Mina Fan Club

di Lucio Nocentini – Disegno di Mauro Balletti

Nella tua notoria riservatezza, Mina, sei la cantante più chiacchierona che conosco. Ogni settimana su Vanity Fair dispensi ricette d’amore e tra le righe ti racconti a più non posso. Su La Stampa, negli anni passati, hai pubblicato bellissimi articoli grondanti di appassionati pensieri. Meno male che non rilasci interviste dal ’78! E comunque, se avessi cambiato idea, da allora nessuno te ne ha più chieste (a parte quel ridicolo Bagnasco al citofono a Lugano, qualche mese fa. Troppo divertente tu incavolata nera che fai finta di essere la cameriera e rispondi “No, non c’è… la signora è al Forte”.

E quando scrivendo parli di te stessa ti definisci: una che non ride quasi mai… una che non canta quando cucina… una che è spesso di pessimo umore… una che ha la luna storta un giorno sì e un giorno sì.

Si sa, Mina, sei stata tanto tartassata, usata, tradita, fraintesa, abusata, ferita e chi più ne ha più ne metta. Così, nel tuo eremo svizzero ti sei costruita una barriera composta da mattoncini amici fedelissimi e abbottonatissimi. Ce l’hai a morte con la gente curiosa, con le persone invadenti e maleducate, con quelli che ti spiano, ti additano e ti fotografano. Peggio ancora con quelli che ti riprendono con quei maledetti telefonini telecamera mentre fai la spesa o passeggi col cane. E magari ti pubblicano su Youtube appena tornati a casa. Confesso che anch’io, una volta di tanti anni fa, cedetti alla tentazione, (ero stato accolto con tanto affetto da Massimiliano nella tua ex sala d’incisione), di fotografare il cesso “dove ti sedevi”; per essere sicuro di immortalare quello giusto fotografai sia quello rosa delle femminucce che quello azzurro dei maschietti! Mi scuso qui. Se mai dovesse ripresentarsi l’occasione, giuro, non lo faccio più. A mia discolpa, posso dire, che ero tanto giovane… e cretino.

A volte sogno di intervistarti e la prima domanda che ti farei sarebbe: “Ascolti mai i dischi di Mina?”. Risponderesti sicuramente di no. Perché per personaggi del tuo calibro, la musica è un lavoro, e come tale, finisce nel momento in cui si abbassa la saracinesca della sala d’incisione.

Tutto questo panegirico per due motivi:

primo perché stavolta Mina, tramite il magico Mauro Balletti, hai avuto il coraggio (o meglio la sfacciataggine) di mettere come tuo Selfie il culo di un elefante, quello di una zebra e la faccia spaurita di un giovane macaco giapponese. E vabbè, con quello che ho scritto sopra direi che noi impertinenti e spudorati curiosoni ce lo siamo meritato.

Secondo perché questo CD lo trovo un grande capolavoro camp che ti fa tornare la voglia di cantare, di fare sesso (se mai uno l’avesse persa), di ridere, di alludere, di giocare. Così se tu Mina lo ascoltassi BENE come facciamo noi fan dalla mattina alla sera, cinque o sei volte al giorno, per almeno una settimana intera, ti divertiresti un casino, ti tornerebbe il buonumore, canteresti mentre giri il ragù, rideresti come una matta mentre stiri o ti lavi i denti e chissà, magari potresti diventare una fan di te stessa.

E adesso è ora di schiacciare il play.

Questa donna insopportabile è il titolo del primo raffinatissimo brano. Ma va? Una donna insopportabile tu? E qui, come si dice “ce la canti”: Se ci penso adesso vorrei fare un enorme cerchio rosso intorno a me, un confine per non farmi prendere… accusata da dover nascondermi… sono ancora troppo fragile per affrontare questa vita stupida che sia, stanca, rattoppata ma soprattutto mia…. E’ il pezzo che mi ha conquistato subito perché questo tuo prendere le distanze, questa tua lontananza mi ti ha fatto sentire vicinissima. Vera. Complimenti a Federico Spagnoli, autore (sia del testo che della musica). E complimenti al tuo Max per l’arrangiamento essenziale ma molto elegante! Come lo è lui.

