Stando ai dati diffusi ieri dalla FIMI sull’andamento delle vendite discografiche nel primo semestre del 2018, Mina si riconferma come una delle poche inossidabili certezze di un mercato sempre più friabile (“passato dallo stato solido degli anni d’oro – scriveva pochi mesi fa con amabile sarcasmo il compianto Mario De Luigi di M&D – a quello liquido dei modelli di fruizione digitale, e in procinto di entrare ora in quello gassoso per la fragilissima consistenza delle sue componenti”). Risulta infatti al 19° posto con Tutte le migliori (e con questo ennesimo exploit l’operazione Minacelentano, dopo il primato assoluto del 2016 e la quarta posizione del 2017, centra la sua terza presenza annuale consecutiva) e al 24° col magnifico Maeba – fresco di disco d’oro – che a sua volta si piazza 4° assoluto nella classifica dei vinili più acquistati tra gennaio e giugno. Un doppio piazzamento mica male, per una highlander della Musica che sei decenni fa contendeva le vette delle classifiche a Joe Sentieri, Paul Anka o Don Marino Barreto e che oggi può ancora permettersi di dare del filo da torcere – e impartire disinvolte lezioni di modernità – a legioni di stonazzati pischelli e di anemiche sciacquette le cui stagioni di gloria si esauriscono irrimediabilmente nel giro di un quarto d’ora…
Autore: loris