Esattamente tre decenni fa, di questi tempi, vedeva la luce Storie per cani sciolti, secondo e – a tutt’oggi – ultimo album da cantautore di Massimiliano Pani. “Essere un ‘cane sciolto’ – spiegò Max presentando il disco ai giornalisti – significa dare retta alla propria individualità, essere selettivo nei rapporti e nelle scelte di ogni giorno. Da adolescente mi sentivo un diverso. Perché non mi interessavano i giochi, i gusti, le scelte dei miei coetanei, non li condividevo. Sempre fuori posto. Poi sono cresciuto e un giorno ho capito: ero un ‘eremita’. Per vocazione e poi per scelta. Che non vuol dire non avere interessi, ma vuol dire avere ‘altri’ interessi da vivere, da gustare con se stessi e la cerchia ristretta dei propri cari”. Riascoltato oggi, Storie per cani sciolti – non meno bello ma forse più ardito ed élitario della scintillante opera prima L’occasione del settembre 1991 – è il fedele ritratto in musica di un artista trentenne assolutamente atipico nel panorama “giovane” della canzone italiana di allora. “Massimiliano – scrivemmo nella nostra recensione del disco sulla fanzine numero 38 – non si pone come facile simbolo della sua generazione, non insegue generi banalmente alla moda, deve litigare con i discografici per imporre le sue idee (‘Loro sostengono che difficilmente quello che faccio può essere apprezzato dai più giovani…’). Non si considera nemmeno un ‘cantautore’ ma più semplicemente un musicista che scrive e canta belle canzoni. E di questi tempi scusate se è poco. Il disco si apre con un’intensa canzone d’amore sottilmente venata di gospel, Valentina senza di te, che è anche il brano preferito dalla mamma. Noi abbiamo molto apprezzato anche la delicata Anna che va via, l’elegante Come se (con un divertente intervento parlato della stessa Mina che, con voce nasale, annuncia ‘i programmi di Raidue…’, l’emozionante Gli occhi della mente (forse il più bel testo dell’album, firmato da Lele Cerri) e la spiritosa Svariate crudeltà in cui Max si diverte a fare il verso a certi inconfondibili birignao vocali della madre, nonché il medley conclusivo nei dieci minuti del quale sfilano uno dopo l’altro i maggiori successi firmati da Pani come autore per se stesso e per Mina, da Sensazioni a Come stai. Insomma, un grande disco, suonato dalla crema dei musicisti italiani – Rea, Moriconi, Gianolio, Farina, Braido, Giammarco… – e dedicato a tutti i ‘cani sciolti’, o meglio a un cane in particolare: Moose, lo splendido american pitt-bull terrier che appare in copertina e a cui Max è legatissimo. A Moose il disco è piaciuto moltissimo: sicuramente, in fatto di canzoni, la sa più lunga lui di certi signori ai piani alti delle major…”.
Autore: loris