Mina Fan Club

Non c’è importante occasione mondana o culturale in cui il nome di Mina – da sempre – non sia affettuosamente tirato in ballo. E anche il tradizionale Festival del Cinema che si sta svolgendo in questi giorni a Venezia non poteva non onorare la piacevole consuetudine: prima col documentario Life as a b-movie in cui Fabrizio Laurenti e Niccolò Vivarelli hanno ricostruito – con immancabili riferimenti a Urlatori alla sbarra e Io bacio tu baci – la carriera del re dei musicarelli Piero Vivarelli; e poi con la presenza del regista Ferzan Ozpetek che, nel ricevere il Premio Soundtrack Stars Award “per il prezioso rapporto del suo cinema con la musica”, ha rilasciato ad Arianna Finos un’intervista – pubblicata oggi su Repubblica e qui di seguito parzialmente riproposta – in cui ribadisce il suo antico amore per la grande cantante che nel prossimo film La dea fortuna sarà presente non solo con due canzoni (un inedito del nuovo disco e un successo di tanti anni fa) ma anche prestando il proprio nome al personaggio interpretato dall’immancabile Serra Yilmaz….

“… I cinque cantanti che mi hanno influenzato di più? Mina, Nina Simone, Gabriella Ferri, la turca Sezen Aksu, Judy Garland dell’ultimo periodo… solo donne”.

“…Mina è una delle persone più importanti della mia vita, negli ultimi anni. Mi telefonò una volta quando avevo la febbre, a Lecce. Vidi la chiamata dalla Svizzera, pensai a qualche pubblicità e invece era lei. Da allora ogni giorno ci mandiamo messaggi vocali, ne ho tantissimi suoi meravigliosi. A distanza comprende i mie stati d’animo, come una strega. Mi è stata vicina quando mio fratello è stato male. Mi ha insegnato a dire no rispetto alle cose che non voglio fare…”.

“…Raccontare Mina in un film? Talmente la amo e la rispetto che avrei difficoltà a parlarne. A 18 anni, nel gruppo delle ‘Fate ignoranti’ – così ci chiamavamo – organizzavamo delle cene per accogliere un amico che lavorava in RAI e ci portava i dischi di Mina prima ancora che fossero in commercio. Una decina di pazze furibonde ad aspettare che ci mostrasse la copertina…”. 

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