Mina Fan Club

LE VOSTRE MIGLIORI – 3

La nostra antologia dei più originali e interessanti commenti dei fans su Le migliori prosegue – a conferma dell’appeal transgenerazionale di questo album straordinario – con gli scritti di due giovanissimi. Così freschi, belli e spontanei da non richiedere alcun nostro (noioso) intervento di editing… 

di Igor Lanaia

Sono tornati, scrivono tutti così. Espressione poco appropriata, dico io, giacché mai se ne sono andati. Forse si sono un po’ allontanati, decidendo di restare, almeno per un po’, a quella distanza che consente di guardarci meglio; in ogni caso, sempre a un passo da noi. Perché tutto quello che hanno fatto — che i criticoni vecchi o dell’ultima ora vogliano ammetterlo o no — è nell’aria che respiriamo, è scritto sul nostro DNA. Con buona pace di tutti, queste due signore sono davvero le migliori, e certamente lo saranno per qualche altro secolo.

Per un seguace irriducibile come me è difficile essere lucido al primo ascolto di un nuovo lavoro così atteso e così desiderato. Dapprincipio, infatti, non trovavo le parole per restituire l’infinito stato di grazia, la commozione, lo stupore che provavo nel divorare famelicamente, brano dopo brano, quello che, per le mie orecchie, è un album perfetto. E a chi, in fondo, non mi ha sentito o si è tappato le orecchie, lo ripeto a gran voce: l’album è veramente perfetto. È perfetto perché conferma, oltre ogni aspettativa, le attese, perché è un manifesto del pop contemporaneo, perché queste due, ancora una volta, riscrivono la nostra attualità, definiscono il nostro gusto. Mi perdonerà il lettore, allora, se non entro nel merito delle canzoni, una ad una, perché quest’album è, in definitiva, un discorso, e un discorso non lo si può frammentare. Lascio l’incombenza ai critici musicali vari ed eventuali.
L’unico dovere che ho nel petto è quello di ringraziarle, queste due, perché a me, che sono venticinquenne, insegnano la giovinezza. E questo è uno di quei miracoli che si verificano ogni cent’anni. In questi tempi bui e incerti, quando gli uni si sbranano con gli altri, quando i salotti televisivi diventano cortili cum latrinis — chi vuol intendere, intenda —, arrivano loro, e ritorniamo a respirare. Non lasciateci mai.

 

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di Ennio Andirivieni

Danno una certa emozione queste “entità” italiane (fuori dall’Italia) che su Facebook reclamano un riscontro, fallito su altre piattaforme, inerente le novità dei loro preferiti. (Io da qui, non sono riuscito a districarmi in Spotify ma ho un po’ assaggiato il Minacelentano 2 nelle brevi anteprime di iTunes). All’ascolto febbrile dopo l’acquisto dell’opera seconda dei due cosa ti resta oltre alla pioggia scampata per un pelo, o quasi, e al signore attempato che nel megastore ha chiesto con una vena di stupore: ”Ma questo è il loro secondo disco?!”? Forse la rassicurazione, con in sottofondo Se mi ami davvero, del commesso e una Mina che dice con un certo gusto: “Accettami per come sono!”. In fondo lei risponde solo a un Celentano bionico degno della migliore Cher di Believe e si sa che il nostro creativo profeta nazionale è sempre in perfetta forma, con una voce cristallina senza tempo. Lo si nota già dall’ interpretazione languida e voluttuosa di Amami amami verso la sua compagna di canto e di merende che lo incalza “senza ragione né pietà”. Eccolo che poi la avverte incerto, con tono basso, roco e quasi da rivelazione clericale: “Ti lascio amore” perché non riesce a perdonare il suo e il di lei richiamo alla libertà. Sicuramente Il disco è un po’ pervaso da un giocoso senso di abbandono diluito in un pretendersi volitivo tra terra e fuoco (capricorno Adriano, ariete Mina). Se poi mentre la Madonna sta piangendo, anche i tg ce lo dicono, “il capo degli stupidi è già re”, un bambino non può far altro che andare all’asilo con un fucile, così come nella bella canzone solista di Celentano scritta da Francesco Gabbani. Ma per chi vive di suggestione e speranza c’è la Mina di Quando la smetterò che se Sono le tre brama una “bocca di miele” e Come un diamante nascosto nella neve invoca romantica la sua “stella cadente che tra la gente ha scelto” lei. Vivere insieme spesso è un rincorrersi tra quella (Ragione e sentimento) che pretende, come in A un passo da te, a intermittenza, “carne e senso”, la quotidianità dei “giorni stanchi” e dei “piedi stanchi”, la familiarità materna degli “oh…oh…oh!” di Mina e l’“illuso!” di Claudia Mori. Perché trascinare chi non vuoi nel tuo domani promettendo di cambiare? Ecco il disincanto di Non mi ami scritta fra gli altri da Federico Spagnoli, autore di una delle più intense tra le precedenti migliori di Mina. Vai poi con il reggae incalzante e a volte Minaparlato di Ma che ci faccio qui. Per gli amanti dei deluxe ecco gli stacchetti nel secondo cd tra i due “monelli” mentre scherzano, progettano e ridacchiano. Dice Mina: “Per una trasmissione televisiva noi telefoniamo sempre e ci dicono di no.”. E sua questa frase un po’ ironica e forse sibillina meglio non pronunciarsi… Ciliegina notevole È l’amore?. Forse sarà il brano maggiormente amato dai fan più romantici (ma anche passionali) di Mina: loro ascoltano e osservano il telefono smatphone che tace ma se non tace vorresti farlo tacere perchè non è mai chi vorresti…ed ecco che ti inoltri in quel flusso techno Prisencolinensinainciusol di pensieri e di musica che nei pomeriggi sonnolenti (…) prova a darti delle risposte…

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