Mina Fan Club

di Stefano Crippa (Il Manifesto) – Cover: Mauro Balletti

Jazzisti dall’animo pop, Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino, rispettivamente pianista, contrabbassista e batterista, sono da diversi lustri protagonisti dei progetti musicali di Mina, sia nelle sue divagazioni leggere che negli omaggi al grande songbook americano e ai suoi sommi protagonisti. Nell’estate 2018 – complici le celebrazioni per i quarant’anni dagli ultimi storici concerti a Bussoladomani della Tigre – il trio è stato invitato a Cremona per una serata di riletture in chiave jazz dei pezzi, più o meno noti, del repertorio della signora della canzone. Quel progetto è diventato ora un disco – rigorosamente dal vivo registrato come vuole la regola del jazz e dell’improvvisazione in due giorni negli studi Pdu di Lugano, sotto l’occhio attento e la produzione di Massimiliano Pani – e il benevolente sguardo dell’illustre assente ma mai così presente. Ne è nato così un curioso calembour di rivisitazioni pescando nel ricco canzoniere mazziniano: dal lontano 1959 di Tintarella di luna fino ai successi in coppia con Celentano.

IN MEZZO gli evergreen di Non credere, E se domani, un medley battistiano – l’autore forse in assoluto preferito dalla diva cremonese, e in chiusura La banda di Chico Buarque che Mina portò al successo nel 1967 con un visionario testo di Amurri. Un disco in cui – paradossalmente vista l’assenza della voce – si coglie ancor più il senso di molte produzioni «live in studio» di Mina, giocate sul divertimento e il rigore, l’improvvisazione e la nota d’autore, ma rivestiti di grande classe. Come dimostra il lavoro sulle partiture: Rea pronto ad accennare il riff giusto per subito divagare su altre tonalità, mentre Moriconi e Golino garantiscono un granitico impatto ritmico. «Mina – spiega Pani nelle note del booklet che accompagnano il progetto – è stata la prima a ricorrere a musicisti colti, ma eclettici, veri fuoriclasse capaci di calarsi nei diversi mondi musicali necessari. Alfredo Golino, Massimo Moriconi e Danilo Rea hanno suonato per Mina e registrato per i suoi progetti musicali centinaia e centinaia di straordinarie takes sempre diverse e sempre coraggiosamente piene di musica e qualità… un vero caleidoscopio di straordinarie registrazioni per la maggior parte in trio ‘live in studio’».

UN MODUS operandi che è un po’ l’essenza del lavoro della Mina post ritiro: basta andare a riguardarsi il documentario girato in studio nel 2001 che riprendeva le frenetiche giornate di registrazione della cantante e dei musicisti. E che spiegavano – più di tanti articoli e dissertazioni varie – le ragioni di un ritiro dalla scena che in realtà non c’è mai stato…

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