Io non sono lei. Ritmo e gridolini da libidine. Lascerò che tu ti innamori ancora un po’, poi la bocca mia ti dirà di no. Io non sono come tu mi vedi. Lei è buona e perdona, io mai. Prova e vedrai! Mi allontanerò quanto più mi cercherai, fino a che il mio nome griderai… Ci risiamo, Mina, prendi le distanze da vera star, come, imitandoti le prenderemo noi che ti amiamo, uomini e donne, tutte “finocchie dentro”, che ne faremo un inno tormentone estivo. Tu icona gay? Ma va? Che novità!

La sola ballerina che tu avrai. Una voce intensa ma velata accarezza una musica dolcissima di Mattia Gysi e Axel Pani. Il testo è di Lele Cerri. Un aficionado. Arrangia benissimo Ugo Bongianni. L’atmosfera è intensamente gradevole, come nella Compagna di viaggio di Faletti. Una ballad attualissima nella sua semplicità.

Il pelo nell’uovo (Gianni Bindi – Matteo Mancini). Ai primi ascolti spiazza per l’arrangiamento. Un ballabile disco vintage. Ma ascoltala, Mina più e più volte. Ti conquisterà perché è una follia. E’ pazza. “Finocchia” anche questa. Sembra di vederti mentre la canti scuotendo la testa,un po’ imbronciata, gesticolando e ballonzolando come quella volta che eri tutta un boccolo, alla tivù Svizzera (Colpa mia). Un ritmo di percussioni e fiati decisamente demodé. Un capriccio. Tanta, tanta voglia di trasgredire. Ti lascio perché da te ho avuto già tutto

Alla fermata (Gianni Leuci). E’ perfino scontato dire che siamo di fronte a un capolavoro. Ascoltalo Mina, se ce la fai, senza che ti si stringa la gola per l’emozione. Ah, cosa sei, forse un’onda così grande che mi bagna e non fa male… Quell’ Ah… arriva tra le scapole come una pugnalata.

Perdimi (Mario Capuano). Anche qui non ci sono parole. Ci fai piangere. Ma come fai a rendere così appassionatamente spagnoleggiante e sanguigna una canzone che in fin dei conti è formata da parole e da pallini segnati in un pentagramma? Si sente, carina, che ci provi gusto a cantarla. Tanto poi quelli che rimangono sbudellati siamo noi. E a proposito della Spagna, sai se Almodovar l’ha ascoltata?

Il giocattolo (Gianni Bindi – Matteo Mancini). La tua voce di miele che toglie il respiro dov’è Ah, con qualcun altro…Sento ancora il profumo lasciato nel letto e non so Ah, se voglio un altro. Ne vogliamo parlare? Chi, ascoltando il pezzo, non prova brividini giù, lungo la schiena, vada a farsi dare un’occhiata da uno specialista di endocrinologia. Pezzo minosissimo. Intrigante da morire. Non ho capito se il giocattolo è un cazzo o una marchetta. Ma fa poca differenza.

Mai visti due (testo Lele Cerri). La musica, forse la più intensa ed emozionante di tutto il disco è di Franco Serafini (che arrangia pure). Franco, sei grande grande grande. Mi blocchi il diaframma come se fosse un bolero o l’aria struggente di un’opera sinfonica.

Troppa luce (Gianni Bindi – Matteo Mancini). Un divertissement col tuo Edoardo, che nell’intro canta a squarciagola. Distante nonna Mina, e ammettilo che quel giorno eri tutta pimpante e allegra! Almeno quel giorno. La canzone è una chicca. Il ritmo è molto stuzzicante. Scanzonato.

