il disco si annuncia ai fan e si preannuncia in me come una grande operazione di signorile bellezza. E questo conta anche più della vocalità – sempre immacolata e tigresca – della Nostra. Conta perchè dà un esempio. All’aspettativa di questa uscita novembrina si sono affiancate anche altre due notizie sensazionali. La prima è che la voce di Mina farà da colonna sonora al nuovo film di Ferzan Ozpetek “La dea fortuna” (da ció che si sente Mina canta un pezzo che è già un classico) e la seconda è che, sempre quella voce (la quale puó tutto e arriva a tutti), interpreterà la forza delle donne in un cortometraggio contro il femminicidio per la “Giornata Internazionale della violenza sulle donne”. Seguendo la scia di queste novità, che scivola sulla schiuma dello sporco, non possiamo che essere felici. Felici della bellezza: sembra banale. Ma guardatevi attorno: quanta bellezza vedete? Io poca. E quanta signorilità d’animo, quanta signorilità professionale? Sempre poca. Dobbiamo ringraziare donne come Mina che, pur senza fare Politica (con la maiuscola, ossia l’idea platonica delle Idee), squarciano il velo della pochezza che affama, che strugge, che calpesta. La voce di Mina abbatte il muro della bruttezza e ci regala palpiti di buon gusto. Nell’inverno spirituale di una nazione sul far dell’inverno attendiamo con ansia le farfalle: «il segno dell’estate». Arriveranno le rondini. Intanto sta per apparire la fata di Lugano. E chissà che, prima o dopo, l’inverno cessi e torni l’amore su una sbuffante corrriera che illumina il deserto. Io mi metto alla fermata, di fianco a me c’è Mina con Fossati. Voi che fate venite? Vi aspettiamo?

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