La palla è rotonda (Maurizio Catalani, Claudio Sanfilippo – Claudio Sanfilippo). Una vera bellezza questa rassicurante sigla per i mondiali di calcio. Le parole rimbalzano di tacco di punta di esterno e di sponda come una palla, come rimbalzavano nell’ Acqua di Marzo e in tante altre sambacce brasilere che grazie a te (e a Ornella) ci sono entrate nel sangue… Inutile ricordare Ossessione 70Albertosi Albertosi…chi se la scorda?

Oui, c’est la vie (testo Maurizio Morante, musica di Axel Pani). Mi ha riportato alle atmosfere di Ma ci pensi, un pezzo dolcissimo di Attila. Perché anche in questa canzone la tua voce è senza tempo. Potresti avere trenta o cinquant’anni. Quanti ne hai realmente poco importa. Ma sai che qualche volta, quando canti le canzoni di questi ultimi anni, mi sembra di vederti con i riccioli biondi, anziché con la treccia? Complimenti ad Axel. Faglieli quando lo vedi, da parte mia.

Aspettando l’alba (Fabrizio Berlincioni – Mauro Culotta). Che bellezza questo pezzo da struscio da balera. Languidone. Io faccio un discorso alla luna, per fortuna che c’è ancora lei. E la freschezza della tua voce conquista, se ce ne fosse bisogno dopo tutto questo bendiddio.

Fine. Ma guarda chi si rivede alla fine! Anzi chi si riascolta. Un pezzone piacevolmente antico e rassicurante del grande Don Backy. Una gustosa e saporita ciliegiona su questa torta farcitissima e riuscitissima. Complimenti di cuore all’autore, ovviamente, ma complimenti sempre e comunque a te e a tutta premiata la pasticceria Mazzini.

Allora, dammi retta, Mina. Se non ti hanno ancora spedito il disco, corri a comprarlo. Anzi no, mandaci qualcuno… se no ti beccano con quei maledetti telefonini. Però un Selfie tuo tuo ce lo potevi fare, lazzarona! Col bene che ti vogliamo…

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20 risposte

  1. ciao Lucio, leggo solo oggi questo tuo pezzo. ho riso come un pazzo condividendo ogni singola parola che hai scritto. I pezzi li riconosco come tali anche io, c’ha dato un bello sberlone la nostra Mina Minona ;-)

  2. Io invece ho accostato subito “Io non sono lei” a “Viva lei”, non per similitudine, ma per contrasto: è l’altra protagonista del triangolo! Sarebbe interessante un 45 giri con nel lato A “Viva lei” e nel lato B “Io non sono lei”. Tra l’altro nel testo ci sono alcuni richiami diretti: “Arriva lei, guardate come fa / e quanto avrà da lui per niente che gli dà” (Viva lei); “Io non sono lei / che ti prende come sei / e le basta il niente che le dai” e inoltre il verso “Io sarò la vendetta per lei” (Io non sono lei).

  3. Ero lì,ma a fine luglio: che emozione travolgente! In tutti questi anni non ho mai trovato le parole per descriverla.Ero reduce dagli esami di maturità e quello fu il regalo più gradito che mi fece il mio grande,indimenticabile papà.
    36 anni fa: “quando un sogno poteva morire e ne avevi trecento in più…”

  4. Il 24 Giugno 1978 c’era il primo Recital di MINA alla Bussoladomani
    cantava SOGNANDO che possa cantare ancora, magari il 24 Giugno 2015. Piera lo spera.

  5. Spiega Róisín: «Aldilà delle ovvie difficoltà date dalla lingua, in alcune della canzoni ho spinto la mia voce fino al limite delle sue possibilità. In particolare per le canzoni di Mina sono arrivata alle lacrime e ho quasi deciso di mandare tutto all’aria.»

  6. E’ vero Lucio, mi sa che dietro a quella Anna Maria si celi proprio la MINA….lo stile è decisamente Vanity…bellissimo post..ti invidio…avrei voluto saperlo scrivere io; complimenti.

  7. grazie infinite a tutti, e soprattutto ad anna maria perché il suo commento, così com’è, potrebbe essere stato scritto da Mina! Certo, se fosse, potrei fare come Bagnasco…

  8. Quest’album è
    TREMENDAMENTE FANTASTICO!!!
    stò già ascoltandolo ininterrottamente da una settimana x memorizzare testi e melodie
    per poterlo cantare
    assieme a te (nel mio piccolino) :)
    :) :) :) :)
    SEI…
    MA TU GIÀ SAI
    COSA SEI PER NOI !!!!
    CIAO MINA!!! :)

  9. Bello e divertente lo scritto di Lucio Nocentini, si legge in un soffio, vorresti continuare…….mah, peccato è finito…!!!…Per uno che segue Mina da una vita, ascoltando Selfie si accorge subito di certi richiami con canzoni del passato, se fatti volontariamente o no, poco importa, quando ascolti la Sua voce, entri in un’altra dimensione, ti dimentichi di tutto e resti avvolto dal Suo canto sempre più intrigante, come un Ulisse che si fece legare per ascoltare il canto delle sirene…♪♪♪♪♪♪♪….noi per fortuna, possiamo continuare ad ascoltarla…♪♪♪♥♥♥

  10. Anch’io ci trovo delle citazioni…la bellissima Alla fermata potrebbe essere la continuazione in tono più malinconico di Regolarmente,in Io non sono lei non c’è più la donna sottomessa e disponibile che diceva al suo uomo Sono come tu mi vuoi,e nella splendida Questa donna insopportabile vengono ripresi alcuni temi di Non ho parlato mai.

  11. Credo che sia il culo di un rinoceronte… non di un elefante.
    Comunque… inezie.
    Volevo chiedervi una cosa, oltre ai tanti “richiami” sia nella musica che negli arrangiamenti che ripercorrono molti anni della produzione musicale di Mina ce ne sono due molto molto evidenti.
    Il primo è “Io non sono lei” che per me è IDENTICA al duetto con la Vanoni, “amiche mai”.
    Non è vero?!?!?!?
    …e poi nella meravigliosa “La fine” io ci sento molto di “Franz”…e sul televisore pieno di giochini….. che ne pensate?

  12. Stamattina sul giradischi c’è la bella canzone che MINA canta nel nuovo stupendo Album Selfie:
    ALLA FERMATA
    T’incontro sempre qui
    ti osservo camminare
    mi piacerebbe chiacchierare un po’
    ma non mi stai a guardare.
    Mi piaci tanto che non te lo so spiegare
    mi viene da sorridere a pensare che non mi vuoi parlare.

    Ah, cosa sei?
    forse un’onda così grande che mi bagna e non fa male
    ah, forse vuoi farti desiderare.

    Io mi avvicino un po’ e provo un po’ a scherzare
    con le parole, certo io lo so, non ci so molto fare
    e vedo che sorridi, forse non è andata male
    che stupida, stai salutando il tipo dietro le mie spalle.

    Ah, cosa sei?
    forse un lampo, un temporale che stordisce e non fa male
    ah, forse vuoi stare per i fatti tuoi
    ah, come vorrei
    non dovermi immaginare non doverti più sognare.
    Dove sei?
    Non farmi naufragare.

    Il taxi tarda un po’
    sembra non voglia più arrivare
    tu batti i piedi per il freddo che non fa respirare
    ma eccolo spuntare, ho giusto il tempo di
    tornare a immaginare di svegliarmi sdraiata sul tuo cuore.

    Ah, cosa sei?
    sei una roccia, una montagna, che mi fa fantasticare
    sì, che vorrei mi portasse al mare
    no, ma lui no
    non mi guarda e non mi ascolta, intanto sale e io sto male

  13. Oddio Lucio Nocentini permettimi di elogiarti per questa recensione , per la tua spassionata e giocosa irriverenza …Rido come una matta per il colore e l’effervescenza con la quale hai condito lo scritto : che bravo che sei,forse troppo ….ma questo lo so! …. bravo bravo bravo : mi hai cambiato la giornata…. :) :) :)